E’ vero, sono una medievista, ma non ho alcuna intenzione di parlare qui di quel fenomeno storico che portò a delle guerre insensate contro i musulmani, fra l’XI e il XIII secolo, con la risibile scusa di liberare il Santo Sepolcro. Piuttosto mi interessa analizzare un fenomeno di costume che da lì partì per altri tipi di campagne militari, coperte dalla Chiesa di Roma, per ragioni di denaro e di potere. L’imput e la giustificazione ufficiale era che “Dio lo vuole”. E Dio voleva sempre – guarda caso – quello che era più utile ai gruppi di potere più reazionari, bigotti e ottusi, ma ricchi, scaltri e spregiudicati. Il nome poi si è allargato a qualsiasi campagna ideologica fortemente aggressiva, perfino se per obiettivi positivi, come quella contro il fumo, ma pur sempre volta a imporre un parere di parte. E in fondo “Dio lo vuole” resta sempre il sottotesto, neanche troppo nascosto, delle azioni autoritarie: diktat, non mai spiegazioni, argomentazioni, apertura a discussioni. Questo è il mondo monocromatico della destra, incapace di confrontarsi e di argomentare le proprie scelte unilaterali e quando uno non ha argomenti passa inevitabilmente ad affermare le proprie scelte con la coercizione e la violenza. Ne sono esempi recenti le prese di posizione di questo governo sui migranti, il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, la maternità surrogata ( da loro definita come “utero in affitto”) e – ancora una volta (ci provano sempre) – l’interruzione volontaria di gravidanza. Ci troviamo così davanti ad atteggiamenti oscurantisti, esternazioni ignobilmente razziste, imbecillità e cialtroneria di ministri assolutamente non all’altezza del ruolo affidatogli, disprezzo per ogni conquista civile compreso il “fine vita”, l’eutanasia negata in favore di un accanimento terapeutico, inutile e crudele. E da questo clima dittatoriale vengono violenza e intolleranza diffuse e in crescita, perché i violenti sentono subito se il vento tira in loro favore e questo vento neofascista che parte da un governo ottuso e leghista è a livello di burrasca.
La verità è che l’intolleranza religiosa fa di nuovo capolino…tornano fuori “in hoc signo vinces” e “Dio lo vuole!” , come dicevamo, e la ministra alla Famiglia, alla Natalità e alle Pari Opportunità Eugenia Roccella – dimentica del proprio passato di militante radicale – ne è un esempio lampante, lei che vuole estendere a tutto il mondo le sue idee bigotte e ristrette.e etichettare come “reato universale” la maternità surrogata. Ma questo non è che l’inizio di una serie di battaglie di retroguardia: seguiranno infinite altre crociate, prevaricazioni e violenze, e sempre in nome di un Uomo che è morto proprio perché paladino della non violenza, della fratellanza, dell’uguaglianza, della tolleranza. Gesù di Nazareth, un Uomo buono e giusto, tollerante e saggio. Un Uomo che difendeva le donne in una società misogina, che amava i deboli e i poveri in un mondo dominato dalle classi sociali e dal denaro, che sapeva perdonare, in un’epoca segnata dalla legge della vendetta. Quest’Uomo è stato subito sconfessato dalla Chiesa che diceva di ispirarsi a lui: una Chiesa misogina, crudele, intollerante, violenta, incapace di amore, che ha stravolto il Suo pensiero, si è appropriata della Sua immagine e ne ha fatto il marchio che ha contraddistinto troppo spesso l’intolleranza e la discriminazione. La storia di questa Chiesa e del suo simbolo è infatti una lunga storia di sangue, di stragi, di torture, di cattiverie e di crudeltà: dalle Crociate all’Inquisizione, dal massacro degli albigesi alle stragi di ebrei, chiusi nei ghetti, dallo schiavismo al Ku Klux Klan, ai cristiani suprematisti di Trump. Da duemila anni quel simbolo è stato l’alibi di infinite sconcezze, di continue violenze, di lotte interminabili, di intolleranze feroci. La Democrazia Cristiana se lo mise nel suo logo, lo legò alle proprie vicende politiche, spesso di infimo grado.
Salvador Dalì. Gesù
Ma non basta: costoro vogliono perfino riscrivere la Storia. Scrive sul Manifesto Raffaele Simone: “Tra le cose che più preoccupano i nuovi arrivati sembra infatti esserci la creazione di un nuovo «romanzo nazionale» (come lo chiama lo storico francese Pierre Nora), e a questo scopo vanno indicando che cosa, nella storia, va dimenticato e cosa va portato in primo piano, anche a costo di inventarne, cancellarne o alterarne dei capitoli importanti. Nel suo discorso di insediamento da presidente del Senato, per esempio, Ignazio La Russa non s’è risparmiata una sua versione degli Anni di Piombo, in cui i terroristi di destra sono stati presentati come «tanti ragazzi che hanno perso la vita perché credevano in delle idee e degli ideali o perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato». Il senatore La Russa ha fatto di peggio: ieri 31 marzo 2023 ha detto, a proposito dell’attentato di via Rasella che l’episodio non era certo dei più nobili della Resistenza, perché le vittime erano dei poverazzi di mezza età che suonavano in una banda militare e forse non erano nemmeno tedeschi, ma sud tirolesi. Una bugia schifosa, che fa ribrezzo. Dovrebbe essere cacciato via dal posto che occupa e che evidentemente non merita: la seconda carica dello Stato. Non vorremmo certo che prendesse il posto del nostro amato presidente Mattarella, mai capiti che gli succeda qualcosa!
Ma torniamo all’articolo del Manifesto. Dice Raffaele Simone, a proposito della riscrittura della Storia :”Ha rincarato la dose il ministro dell’istruzione (e del merito) Giuseppe Valditara. Non appena installato, si è messo a scrivere impegnative epistole di sintesi storica per gli studenti. Il 9 novembre (caduta del Muro di Berlino) ne ha mandata una in cui, denunciando le nefandezze dei regimi comunisti, proclamava «il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria», ma non dicendo nemmeno una parola sui paralleli disastri prodotti dal nazifascismo e le sue sequele. Da qui la promessa di rispolverare il «Giorno della libertà», che nel 2005 il secondo governo Berlusconi istituì con una legge (ma che fu regolarmente ignorato negli anni seguenti). Sebbene da più parti si sia fatto notare ai nostri governanti che la storia la scrivono gli storici e non i ministri pro tempore, avremo senza dubbio altre sortite simili, visto che nell’attuale esecutivo ci sono diversi componenti ansiosi di esternare su temi storici. L’intento, del resto, era formulato a chiare lettere nel programma di Fratelli d’Italia (paragrafo 13), dove tra gli obiettivi in campo culturale c’erano i seguenti: «Creazione di un nuovo immaginario italiano anche promuovendo, in particolare nelle scuole, la storia dei grandi d’Italia e le rievocazioni storiche. Valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità. Contrasto acancel culture e iconoclastia che minacciano i simboli della nostra identità» (corsivi miei). Va detto che, nel proporre avventurosi percorsi («creazione di un nuovo immaginario», «Roma capitale della Cristianità» ecc.), l’Italia non è sola. In altri paesi europei la politica prova ogni tanto a riscrivere il «romanzo nazionale», cioè quell’insieme di narrazioni e di memi, non necessariamente aderenti al reale, che la gente condivide senza troppo curarsi delle omissioni. È quasi inutile ricordare il famigerato articolo di Putin «Sull’unità storica di russi e ucraini» (uscito nel 2021 poco prima dell’«operazione militare speciale»), in cui la storia dei due paesi era completamente riscritta.” E dopo l’invasione è stato ben chiaro il perché.
Questo tentativo di reinventarsi una storia alla propria maniera l’aveva già fatto Berlusconi, tanto addirittura da riscrivere i testi dei libri di storia in dotazione alle scuole. Porto qui un esempio inquietante.
In un testo in adozione presso la nostra disastrata scuola pubblica e, per l’esattezza, rivolto ai ragazzi della terza media, si legge questa perla di saggezza:
"Gli uomini della Destra erano aristocratici e grandi proprietari terrieri.
Essi facevano politica al solo scopo di servire lo Stato e non per elevarsi
socialmente o arricchirsi. Inoltre amministravano le finanze statali con la
stessa attenzione e parsimonia con cui curavano i propri patrimoni.
Gli uomini della Sinistra, invece, sono professionisti, imprenditori e
avvocati disposti a fare carriera in qualunque modo, talvolta sacrificando persino il
bene della nazione ai propri interessi. La grande differenza tra i governi
della Destra e quelli della Sinistra consiste soprattutto nella diversità
del loro atteggiamento morale e politico". (Bellesini Federica, I nuovi sentieri della Storia. Il Novecento, Istituto Geografico De Agostini, 2003, Novara, p. 34) manuale di storia per la terza media.). Viva l’Italia.
Il fatto che mi disturba di più è che tutti pensano di poter fare gli storici: se uno si improvvisa e si spaccia per avvocato, o medico, o ingegnere, in qualche caso rischia perfino la galera, invece qualunque imbecille, ignorante e presuntuoso può sfoggiare il titolo di storico e inventarsi una storia tutta sua, senza rischiare nemmeno un calcio nel sedere. E invece può fare danni gravissimi e distorcere le coscienze dei più giovani e cambiare le sorti del Paese.
E. Delacroix, la Libertà che guida il popolo
Si aggiunga a tutto questo scempio, la crociata di questo governo di destra contro i più poveri, a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza, e invece tutte le agevolazioni rivolte a chi evade le tasse, ai mascalzoni che truffano lo Stato e dunque noi tutti. Per non parlare degli appalti liberi, cioè senza gare d’appalto, una cosa davvero vergognosa, quasi ai limiti del codice penale per le conseguenze che può portare, agevolando le mafie, che notoriamente si infiltrano ovunque. E ancora: nel nostro futuro c’è il ponte sullo stretto di Messina, una cosa davvero imprescindibile, utilissima e prioritaria, soprattutto in due regioni che non hanno né strade, né ferrovie. Si consideri inoltre che lo stretto è caratterizzato da forti correnti marine che raggiungono il massimo della velocità proprio in corrispondenza della cosiddetta sella, là dove la larghezza e la profondità delle acque dello stretto sono minori (circa 3 km di larghezza e 100 m di profondità, mentre poi il fondale scende a 2000 metri!) e dove dunque andrebbe costruito il ponte. Un ponte a una sola campata su uno stretto già teatro di uno spaventoso terremoto, nel 1908, in cui sono morti anche diversi miei parenti da parte della mia nonna paterna, quindi so bene di che parlo.Oltre a tutto per questo ponte sono stati già buttati centinaia di migliaia di euro, solo per dei progetti senza mai concretizzare niente e che costerà ben 10 miliardi. Non importa che non riusciamo a spendere nemmeno quelli che l’Europa ha già stanziato per noi e che i giovani di tutta Italia siano precari a vita e che i poveri adesso siano proprio senza più risorse e alla disperazione. Ma sono certa che la nostra presidente del consiglio (il minuscolo non è casuale) sia come sempre molto soddisfatta, lei donna, madre e cristiana. Complimenti e ad maiora.
Vincent Van Gogh
Cari parlamentari del Centro Sinistra, sì, proprio voi che vi astenete nei momenti in cui dovreste lottare, che sbagliate pulsante quando il vostro voto è fondamentale, che siete assenti quando la vostra presenza potrebbe fare la differenza, voi che perseguite solo vostri interessi, incomprensibili e scioccamente egoisti, voi che ci avete consegnato mani e piedi legati a questa destra, voi: cosa avete intenzione di fare? Fin dove possono arrivare costoro, nello scempio del paese? Usque tandem abutere patientia nostra? Fino a quando abuserete della nostra pazienza?…
Barbara Fois
Approfondimenti
https://www.open.online/2023/03/21/centrodestra-maternita-surrogata-reato-universale/