Un anno disastroso questo 2022, con pandemia, guerra in Ucraina, crisi energetica, catastrofi idrogeologiche, morti sul lavoro e femminicidi sempre in aumento e adesso, a coronamento di tutto, una campagna elettorale delle più infelici. Ma qualcuno di voi ha davvero voglia di andare a votare? Perché non ci siano equivoci: io ci andrò, ma ormai non so più nemmeno perché... forse ppe’ tigna, come dicono a Roma, perché non ho alcuna altra motivazione. Non ci vado infatti perché se no vince la destra, perché di questo miserabile ricatto ormai non ne posso più: troppe volte mi sono dovuta turare il naso e ormai non me la sento più di fare il bravo soldatino, anche perché non c’è nessuno di questi politici che non abbia il mio più profondo e inestinguibile disprezzo. Ormai so bene che una volta rimesso il sedere sulla poltrona non faranno un accidenti di quello promesso in campagna elettorale e davvero considererei il contrario un vero miracolo, proprio di quelli da candele accese e da gente inginocchiata in adorazione.
Ma soprattutto non ci vado più, come prima, per generica, partigiana lealtà verso la sinistra, perché: dov’è finita la sinistra? Lo so, lo so, ce lo diciamo ormai da anni, ma mai come adesso questa domanda cade in un vuoto così spaventoso. E allora perchè? Forse perché non voglio negarmi un diritto e nemmeno un ruolo, sia pure minimo, come cittadino ed elettore e non mi basta certo annullare la scheda elettorale con una fetta di salame, come fece quell’elettore disgustato, scrivendo sulla scheda tè, magnateve pure questa! (E comunque sia la scheda non lasciatela mai bianca! In questo Paese non si sa mai… ) Già, ma dunque una volta arrivata al seggio chi votare? Così da internet ho scaricato i programmi elettorali e ho cominciato a leggerli, giusto per farmi un’idea di cosa ci aspetta. Ditemi voi se non è un atto da disperati questo! Un po’ seguivo i funerali di Elisabetta II, un po’ ascoltavo le invettive e gli insulti, le accuse e le stilettate reciproche dei candidati e intanto continuavo a leggere i loro libri dei sogni, o meglio dire gli sciocchezzai, il concentrato di balle, la summa di bugie, l’antologia delle cazzate di cui sono capaci quelli costretti a mentire per salvarsi il collo. E intanto in testa cresceva un’insalata di dubbi, di idee confuse e di domande senza risposta. In fondo all’articolo ve li allego tutti, vedete voi se qualcuno vi convince.
Ho cominciato con quello del PD: verboso e complesso, nelle sue 37 pagine e un po’ troppo concentrato a demonizzare la destra: così le si dà più importanza di quanto non meriti e la si mostra più forte e vincente di quanto in realtà non sia. Ricordiamoci sempre che i sondaggi sono gli strumenti meno affidabili che ci siano e che spesso i rusultati delle urne sono tutt’altra cosa. Comunque sia il programma è interessante, giustamente attento alle esigenze dei cittadini, articolato e concentrato su difesa dell’ambiente, energie rinnovabili, sanità pubblica, lotta alle mafie, diritti civili, ma soprattutto attento alla centralità del Parlamento, togliendo ai voltagabbana il potere contrattuale e ricattatorio di influire sulle decisione dei governi.
Il programma di FdI è antiquato, bacchettone, insopportabilmente ambiguo e volutamente retrò e si affida soprattutto alla faccia sorridente della Meloni e al fatto che ultimamente il partito è rimasto all’opposizione e dunque ha meno colpe e responsabilità degli alri. Ma una vernice di stolido, falso e bigotto perbenismo non cancella il corollario fascista dei gruppuscoli più violenti e aggressivi a cui sotto sotto fa da scudo. Fra l’altro con FdI l’ambiente rischia di finire sotto l’ombrello bugiardo del nucleare verde, quello della cosiddetta ultima generazione… ma che caspita vorrebbe dire? Questa definizione è solo un ridicolo ossimoro, una formula furba e senza senso: il nucleare è comunque pericolosissimo, inquinante e lascia montagne di scorie che nessuno vuole e può smaltire. Così si nasconderà il problema sotto il tappeto delle menzogne e si porteranno le scorie in segreto e in regioni lontane da Roma. E figurati se fra queste non ci sarà la Sardegna!! Ma la nota più proccupante in queste 40 pagine è la “ Riforma presidenziale dello Stato, al fine di assicurare la stabilità governativa e un rapporto diretto tra cittadini e chi guida il governo…”.e come se non bastasse si annuncia il “Trasferimento dei poteri a Roma Capitale, con risorse, competenze e status giuridico in linea con le principali capitali europee.” . Non sentite anche voi suono di fanfare fasciste? E non parliamo della sanità e delle rassicurazioni ai novax sull’obbligo vaccinale, per sorvolare poi sulle posizioni conservatrici e parruccone assunte sui diritti civili. Meno male che è venuta fuori la storia di Orban e le esternazioni sul partito fascista spagnolo Vox. E’ meglio che taccia la Meloni, o continua a perdersi pezzi di elettorato. Come fa Salvini.
E a proposito della Lega: proprio ieri nella mia cassetta della posta ho trovato un’anonima busta bianca e dentro c’era il programma di Salvini, dal titolo CREDO (negli italiani). La prima reazione è stata di indignazione “come si permettono di mandarmi il loro programma??” e tenendolo per due dita mi accingevo a fargli fare un volo nella spazzatura, col solo dubbio: carta o indifferenziata?, poi ha prevalso la curiosità: già che c’era, perché non leggerlo, prima di “catafotterlo” nell’immondezza? Quante risate!! Vi giuro è da scompisciarsi, come direbbe Totò. Su 10 pagine 7 sono di fotografie del Salvini in tutte le salse e le tre che restano sono una sorta di preghiera o di atto di fede. Mi spiego meglio, citando alcuni passaggi del testo:
“ Credo nella libertà, nella giustizia sociale e nel merito, Che la persona venga sempre prima dello Stato, (Credo) in un fisco equo nella rivoluzione della flat tax e della pace fiscale, contro la sinistra delle tasse e delle patrimoniali …(Credo) in una sanità che non lasci indietro nessuno ...Credo nell’indipendenza energetica fondata sullo sviluppo di tutte le fonti alternative e sul nucleare di nuova generazione, sicuro e pulito, nel progresso, nelle infrastrutture, in una Nazione moderna che unisca crescita e ambiente. Credo che i “no” ideologici siano uno dei mali dell’Italia…. (Credo) nella forza dell’errore perché ti aiuta a migliorare...”
Eh eh eh, a questo punto Salvini sarebbe un modello di perfezione!!!E’ un bel tentativo, ma non attacca. Andiamo: e questo sarebbe un programma elettorale? E’ solo una penosa ricerca di infinocchiare il prossimo, con un furbastro escamotage pseudo religioso. Ma la gente vede bene che è il solito superficiale Salvini, a cui nessuno può credere, un esperto nel gioco delle tre carte. Non c’è una sola parola che io possa condividere, soprattutto non c’è nessuna idea. Punto.
E siamo al programma dei 5Stelle: ce ne sono due, uno a manifesto, sintetizzato per punti di 13 pagine e uno ragionato e spiegato di ben 251.
Di quello che c’è scritto condivido pressochè tutto e questo è il mio problema, perché dietro i pentastellati c’è un personaggio che non mi piace e di cui non ho alcuna stima. Una sorta di padre-padrone a cui mai darei il mio voto. Il giorno che riusciranno a liberarsi di questa presenza ingombrante i 5Stelle potrebbero essere una alternativa più che valida. E forse è anche questo il motivo per cui il PD li ha scartati come alleati? O perchè hanno un programma davvero “di sinistra” e hanno dimostrato di fare ciò che promettono, il che non è poco? Allego entrambi i programmi pentastellati perché possiate farvi una idea più che concreta di tutto il panorama politico fin qui citato, considerando che promettere non costa niente e che c’è chi cerca di prenderci come sempre per i fondelli.
Egli altri contendenti? Visto che sono in animo scherzoso, userò per descriverli il titolo di una vecchia canzone nazional popolare: “Buongiorno tristezza”. Ma avete visto come Calenda ha fatto in fretta a dimenticare l’antipatia per Renzi? E il Matteo, allora? Per non essere costretto a tornare a casa con la coda fra le gambe si alleerebbe a chiunque, anche a uno di cui non ha né simpatia né stima: Calenda appunto. L’antipatia è reciproca del resto e mai si sarebbero alleati se non fosse che c’è uno sbarramento al 3% per entrare in Parlamento e loro singolarmente sono sotto questa quota, almeno a vedere i dati di previsione dei sondaggi, e sperano che l’unione faccia la forza, ma in politica due più due non fa mai quattro. Quanto ai loro programmi: basti dire che anche loro sono per il nucleare, il che fa pensare che il loro obiettivo sia quello di appoggiare un governo di destra, qualora la coalizione Meloni-Salvini-Berlusconi non raggiunga la quota per formare un governo. Solo l’idea fa venire la nausea: ve l’immaginate un governo in cui ci siano tutte queste persone? Che ne sarebbe del nostro Paese, di noi tutti?
A questo punto, cari amici e compagni, lasciatemi fare qualche considerazione: noi della sinistra siamo sempre autocritici, siamo abituati a spaccare il capello in 4, a mettere in discussione tutto, a stracciarci le vesti e a rovesciarci addosso tonnellate di autocritiche. Non che sia sbagliato, anzi: è un utile esercizio di democrazia e dovrebbe renderci vigili e attenti alle scelte che facciamo. Ma non è più così e da un pezzo, ormai. Il contatto con l’elettorato manca del tutto, la partecipazione è sempre minore, non c’è stato un rinnovo della classe dirigente, sempre più stagionata e incapace di tirar fuori una idea che una che sia nuova e sorprendente e i giovani stanno alla larga dai partiti in genere… già, di nuovo. Ma noi nel ’68 non avevamo lo stesso disprezzo verso la politica e i partiti? Non sceglievamo altre forma di aggregazione politica? E non abbiamo fatto lo stesso vent’anni fa, coi girotondi e i movimenti? In realtà è una vita che siamo sempre in guerra, noi base della Sinistra con i dirigenti dei nostri partiti di riferimento, divisi sul modo di gestire la politica, la cosa pubblica, il bene comune, ma sempre ricattati in tempo di elezioni e costretti a subire “il male minore”. Beh, ora basta. Come dicevo in apertura, personalmente ne ho proprio abbastanza. E tuttavia dopo aver letto il programma di FdI e quello della Lega e sentito i proclami del gran miscuglio di un non ben identificato Centro ( o forse meglio: del troppo identificabile Centro neo democristiano) mi chiedo se questo è il momento di dare una lezione all’unico partito che può contrastare questo infame miscuglio, questa accozzaglia di imbecillità pericolose e deprimenti, che svolazzano ronzando intorno alla destra come mosche nauseabonde .…
Ed ecco che i pensieri e i dubbi riprendono di nuovo a girare in tondo come galline impazzite…il fatto è che ormai siamo stati talmente condizionati, che è difficile tirar fuori la testa dal sacco. Secondo il PD ogni voto dato a qualche alleanza minoritaria di sinistra - come quello che vorrei dare io - sarebbe un voto sprecato, mentre quello dato a loro sarebbe un voto utile… ma utile a chi??? A quei dirigenti incollati alle loro poltrone da sempre, non certo a noi cittadini! E se però gli volto le spalle e vince questa destra che difende Orban e strizza l’occhio a Putin? Ossignore! Che dubbi, che stress!!! E dunque che alba sarà quella del 26 settembre? Vorrei davvero saperlo, ma credo che per nessuno sia possibile fare una previsione, ormai. Vista anche la pubblicità che involontariamente (?) abbiamo fatto alla Meloni e alla destra, facendole diventare il fulcro attorno a cui ruotano queste miserabili elezioni, tanto che pure loro si sono montati la testa e sono convinti di stravincere. La Meloni se la sente già in tasca la vittoria: avete sentito con quale sicumera ha arringato alla destra spagnola? Arrogandosi il ruolo di apripista di tutte le più reazionarie destre europee? Vorrei tanto vedere la sua faccia se dovesse perdere e non è detto che non succeda. E noi che faremo perché questo accada? Mah….forse dovremmo sperare nella battuta di Renzi :” Guarda Giorgia, non so se vinci, ma sappi che ogni due anni faccio cadere un governo”…sempre che lui riesca ad arrivare in Parlamento, naturalmente…
A questo punto posso solo consigliare: chi crede nelle preghiere ci si applichi con fervore e chi ha dei forti dubbi anche su questo versante, si consoli pensando che comunque nulla dura per sempre… E poi che sarà sarà…
Barbara Fois