Villone - “Ora il referendum sull’Autonomia fa paura. A Calderoli un ceffone da 500mila firme”

di Giulio Ucciero - repubblica.it - 29/08/2024
Ma certo, da costituzionalista, mi preoccupa l’ammissibilità del quesito. Il rischio che non venga ammesso esiste anche se io penso che debba passare”.
Il costituzionalista è membro del comitato promotore contro la legge: “Il ministro è allergico alla partecipazione democratica”. E sul quesito: “Da costituzionalista il rischio che non sia accolto esiste. ma io credo che debba passare”

Professor Massimo Villone, giurista, membro del comitato promotore del referendum contro l’Autonomia differenziata, per il ministro Roberto Calderoli è il referendum a spaccare l’Italia, non la riforma?
"E’ vero l’esatto contrario: è la riforma a spezzare il Paese mentre il referendum rimette insieme i pezzi. La sua legge apre a meccanismi di conflittualità tra territori trasferendo funzioni e materie in maniera indiscriminata”.

Ma l’autonomia è un concetto da rigettare in toto?
“No, è il disegno di Calderoli che divide. L’autonomia, quella corretta, deve esserci dove c’è specificità territoriale. Altrimenti si crea uno scontro non solo in verticale, tra Stato e Regioni, ma anche in orizzontale tra Regione e Regione”.

Per il ministro c’è un vulnus nella raccolta delle firme digitali, nel senso che la Costituzione parla di firme cartacee e “non dal divano”. Da costituzionalista come risponde?
”Ha pigliato un ceffone da 500 mila firme e si impunta su questa cosa. Sarei disturbato anche io, ma non c’è nessun merito nella sua posizione. La Carta non fa alcuna distinzione sulla tipologia di firme”.

Il referendum porterà allo scontro tra Sud e Nord, è la tesi del leghista.
”Qui il ministro coglie una realtà perché il Sud è diventato consapevole e sa cosa deve essere. Esiste una diversità di interessi ma non è vero che al Nord non ci sono firme, anzi. E lui ne è stato sorpreso. Sbaglia parlando di guerra Sud-Nord, solo rilanciando Mezzogiorno il Paese corre di più. E’ la tesi delle due locomotive: a quella del Nord va aggiunta quella del Sud”.

In ogni caso il ministro leghista “se ne frega” del referendum.

“Conoscendo da tempo Calderoli, so benissimo che lui non se ne frega. Anzi, penso che sia arrabbiatissimo”.

Perché lo dice? Vede una mancanza di rispetto per gli strumenti democratici?
”Il ministro è allergico alla partecipazione democratica, ne soffre. Gli consiglierei qualche unguento lenitivo”.

Sulla riforma la destra sembra divisa.
”E’ questo il motivo del nervosismo di Calderoli, ha capito che la sua legge non è vista come un problema solo dall’opposizione ma anche dal governo. Forza Italia sta uscendo, anche dentro FdI si muove qualcosa. Calderoli sa che i malumori andranno crescendo nel tempo. Per questo ha fretta e vuole portare qualcosa a casa”.

Il referendum è lo strumento vincente per stoppare la legge?
“Penso che sia vincente la sinergia tra referendum e i ricorsi avanzati dalle Regioni. Questo potrebbe dare buoni risultati. Ma certo, da costituzionalista, mi preoccupa l’ammissibilità del quesito. Il rischio che non venga ammesso esiste anche se io penso che debba passare”.

Il presidente del Veneto Luca Zaia prepara i controricorsi contro le regioni del Sud.
”Porterà le truppe cammellate sotto il palazzo della Consulta, vedremo”.

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