Anche il Papa se ne è accorto e le ha detto ironico “Oggi siamo vestiti uguali…” La Meloni va dritta per la sua strada: vuole il potere, quello assoluto, quello di “Non parlate al conducente”. L’appetito vien mangiando, come si dice, e adesso è così convinta di essere la persona più importante del mondo, da sostenere che le sue priorità sono quelle della gente e che per tutti oggi è il presidenzialismo, non importa quale: presidenza della Repubblica o del Consiglio, va bene tutto. Purchè la gente voti e voti lei. Una forma di autocelebrazione selvaggia che lascia di stucco. Il successo le ha dato alla testa e adesso è convinta che tutti la amino e che la voterebbero felici e festanti, legittimando il suo potere assoluto. Ma sarebbe davvero così? Ha tolto ai cittadini più poveri il reddito di cittadinanza, ha negato il salario minimo, gli studenti universitari fuori sede stanno accampati in tende davanti alle loro università per protesta sul caro affitti, ha tolto ai figli delle coppie omogenitoriali la stessa possibilità di esistere come cittadini degli altri bambini, gli operai continuano a morire sul lavoro e le bollette ad aumentare spaventosamente, nel contempo ha tagliato le tasse ai ricchi e li ha graziati dal rimborsare le evasioni fiscali passate… e il presidenzialismo sarebbe il primo pensiero di tutti?? Qualcuno la svegli dai suoi sogni insensati di potere e di gloria, per favore! Ma chi è in grado di farlo? Il suo inadeguato entourage? O meglio quel coro di derelitti che la circondano, degno della Tosca di Luigi Magni? (godetevi questa esilarante, sublime pagina di grande cinema qui sotto.
Beh, prima o poi qualcuno lo farà di certo, e magari non è tanto lontano da lei…
Nel frattempo lei si infratta nel vittimismo, per non pagare gli errori di un governo fallimentare, composto da vorrei-ma-non-posso. “È colpa dei precedenti governi”, “Tutti mi attaccano”… Nessuna assunzione di responsabilità per gli errori del governo: trincerarsi nel ruolo di vittima è più comodo e genera nei propri sostenitori un moto di protezione verso il leader “ingiustamente attaccato”. È da sempre il modus operandi della destra in tutto il mondo, e purtroppo funziona. Umberto Eco diceva che “Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari”.
Scrive Daniele Giglioli, nel suo libro “Critica della vittima” uscito nel 2014 per i tipi di Nottetempo:
“La vittima è l’eroe del nostro tempo. Essere vittime dà prestigio, impone ascolto, promette e promuove riconoscimento, attiva un potente generatore di identità, diritto, autostima. Immunizza da ogni critica, garantisce innocenza al di là di ogni ragionevole dubbio. Come potrebbe la vittima essere colpevole, e anzi responsabile di qualcosa? Non ha fatto, le è stato fatto. Non agisce, patisce. Nella vittima si articolano mancanza e rivendicazione, debolezza e pretesa, desiderio di avere e desiderio di essere. Non siamo ciò che facciamo, ma ciò che abbiamo subíto, ciò che possiamo perdere, ciò che ci hanno tolto.”
A questo proposito commenta Mattia Madonia: “Il saggio di Giglioli delinea la figura del leader-vittima attraverso un tacito manifesto: “Io sono insindacabile, al di sopra di ogni critica, signore e padrone del vostro sguardo e delle vostre parole. Non a tutti gli enunciati possibili avete diritto: solo a quelli a me favorevoli, pena la vostra degradazione a carnefici”. E così, per Meloni, chi osa criticarla diventa automaticamente un nemico della nazione, qualcuno che vuole screditare l’intero Paese quando invece viene contestato il modo di agire del governo. Giglioli lo chiama “rancore vittimario dei vincenti” e fa la distinzione tra vittima reale e vittima immaginaria. Quella reale è tale perché impotente, mentre quella immaginaria inscena l’impotenza come condizione di cui è per diritto “proprietaria inalienabile”. La destra pretende l’alibi, addirittura il compatimento, per occultare le sue falle e far credere che siano i suoi nemici – l’opposizione – il reale pericolo per la nazione, in quanto “remano contro”, cioè quello che per sua natura dovrebbe fare qualsiasi forza d’opposizione, soprattutto di fronte a un esecutivo deficitario, che non va incontro alle esigenze dei cittadini.”
Ci sono esempi eclatanti in questo campo: Silvio Berlusconi, a suo tempo ne è stato un maestro, con le toghe rosse, suoi presunti crudeli aguzzini comunisti; e recentemente Donald Trump, che ha scatenato la reazione dei suoi fidi, spingendoli addirittura ad assaltare Capitol Hill, per un motivo assolutamente falso e completamente inventato: un broglio elettorale inesistente che gli avrebbe strappato la vittoria elettorale. Purtroppo c’è sempre qualche gonzo che crede nelle bugie delle “vittime di professione”, ma a lungo termine c’è sempre, inevitabilmente, lo svelamento della vittima immaginaria. “Quando la luna di miele con gli italiani finirà – scrive Madonia – Meloni dovrà dar conto delle promesse non mantenute, dei tentativi di cancellare del tutto i già fragili diritti delle minoranze e di un Paese che sembra viaggiare con la retromarcia, senza mai andare avanti. A quel punto il vittimismo non basterà più, i nemici immaginari evaporeranno e resterà solo l’incapacità di gestire una nazione, e la responsabilità non sarà di nessun altro”. Amen.
Barbara Fois
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