Per capire cos’è il populismo oggi dobbiamo partire dalle seguenti considerazioni:
- A partire dagli anni 80 , la globalizzazione capitalista (con in testa gli USA) ha sferrato il suo attacco alle classi subordinate, con una “guerra” condotta dall’alto che , attraverso la deregolamentazione del lavoro, dei flussi di capitali, delle merci, delle privatizzazioni … ha messo in atto un progetto che si basa sul principio secondo cui chi domina i mercati, domina il mondo;
- il braccio armato del progetto liberal liberista, sono le grandi imprese multinazionali, soprattutto di marca USA, che in ragione della loro capacità di muovere capitali, merci, strutture e persone, inseguendo le condizioni più favorevoli offerte dal mercato… o liberando da “lacci e lacciuoli” frantumando e precarizzando il mercato del lavoro, hanno reso “merce” gli stessi lavoratori;
- In Italia, le grandi imprese Multinazionali, le associazioni dei datori di lavoro a partire dalla Confindustria, che ogni anno si riuniscono a Cernobbio, sul lago di Como, unitamente agli Organismi non elettivi quali la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la BCE, la Nato e la UE , sono diventate così potenti da condizionare o imporre le loro politiche economiche e sociali del Paese, con una classe Dirigente (centrodestra e centrosinistra) che nella sostanza ha sempre eseguito le loro direttive ;
- Così, la globalizzazione liberista è divenuta un processo politico ed economico, che sposta risorse e ricchezza, dai ceti medi e poveri verso i ceti ricchi .
In questo quadro , il sistema liberal democratico che ha funzionato fino agli anni 70 del secolo scorso, ha smesso di “onorare” il compromesso tra capitale e lavoro e non risponde più alle domande sociali provenienti dalle classi subordinate che restano insoddisfatte a causa della crescita delle continue diseguaglianze .
E’ da questa realtà che nasce la risposta di popolo (populista) contro un sistema di potere ed una oligarchia che concentra nelle proprie mani il potere economico, politico, informativo, formativo…una risposta “populista” che non si basa però su un pensiero “alto” ed un progetto alternativo al sistema liberista vigente … ma sull’istinto , sulla rabbia…sul rancore… ed anche sull’informazione manipolata .
Oggi molti commentatori politici, che si dicono di sinistra , definiscono “il populismo” come un insieme di posizioni corporative, reazionarie e fascistoide, ma in realtà credo che esso venga vissuto da un insieme eterogeneo di persone: piccola borghesia, proletari ,autonomi, precari e disoccupati … dove hanno tutti interessi a diversi , ma che però tutti vivono una situazione antagonistica con il potere…
Penso che non vero che il populismo (anche quello che vota Lega) è sempre marcato da istanze reazionarie e corporative. Certo nelle istanze “rivendicative” populiste, esistono sicuramente persone con posizioni nette di destra a partire da chi vuole la Flat Tax , dalle leggi sulla sicurezza, le autonomie differenziate, o respingimento dei migranti… ma esistono anche domande di sinistra, come quelle della giustizia sociale ed economica, di eguaglianza , di maggiori diritti e di protezione dagli effetti della globalizzazione/finanziarizzazione, a partire dalle scelte dell’Europa Unita , e una domanda di lotta alla corruzione .
Credo quindi che chi nega a priori che possono esistere anche populismi di sinistra sbaglia,… e spesso questo uso dispregiativo dell’aggettivo “populista” viene dato da esponenti che si autodefiniscono di sinistra, quando il popolo smette di dare loro la fiducia .
Certo il “populismo” non si esprime su un progetto alternativo di costruzione politica e sociale, tanto che molti non si definiscono ne di destra ne di sinistra… per cui finiscono per seguire il leader che più li soddisfa nel linguaggio, nelle proposte semplificate, ed in grado di dare risposte alle proprie paure, interessi, rancori… ed anche quando pensano che la battaglia andrebbe fatta contro i poteri forti, non ne hanno i mezzi, e finiscono per prendersela sempre con i più deboli .
Nella fase che viviamo attualmente in Italia, segnata dalla stagnazione delle lotte sociali, Il sentire del “popolo” è molto condizionato dal Web e dai media in genere, e non vince chi ha un progetto di sistema alternativo … ma chi usa un linguaggio diretto, popolare (come quello di Salvini) marcato da un elevato contenuto emotivo “che parla alla pancia” ampliando le paure, con posizioni distinte tra il noi ed il loro… tra chi sta in alto e chi sta in basso, dove l’altro è sempre vissuto come il nemico…
Salvini non è un intellettuale… non è un uomo di pensiero, non ha un progetto di cambiamento… è un “gretto”… ed è usato dai poteri forti per continuare con uno sviluppo perverso , inquinante e distruttivo , senza diritti del lavoro, disuguale… che riduca le tasse ai ricchi, e con le autonomie differenziate…
La politica della Lega e della destra in Italia, di fatto propone politiche che sono a favore delle classi ricche che detengono il potere rafforzando il sistema senza cambiarlo minimamente … ma prende voti anche popolari , soprattutto per quello che propone sulla questione dei migranti, sui rom, e nei confronti dei “diversi”… Ed anche perché appare e si comporta come uno d loro …
A Salvini non interessa far capire al popolo che con le leggi sulla sicurezza la maggioranza dei migranti in Italia (che sono economici), sono diventati clandestini e però restano in Italia … Salvini sa che prende i voti da gran parte del popolo che è come lui “incarognito, rancoroso, incattivito” … e vuole i porti chiusi ed in termini egoistici sarebbe anche favorevole a respingerli o asciarli affogare.
E’ certo che nel “populismo” esistono molte ambiguità, … ma penso che non tutto il popolo che ha votato per la Lega conosca veramente il loro programma… nettamente liberal liberista di destra… ma tra i votanti sicuramente ci sono anche persone povere che sarebbero interessate a far pagare le tasse a tutti e senza condoni, .. che non sono agevolati dalla Flat Tax al 15% ma penalizzati, che non vorrebbero le autonomie differenziate , ma che vorrebbero più giustizia sociale più diritti e mettere in discussione il sistema… le strutture capitaliste … ma queste persone oggi pensano che la loro pessima situazione , l’impoverimento subito , la mancanza di diritti, la precarietà .. sia stata causata anche dai governi di centrosinistra e non vedono ne percepiscono qualche cosa di diverso, nemmeno nel governo “Giallo-Rosso” tanto meno obietti anticapitalisti sul piano economico e sociale .
ALLORA COSA FARE ?
Credo che come sinistra il nodo crociale dell’essenza del fenomeno populista , sia quello di saper distinguere in base alla composizione di classe… per questo è nettamente sbagliato sostenere che c’è un interesse unitario del 99% di popolo contro l’1% di super ricchi… non è così … bisogna fare capire a quelle fasce proletarie o sottoproletarie che il loro interesse non è lo stesso di quel 10% di popolazione che detiene il 55% di tutta la ricchezza esistente in Italia, ma che vota lega perché vuole di più pagando meno tasse e con la Flat Tax .
Ma per farlo recepire la sinistra deve rigenerarsi e rinascere dal basso… Occorre ricostituire la propria identità di ceti subordinati dipendenti, salariati o precari e flessibili… ed assieme occorre ricostruire le rappresentanze politiche degli interessi di classe dei proletari sapendo la ristrutturazione capitalistica ha macinato molto attraverso la mercificazione del lavoro precarizzato, attraverso le delocalizzazioni produttive, la finanziarizzazione e globalizzazione dell’economia, con stratificazioni delle classi subalterne… ma non ha annientato le rappresentanza tradizionale degli interessi proletari…
I salariati sono aumentati, le aziende organizzate sindacalmente esistono ancora , anche se il sindacato è debole, non è vero che è tutto “asfaltato” e siamo in presenza solo di atomi individuali… esiste ancora la contraddizione e le diversità di interessi fra capitale e lavoro !
Quello che invece manca è un reale movimento di lotta rivendicativo nelle fabbriche, nei territori ed a livello generale .
A mio parere il tentativo di ripresa della sinistra di classe, non può che ripartire dal soggetto “classe operaia” con la logica Gramsciana di costruzione di un blocco sociale articolato per gruppi con identità collettive composto da tutti i perdenti della globalizzazione, ricostruendo con la lotta su precise rivendicazioni, economiche , di potere sulle scelte da effettuare nelle fabbriche, nei territori ed a livello generale nelle politiche di governo…
bisogna che il popolo torni ad essere protagonista con la lotta, nelle scelte che contano, riuscendo a modificare le scelte di chi detiene il potere al fine di fare evolvere la situazione sui principi di uguaglianza, sui diritti del lavoro e non solo civili, sulla sovranità popolare e di parità tra governanti e governati… ed allora sorgerà sia il nuovo partito di classe della sinistra, una nuova prospettiva di radicale cambiamento sistematico , ed anche una nuova coscienza popolare capace di trovare una giusta soluzione sulla questione dei migranti.
Umberto Franchi