Dagli amici mi guardi Dio…

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 31/10/2022
Berlusconi e Salvini, spine nel fianco del governo Meloni

Dice un vecchio adagio: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io” e sembra invece coniato apposta per il nuovo governo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Se qualcuno infatti pensava che sarebbero state le opposizioni a cercare di far cadere il suo governo, è stato davvero troppo ottimista: le opposizioni come sempre traccheggiano, avendo ereditato dal passato solo una tendenza suicida di stile aventiniano, ma del resto non hanno bisogno di scuotersi dalla pigrizia intellettuale e politica che li connota ormai da anni, perché sarà la stessa destra a suonarsela e cantarsela da sola. Infatti siamo certi che saranno i suoi alleati: Berlusconi e Salvini a far naufragare la barca di Meloni, prima o poi. Due maschi avvelenati a vedere una donna al posto che volevano per sè e che per giunta è riottosa a dare loro quello che vogliono, non solo per sè ma per i propri fidi e famigli e non certo, naturalmente, per i propri elettori e men che meno per il bene della Nazione. Ci stupiamo? Neanche un po’: siamo Italiani, dunque ormai abituati a governanti superficiali, cinici e ingordi e qualche volta anche corrotti, purtroppo. La Meloni, che è donna intelligente e stratega tenace, di certo aveva messo in conto intemperanze e colpi di testa da parte di due soci inaffidabili e immaturi, nonostante l’età, ma forse non si aspettava che avrebbero cominciato a romperle le scatole ancora prima di aver incassato la fiducia in Parlamento. Ma se i due sembrano il Gatto e la Volpe di Collodiana memoria, la Meloni non è certamente il povero e disarmato Pinocchio e quindi possiamo aspettarci scintille e scontri, dopo la “luna di miele” dell’insediamento al potere.

E comunque si vede che già le stanno tirando la giacchetta, se no perché nel suo discorso programmatico al Senato avrebbe inserito un argomento così marginale e divisivo, ma centrale per Salvini, come l’aumento del contante che si può ritirare in un mese ( Salvini vorrebbe fino a 10.000 euro, ma quasi certamente sarà di meno)? Argomentando poi che non sarebbe vero che troppo contante rende possibile l’evasione fiscale e citando come fonte anche il ministro Pier Carlo Padoan, di area dem. Peccato che il ministro abbia smentito subito e con vigore l’addebito, dicendo che a suo tempo si era già corretto e che la correlazione fra contante ed evasione c’è eccome. Ma noi capiamo bene l’origine dell’errore della Meloni: la fonte è quasi certamente il suo socio leghista, che ha artatamente “arronzato” la citazione, perché il suo scopo era quello di alzare il tetto del contante a tutti i costi, come del resto aveva già preannunciato, bruciando il suo presidente. E si capisce bene perché tanta fretta: il leghista si sente sfuggire il terreno da sotto i piedi: ha perso le elezioni, il suo elettorato e i suoi compagni di partito ormai non hanno più fiducia in lui, ha fatto figuracce a livello internazionale che avrebbero schiantato chiunque e si è trovato a dover promettere quello che non era facile ottenere e così adesso deve dare almeno un segnale che le cose promesse le otterrà. Fa pensare a quei giocatori sfigati rincorsi dagli usurai... deve portar a casa qualcosa ed ecco che innalzare il tetto del contante può diventare prioritario.

Ma invece sai cosa gliene frega ai cittadini in difficoltà, sempre più poveri, che aspettavano una parola di conforto sulle bollette! La Meloni dovrà abituarsi a controllare tutto quello che i suoi soci le dicono, le notizie e i dati che le passano, perché loro vivono a Fantasilandia, non nella realtà di questo Paese. Come se poi non sapessimo tutti, per esperienza diretta, che quando artigiani, negozianti, professionisti, etc. ti fanno uno sconto sul prezzo del loro lavoro, lo fanno togliendoti l’IVA, in cambio però tu li devi pagare in contanti, perché non deve restare traccia del pagamento. E questo cos’è se non evasione fiscale?Inoltre uno che può ritirare 10mila euro al mese, quanti ne guadagna in nero? Mi vengono in mente solo i pusher o i malavitosi in genere. Saranno felici anche i mafiosi e tutti quelli che evadono alla grande le tasse. Bisogna stare attenti a quello che si dice e si fa e cosa si porta dietro, come effetti collaterali, ogni azione politica, ogni scelta, perchè la cosa non è ininfluente. Dunque deve stare molto attenta la Meloni a non assecondare con leggerezza le mene del leghista, perché da lì non le verrà niente di buono e il “golpe del Papeete” docet. Lei forse ha temuto di più le intemperanze imbarazzanti della vecchia cariatide, visti i precedenti insulti a lei, le esternazioni affettuose su Putin e le stupidaggini sui motivi della guerra in Ucraina, ma ha sbagliato a credere di potersi fidare di Salvini…

E comunque entrambi i maschi intemperanti hanno fatto in modo di tenersi la lingua in bocca fino ad incassare la fiducia, da adesso in poi si vedrà. Non credo che nessuno possa invidiare il lavoro che aspetta la Meloni nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. Intanto Salvini sta già cominciando a tirarle il tappeto da sotto i piedi e a cercare di cementare la gratitudine del suo elettorato, anche invadendo il territorio di Musumeci e del suo Ministero del Mare, pur di ribadire il suo odio per i migranti, suo e dei suoi amici leghisti, che guardano gli africani dall’alto della loro visibile, incommensurabile superiorità etnica e culturale.

 

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E comunque sia il Parlamento ha votato la fiducia al governo Meloni e noi staremo alla finestra a guardare, ma non disarmati e impotenti, ma vigili e attenti, visto che sulle opposizioni non possiamo contare. E poi a sorvegliare la Meloni e il suo governo di vegliardi sarà prima di tutto il suo stesso elettorato di destra, che non è certo composto da ricconi, nonchè tutti quelli che hanno sperato in un cambiamento. Che fino ad ora non c’è stato e non ci sarà, date le premesse. Per il momento ci si è accontentati di polemizzare solo su dettagli insignificanti come la scelta del genere del suo ruolo: infatti la Meloni ha scelto di venir chiamata al maschile “Presidente”… e lo credo bene! Presidentessa poteva far pensare a certi filmetti pornosoft degli anni ‘70, o alle dirigenti di circoli di cucito e di ricamo. E comunque direi che davvero non è un problema chiamare la Meloni il Presidente e non la Presidente e tantomeno la Presidentessa, ma è proprio solo un fatto marginale, di nessun peso. C’è invece ben altro da dire su questo governo e soprattutto sui contenuti dei discorsi che la Meloni ha fatto alla Camera e al Senato. Al di là dell’autocelebrazione biografica, il suo è stato un discorso pieno di innegabile passione politica, ma la passione è certamente di parte e questo non fa ben sperare che sarà un Presidente del Consiglio di tutti i cittadini.

A cosa mi riferisco? Al suo accenno all’antifascismo militante che avrebbe ammazzato giovani innocenti “a colpi di chiavi inglesi” e in questo modo avrebbe “perpetuato l’odio della guerra civile” liquidando così anche la rilevanza e il significato della lotta di Liberazione. Inoltre si è limitata a dire sul Fascismo “Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici, per nessun regime, fascismo compreso” e tutti a battere le mani, con stupita ammirazione. Ma per cosa?? Per come si sta cucendo addosso il vestito della democrazia e del perbenismo borghese? Peccato però che anche lei, come La Russa, abbia citato solo il caso Ramelli (come è chiaro dal riferimento alle chiavi inglesi): forse perché non hanno altri casi da ricordare? Ma almeno La Russa ha avuto il buon gusto di citare anche due vittime di sinistra: Fausto e Iaio. Ma guarda un po’, proprio loro, con tanti giovani di sinistra ammazzati dai fascisti. La cosa mi allerta perchè su questo doppio omicidio gravano pesanti sospetti, che coinvolgono non solo la destra e che meriterebbe un discorso a parte. Infatti i due ragazzi furono uccisi due giorni dopo il sequestro di Moro e la strage della sua scorta e uno dei due abitava in via Montenevoso, di fronte al covo milanese delle BR, dove anni dopo furono trovati documenti e verbali della prigionia di Aldo Moro. Voi che dite? Quella di La Russa è una scelta casuale? Ehh, che domande mi faccio…

In ogni caso è certamente un vero peccato che nessuno dei due esponenti di FdI abbia ricordato lo stragismo fascista degli anni di piombo: la strage alla banca dell’Agricoltura a Milano, quella di piazza della Loggia a Brescia, della stazione di Bologna, dell’Italicus etc. quando i fascisti facevano la manovalanza feroce e ignorante di coloro che gestivano il potere e si inventavano gli opposti estremismi e fomentavano la strategia della tensione. E tutto questo per affossare la sinistra. E sullo sfondo c’era anche l’alleato a stelle e strisce, ricordiamocelo sempre.

Insomma, non facciamoci fuorviare dalla giovane età della Meloni e dal fatto che sia una donna: anche perché non penserà alle altre donne, questo è certo, infatti ne ha messo nel suo governo solo 6 e non certo tali da farle ombra. Basta infatti pensare ad Anna Maria Bernini, Forza Italia, prossimo ministro dell’Università e della Ricerca (gulp!!), che posta sui social il giuramento del Governo sul tormentone musicale “Adesso giura” di Ambra Angiolini, che la cantava quando trent’anni fa era la star di un programma adolescenziale che si intitolava “Non è la Rai”. A parte il cattivo gusto della scelta, trent’anni fa la Bernini non aveva 16 anni, ma ben 27, essendo nata non nel 1977 come Meloni e Angiolini, ma nel 1965. E qui mi taccio, perché mio padre mi ha insegnato che non si deve mai mortificare nessuno. Ma certo come ex professore universitario provo una profonda tristezza.

E può la Meloni temere Elisabetta Casellati, fedelissima di Berlusconi fino a farsi coinvolgere e travolgere nella vergognosa vicenda di Ruby, spacciata per nipote di Mubarak? La Casellati che brigava per diventare Presidente della Repubblica, che Berlusconi fortemente voleva alla Giustizia (e sappiamo bene perché) e che oggi è ministro alle Riforme? Ma andiamo! Ugualmente non possiamo credere che tema Daniela Santanchè, sua compagna (si fa per dire) di partito, ministra del Turismo e proprietaria di uno stabilimento balneare, nonchè socia di Flavio Briatore prima nella proprietà della discoteca “Il Billionaire” di Porto Cervo e attualmente del lussuoso “Twiga” di Forte dei Marmi. Insomma: la donna giusta al posto giusto!Rinuncerà a queste proprietà per evidente, gigantesco conflitto di interessi? Ma figurati! Dopo tutto siamo in Italia, no? Leggiamo su Vanity Fair: “Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, aveva diffuso una nota per spiegare di volersi fortemente opporre alla nomina di Daniela Santanchè come ministra del Turismo. «È inaccettabile che al ministero del Turismo, e quindi del demanio marittimo, possa sedere chi ha interessi nel demanio marittimo, un settore che fattura tra i 7 e i 10 miliardi di euro mentre, con le concessioni demaniali, lo Stato incassa solo 100 milioni di euro, con un’evasione erariale di quasi il 50%. Attualmente, infatti, le concessioni demaniali costano tra 1 euro e 1,70 euro al metro quadro all’anno». E ancora: «Il Twiga, lo stabilimento balneare di Briatore e Santanchè, paga un canone irrisorio di 17 mila euro l’anno mentre, ai consumatori, fa pagare ben 300 euro al giorno per una tenda. Ciò significa che, con gli incassi di meno di mezza giornata, il Twiga riesce a pagare il canone che versa allo Stato per la concessione della spiaggia per tutto l’anno. Come denunciamo da tempo, a noi pare che quelli di cui lei stessa gode siano privilegi inaccettabili. Siamo pronti a opporci duramente». Alla luce di tutto questo può la Santanchè fare ombra alla Meloni, che dice di sé e giustamente “non sono ricattabile”?

Come Ministro della Disabilità è stata scelta la leghista Alessandra Locatelli, che ha lavorato nel campo dell’assistenza e della cura delle persone affette da disabilità intellettiva, in una comunità. Nel governo Conte I ha guidato per due mesi il ministero per la Famiglia e la Disabilità. Nel 2021 è stata scelta per ricoprire il ruolo di assessora della Regione Lombardia con delega a Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità. Alessandra Locatelli ha spesso attaccato le ong che soccorrono le persone nel Mediterraneo, criticando quello che ha definito «il business dell’accoglienza». Sui social è riportato che abbia inoltre fatto una proposta di istituire dei cimiteri per i feti abortiti, anche contro il volere delle madri. Come aveva già proposto a Ferrara, ma la sua proposta era stata bocciata. Un’altra chicca di questo governo.

Il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone è essenzialmente un tecnico e dunque la sua azione è ristretta alle sue competenze specifiche. Tuttavia anche lei ha forse un bel conflitto di interessi in casa: suo marito è nel cda dell’INPS, che dipende dal suo ministero. Dunque la Calderone come ministro del Lavoro “vigilerebbe” sull’attività del marito. Non sappiamo se giuridicamente si possa parlare di conflitto d’interesse ma certamente è almeno inopportuna la contemporaneità dei due incarichi.

Fin qui parliamo di tutte donne che non possono fare ombra al Presidente Meloni, ma che possono farle gioco e non solo nel confronto a lei favorevole, ma anche come esecutrici di atti che lei non può compiere in prima persona, come la ministra per La famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella. Personaggio davvero controverso: figlia di uno dei fondatori del Partito Radicale, è caduta sulla via di Damasco (altro che Paolo di Tarso!) e dopo essere entrata a 18 anni nel Movimento di liberazione della donna e aver lottato per ottenere una legge sull’aborto negli anni ’70, pubblicando nel 1975 il libro “Aborto: facciamolo da noi”, ha cambiato completamente orientamento, diventandone nel tempo una nemica giurata. Nel 2013 ha fondato “Di mamma ce n’è una sola” comitato contro la maternità surrogata. Inoltre, come ricorda Il Post, Eugenia Roccella, nel corso degli anni, ha definito l’aborto “il lato oscuro della maternità” e una “scorciatoia che non dovrebbe più esserci”, la pillola abortiva RU486 “un enorme inganno“, il matrimonio un “momento cruciale che dà valore alla differenza sessuale” e le unioni civili una via verso “la fine dell’umano“. E’ inutile che Meloni e Roccella dicano che non toccheranno la legge 194: non ce ne sarà bisogno, semplicemente la svuoteranno e la renderanno inapplicabile, aiutate anche dai medici antiabortisti che sono la maggioranza in questo Paese arretrato e ignorante.

Questa è la vera faccia della Meloni: il lavoro sporco lo farà fare agli altri e lei manterrà l’aspetto riciclato tranquillizzante, pulito e più moderato. Ma è un inganno, perché noi ce la ricordiamo bene quando gridava al convegno di VOX, in Spagna “Io sono Giorgia…” e davvero non capisco tutto questo stupore di molti per il suo nuovo pacato e rassicurante modo di fare: ma che si aspettavano? Che gridasse “Vi faccio vedere io come lo cambio questo paese di debosciati di sinistra?”

Giorgia Meloni parla di sé con sicumera, di quello che vuol fare, anche stravolgendo la Costituzione: vedi l’introduzione del Presidenzialismo, che minaccia di fare comunque anche contro l’opposizione e il dettato costituzionale. E lo fa con quell’aria da bullo che l’ha contraddistinta fino ad ora. Tanto, chi può fermarla? E’ sempre un lupo, un lupo che non cerca nemmeno di drappeggiarsi addosso e alla bell’e meglio una pelliccetta d’agnello. Ha preferito blindarsi, mettendosi intorno, nel suo governo, persone a lei fedelissime come Crosetto o addirittura familiari come il cognato Lollobrigida. A parte i suoi “pretoriani” il resto degli altri ministri andrebbe analizzato meglio e lo faremo in un articolo a parte. Qui basti dire che l’altissimo profilo di cui si vantava due mesi fa, irridendo il consiglio dei migliori, è evaporato lentamente dopo ogni no dei personaggi in vista che avrebbe voluto nel suo governo, ma che di lei non si sono fidati, o non hanno voluto fare le foglie di fico. E hanno fatto bene, visto il risultato complessivo e i problemi all’orizzonte, compresi i due soci.

Ultima chicca la salute: adesso saranno abolite le multe ai novax, reintegrati i medici sanzionati, saranno tolte le mascherine perfino negli ospedali, si faranno addirittura commissioni di inchiesta sulla gestione della Sanità durante la pandemia (anche sul presidente lombardo Fontana?) e saremo tutti liberi di crepare di Covid. Evviva la libertà e il ritorno alla normalità. L’unico che ha ammonito su queste prese di posizione spericolate è il nostro Presidente della repubblica, Sergio Mattarella, subito contraddetto dal nuovo ministro alla Sanità. Già…

Ne vedremo delle belle, cari amici e compagni: in poco tempo torneremo indietro di trent’anni e forse più, grazie anche alle opposizioni, che continueranno a prendersi a calci nelle caviglie fra loro e lasceranno fare alla Meloni quello che le pare. Infatti già il fatto che si parli di opposizione al plurale fa davvero temere il peggio, ma se si pensa alla dichiarazione di voto di Renzi al Senato e alla sua sviolinata piaciona alla Meloni, dichiarandosi di fatto a sua disposizione, siamo certi che al peggio non c’è mai fine. Del resto sappiamo bene chi è il personaggio in questione e nessuno io credo contava su di lui. Ma stia attento, perché, come si dice, una volta che hai regalato la mucca, nessuno avrà bisogno di comprare il tuo latte. Quanto a Letta e al PD: basta pensare che il loro congresso è fissato a marzo ’23, cioè fra 6 mesi e abbiamo capito subito dove finirannonel frattempo: al 12%, se gli va bene. Il Movimento 5 Stelle poi ha due punti deboli: la pesante e ingombrante presenza di Grillo e la posizione non chiara sulla guerra in Ucraina e sul suo riarmo. Conte infatti non ha spiegato come si sarebbe potuto tutelare gli invasi dagli aggressori, senza armarli. Infatti parlare di pace e di trattative, quando la Russia afferma di non essere disposta a cedere su nulla e pretende di ottenere tutto quello per cui ha iniziato la guerra, è un discorso che non si regge in piedi.

In tutto questo caos viscido e pericoloso, quando la Meloni dice che il motto di questo governo sarà “non disturbare chi vuole fare”, mi preoccupo e mi chiedo: e se uno vuol far del male? Vuole rubare, brigare, prevaricare, uccidere, assalire persone e luoghi simbolo? Lo lasceranno in pace? Perché il termine “fare” è un po’ troppo generico e lascia aperte troppe porte… E il suo elettorato riuscirà a capire che l’interesse di questo governo è rivolto a chi ha denaro e non ai poveri? Lo capirà quando gli operai continueranno a morire nei cantieri, perché non bisogna disturbare il manovratore? O quando butteranno i soldi in un progetto assurdo come quello del ponte sullo stretto, e lo faranno come promette Salvini, prendendo i soldi investiti nel reddito di cittadinanza? E quando lo capirà riuscirà a reagire?

A questo punto, io continuo a contare sul Gatto e la Volpe, a puntare sul narcisismo e sulla demenza senile e a sperare nella buona sorte. Dite che sono diventata minimalista? Perché, voi no?

 

Barbara Fois

 

Da leggere e meditare:

https://ilmanifesto.it/identita-e-liberismo-il-discorso-di-meloni-definisce-la-destrahttps://ilmanifesto.it/identita-e-liberismo-il-discorso-di-meloni-definisce-la-destra

https://www.vanityfair.it/article/daniela-santanche-ministro-turismo-twiga

https://www.ilpost.it/2022/10/24/cosa-ha-detto-eugenia-roccella-sullaborto/

https://www.usb.it/leggi-notizia/marina-calderone-ministro-del-lavoro-il-marito-e-nel-cda-dellinps-1340-1.html

 

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