Il Coordinamento per la democrazia costituzionale condivide le motivazioni della convocazione della manifestazione nazionale della Cgil il prossimo 25 ottobre a Roma e invita a partecipare e a fare partecipare a questa importante iniziativa.
Anzitutto per dare continuità alla straordinaria mobilitazione di massa per la pace, che ha visto un importante nuovo protagonismo dei giovani, contro il genocidio in Palestina, contro il riarmo e l’aumento delle spese militari, anche in Italia, che assorbirà le risorse che dovrebbero essere destinate invece ad una reale e sostenibile ripresa economica e sociale basata sull’incremento della buona occupazione, a rilanciare con risorse adeguate il ruolo centrale del sistema sanitario pubblico, a rafforzare il sistema scolastico e formativo, a investire per politiche abitative pubbliche, per garantire le pensioni e l’autosufficienza.
Non bisogna sprecare le risorse disponibili in armamenti, ma invece indirizzare finalmente il prelievo fiscale, secondo la prescrizione Costituzionale, su base progressiva e con il contributo delle grandi ricchezze, per investire le risorse verso una qualità diversa della vita, dello sviluppo, dell’occupazione contrastando la precarietà e contro la piaga sempre più grave ed inaccettabile delle morti e degli infortuni sul lavoro, garantire livelli adeguati di retribuzione, oggi a livelli inaccettabilmente bassi come ha denunciato anche il Presidente della Repubblica, eliminando il drenaggio fiscale e rinnovando i contratti di lavoro per adeguare le retribuzioni e recuperare il potere d’acquisto. Ma tutto ciò non viene affrontato dalla manovra di bilancio approvata dal governo.
Per queste ragioni aderiamo e invitiamo a partecipare alla manifestazione sabato 25 ottobre a Roma. Allo stesso tempo sottolineiamo l’esigenza di decidere al più presto la forma unitaria di partecipazione delle organizzazioni sociali - a fianco dell’Anm - alla prossima campagna referendaria per dire No alla legge Nordio che è un pesante attacco all’indipendenza della magistratura e stravolge l’equilibrio istituzionale delineato dalla nostra Costituzione.
La presidenza del Cdc