Nuova bufera sul governo: questa volta il motivo di contesa è la celebrazione del 25 aprile, ma dietro c’è ben altro: l’attacco alla Roma governata dai 5stelle da una parte e la richiesta di dimissioni del sottosegretario leghista Armando Siri per corruzione, dall’altra. Siamo agli sgoccioli: ormai siamo alla fase delle torte in faccia, di fango o d’altro questo si vedrà.
Matteo Salvini intanto andrà in Sicilia a inaugurare il commissariato di Corleone, perché tanto: "Fascismo, comunismo e nazismo non torneranno più". E invece bisogna far guerra alla Mafia… ma Siri lo sa? Perché, secondo le accuse, è rimasto invischiato, insieme ad altre nove persone, negli accertamenti svolti dalla direzione investigativa antimafia di Trapani per conto della procura di Palermo. L'indagine, che è stata condotta in parallelo anche dai pm di Roma, ipotizza "uno scambio di favori, utilità e denaro" per "agevolare aziende considerate vicine" a Vito Nicastri, un imprenditore dell'eolico di Alcamo (Trapani). Nonostante fosse agli arresti domiciliari da un anno, questi avrebbe continuato anche da casa a manovrare, grazie all'aiuto di un familiare, i propri affari.
Il fine ultimo di Nicastri sarebbe stato quello di fare approvare una normativa che avrebbe previsto ulteriori incentivi e finanziamenti negli investimenti nel campo delle energie alternative. Il trait d'union sarebbe un docente universitario, tale Paolo Arata, genovese come Siri, 68 anni, ex deputato nazionale di Forza Italia e, nel 1994, presidente del Comitato interparlamentare per lo sviluppo sostenibile. Negli anni scorsi è stato uno dei sette professori a cui Matteo Salvini ha affidato la stesura del programma di governo della Lega. Lo stesso compito era stato affidato a Siri che, per "Noi con Salvini", si era infatti occupato di economia, riforma fiscale e flat tax.
La parte palermitana e trapanese dell'indagine ipotizza anche l'aggravante dell'agevolazione di Cosa Nostra. Per effetto della nuova indagine, Nicastri si è visto aggravare la misura cautelare che lo teneva agli arresti domiciliari per"concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni" ed è stato immediatamente riportato in carcere. Nicastri è ritenuto un prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro, che secondo gli inquirenti sarebbe suo socio occulto.
Stando poi a quanto scritto nel decreto di perquisizione, riportato dall'agenzia Adncronos, le indagini avrebbero svelato "lo stretto collegamento tra Arata ed esponenti del partito della Lega", in particolar modo Siri, per "promuovere una modifica regolamentare degli incentivi connessi al mini-eolico".
Dunque Salvini va in Sicilia a combattere la Mafia? Davvero?
E comunque per noi deve essere una soddisfazione che né lui né i suoi ministri partecipino alle celebrazioni del 25 aprile. Perché noi non ce li vogliamo.
Non si sente che ripetere che il 25 aprile deve essere la festa di tutti, come fosse un fatto positivo e auspicabile. Noi invece vogliamo ribadire con forza che il 25 aprile NON è e non può essere la festa di tutti, ma solo di coloro che ne condividono i principi.
C’è una certa pericolosa confusione politica in questo paese. Sarà che ormai ci siamo persi per strada valori e ideologie e nel minestrone qualunquistico di pseudo buonismo alla “volemose bene” troppi hanno cominciato a pensare che il 25 aprile, che commemora la Liberazione dal Nazifascismo e la lotta partigiana, sia diventata una ricorrenza come la festa del papà, o di San Valentino, o la fiera della porchetta, o la sagra della lumaca o il festival della piadina: un momento ludico e comune di svago. Non è così e non deve essere così. La festa della Liberazione è riservata a quelli che si riconoscono in una Italia libera e democratica, che ha rispetto delle istituzioni e delle regole, delle leggi e dell’informazione. Può essere la festa di tutti? Può essere la festa di Salvini e della sua masnada di razzisti? NO.
Ci si deve guadagnare il privilegio di festeggiare il 25 aprile nel concreto e non a parole, deve restare una discriminante, un confine invalicabile per coloro che sono senza valori, che vivono nel cinismo, nella sopraffazione, nel razzismo e nella menzogna e che addirittura negano l’Olocausto.
Settantaquattro anni fa tante donne e uomini sono stati torturati, imprigionati e uccisi per difendere la libertà, la democrazia, la dignità della persona, il rispetto delle opinioni diverse, i principi di uguaglianza e di legalità. Col loro sangue è stata scritta la nostra Costituzione. In nome loro e di quella Carta d’ Intenti che è la nostra Costituzione, dobbiamo difendere questi valori, mantenerli integri e consegnarli alle nuove generazioni intatti e non banalizzati, stravolti e ridotti a un volgare festival dell’interesse personale, fra tarallucci e vino. Non è certo per questo che tutte quelle donne e quegli uomini hanno combattuto e sono morti.
E allora partecipiamo al nostro corteo con animo determinato e sereno e cantiamola insieme la canzone partigiana “Festa d’aprile”, visto che ormai “Bella ciao” la cantano in troppi
E' già da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere poco e sempre più tristi,
hanno capito forse, se non son proprio tonti,
che sta arrivare la resa dei conti.
Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! È festa d'Aprile.
Nera camicia nera, che noi abbiam lavata,
non sei di marca buona, ti sei ritirata;
si sa, la moda cambia quasi ogni mese,
ora per il fascista s'addice il borghese.
Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! È festa d'Aprile
Quando un repubblichino incontra un germano
alza il braccio destro in saluto romano.
ma se per caso incontrano i partigiani
per salutar sollevano entrambe le mani.
Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! È festa d'Aprile
In queste settimane, miei cari tedeschi,
maturano le nespole persino sui peschi;
il Duce e il Fuhrer ci davano per morti
ma noi partigiani siam sempre risorti.
Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
evviva i partigiani! È festa d'Aprile
Ascolta:
https://www.youtube.com/watch?v=NejV5EYgayU
https://www.youtube.com/watch?v=S2xkQxK5pjo
Barbara Fois