Mentre ogni giorno pervengono iniziative e dichiarazioni contro l’antifascismo, perché, invece di permettere alla destra estrema di Meloni ed ascari di distruggere sistematicamente i capisaldi della nostra democrazia, non fare un processo postumo al fascismo, l’unica dittatura che ha avuto l’Italia? Processo che non è mai stato fatto nel nostro paese, se non in maniera blanda, addirittura ridicola, con effetti devastanti nel presente. Mentre lo avrebbero richiesto i molti perseguitati e le troppe vittime, con in più le distruzioni causate da una sciagurata guerra a fianco dei nazisti. Come già accennato, le scorie di quel tristissimo passato giungono oggi a noi, mosse dal governo in carica, attraverso il tentativo di una mendace ed interessata riscrittura della storia del ‘900 e mediante leggi antipopolari.
Ma dopo lo sfregio al “Manifesto di Ventotene”, operato in Parlamento dalla premier Meloni, appare chiaro che le prossime tappe della furia distruttiva della destra, saranno la Resistenza e la data simbolo del 25 Aprile. E dulcis in fundo, nel mirino la nostra bella Costituzione. Che diranno costoro per sfregiarla ed annullarla? Che essa è stata ispirata dalla sinistra, anzi è comunista, superata dal tempo e impropria in un mutato scenario sociale. Invece essa è solo giusta ed equilibrata, nonché sempiterna contro ogni tentativo reazionario. Quindi, orpello, lacciuolo per questa destra che non ha partecipato alla sua stesura. E allora basta con l’indifferenza, con la non partecipazione, con la rassegnazione mista ad un diffuso senso d’impotenza e prima di essere sopraffatti dai fascisti del terzo millennio, questo metaforico processo al fascismo facciamolo una buona volta. Nelle piazze, ai gazebo, tra la gente soprattutto tra i giovani, nelle scuole, sui social in TV, sulla carta stampata, coinvolgendo storici e politici. Purtroppo il fascismo non è dietro l’uscio, lo ha varcato e in un crescendo sta occupando tutti i gangli istituzionali, economici e culturali.
Non si devono temere spaccature nel paese, se diventa prioritaria la disamina su che cosa sia stato il fascismo. Infatti si doveva aspettare l’estrema destra al governo per acuire divisioni, vecchie diatribe e riaprire contrapposizioni, che si consideravano superate. Tale destra contemporanea, degna erede del fascismo di Salò, ha atteso quasi 80 anni per una sorta di rivincita dopo essere stata sconfitta militarmente e politicamente. Urge sconfiggerla di nuovo, così come vanno sconfitte quelle pseudo riforme tipo il “premierato”, “l’Autonomia Differenziata delle Regioni, la “Separazione delle carriere”, che, se approvate farebbero dell’Italia uno stato illiberale sotto il tallone della politica a senso unico, seppure con la scusante dello svolgimento di libere elezioni.
Lino D’Antonio Napoli