Non c’è un giorno che questo governo non faccia parlar male di sé! E che diamine! Certo, qualcuno potrebbe dirmi: ma non ti ricordi quando era al governo Berlusconi? Anche allora era uno stillicidio quotidiano di figuracce, a livello nazionale e internazionale. Mi ricordo benissimo e come potrei dimenticarlo! E mi ricordo anche uno spettacolo strepitoso portato in scena a Milano da Nando Dalla Chiesa circa vent’anni fa, che si apriva con una sorta di“blob”di filmati di tutte le figuracce e delle scempiaggini dette ( tipo “Romolo e Remolo”) dal cavaliere, che ci fecero sganasciare dalle risate. Ma la cosa più divertente erano i testi dello spettacolo vero e proprio, presi dai verbali autentici delle sedute parlamentari e recitati non da attori, ma da senatori e onorevoli dell’Ulivo. Ragazzi, un delirio!
Ma allora il buffone lo faceva, nel 90% dei casi, il cavaliere, oggi non c’è un ministro che si salvi! Fanno a gara, per dirla alla Montalbano di Camilleri, a sparare minchiate e soprattutto a chi le spara più grosse e più ridicole.
Come scrive Salvatore Merlo su Il Foglio del marzo scorso : “…abbiamo fin qui visto all’opera i cretini di sinistra, e ora abbiamo l’opportunità di osservare anche gli imbecilli di destra. Che sono il vero nemico e la più grande minaccia rivolta contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Morte ai coglioni”, suggerivano dunque a De Gaulle. Il quale, conscio della difficoltà ma anche dell’importanza dell’impresa, rispondeva così: “Vasto programma”.
Ma implementiamo lo sciocchezzaio di questa settimana: abbiamo un ministro dell’Agricoltura, cognato della presidente del consiglio (sì, tutto minuscolo, perché: avete qualcosa in contrario?) che scende da un treno fermo e in ritardo e se ne va con un’auto blu. Il treno – in ritardo di ben 2 ore – è un “freccia rossa”, mica una vecchia “littorina” a scartamento ridotto! E il ministro ai Trasporti che fa, dal fondo del suo divano? Interviene forse? Ma certamente no! E meno male che ha minacciato di precettare i sindacati che scioperavano, perché non dovevano interrompere o ritardare i trasporti pubblici!!! Ci sarebbe da rotolarsi dalle risate, se non fosse che a essere penalizzati sono come sempre i poveri pendolari, che vivono drammi quotidiani indicibili per raggiungere i posti di lavoro, o per tornare a casa, mentre il nostro Salvini gioca sui social e straparla del ponte sullo Stretto, citando Topolino…
E comunque: quei poveri pendolari non potevano abbandonare il treno fermo (loro no!) e cercarsi un altro mezzo di trasporto più affidabile, come ha fatto Lollobrigida (Marchese del Grillo, o Ministro del “frillo”?), all’insegna della celebre frase “perché io so’ io e voi nun siete un cazzo”! Tipico di questo miserabile governo di destra.
Noi, parlando di treni, preferiamo però pensare a “La locomotiva” di Guccini, e speriamo “… che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l'ingiustizia!
Ma alla Meloni è andata anche peggio col ministro dell’Istruzione e del merito Valditara. Sì, proprio quello che sosteneva che bisogna umiliare i ragazzi, perché così crescono meglio. Scriveva infatti: “evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità”.Già…. A lui, proprio a lui, hanno affidato il compito di organizzare, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, dei corsi extracurricolari su quella iniziativa che è stata chiamata “Educare alle relazioni“: un’ora di incontri a settimana, per tre mesi l’anno, per un totale di dodici sessioni. Il progetto nasce sull’onda d’indignazione popolare per l’ennesimo femminicidio, che ha visto una vittima di 22 anni, Giulia Cecchettin, uccisa dal suo ex Filippo Turetta, il classico “bravo ragazzo”.
Ma in cosa consisterebbe questo progetto? In 4 chiacchiere sulle relazioni e sui rapporti amicali, sentimentali e sessuali fra ragazzi e ragazze? E chi lo sa! Tutto dipende da chi gestisce questi corsi e ne imposta l’indirizzo. Se saranno affidati ad esperti educatori, sociologi, psicanalisti, psichiatri comportamentali, sessuologi ed esperti dell’età evolutiva, potrebbe diventare un momento importante di dialogo, di crescita e di acquisizione di consapevolezza di sé, ma se la cosa verrà affidata a dei cialtroni, esperti improvvisati, essi stessi bisognosi di aiuto anche psichiatrico, allora sarà solo una perdita di tempo e di soldi, quando non diventi anche un momento di ulteriore confusione e disagio.
Nel caso in questione a coordinare il progetto sarà Alessandro Amadori, docente di Psicologia alla Cattolica di Milano e che casualmente fa parte dello stesso think tank del ministro Giuseppe Valditara, Lettera 150, e col quale ha anche pubblicato un libello dal titolo È l’Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per governare il Paese.
Ma non è venuto alla ribalta per questo scritto, bensì per un libretto autoprodotto scritto nel 2020, con l’allora sua allieva Cinzia Cornaglia, e dal titolo “La guerra dei sessi. Piccolo saggio sulla cattiveria di genere”, in cui sostiene come i femminicidi siano causati “ dal bisogno di sottomissione maschile”, e inoltre che la violenza di genere non esiste, ma vada interpretata come “cattiveria”. Non solo: che ci sarebbe una organizzazione di donne, dette Ginarche, dedite alla “totale svalutazione del maschile” e alla “sua riduzione in schiavitù”. Epperò, che premesse!
E questa è la copertina del libro…Certo, anche la copertina può essere un indicatore, ma non facciamoci distrarre e fuorviare dall’offeso buongusto e torniamo a quello che c’è nel testo e soprattutto cerchiamo di scoprire chi sia l’autore. A verificare il curriculum di Amadori, ci ha pensato il giornale Domani, partendo proprio dal suo libro: la tesi del testo, in estrema sintesi, è che i femminicidi sono certamente un problema, ma che anche le donne sono cattive e “più di quanto pensiamo”, ma che della loro cattiveria non si parla a causa del freno posto dal “politically correct”. Per Amadori la violenza maschile andrebbe intesa come “cattiveria”, un qualcosa di spirituale, mentre il femminicidio sarebbe il “contraltare di una sostanziale fragilità psichica maschile” che “nella nostra società post moderna”porta al timore di “essere castrati” e quindi a una radicale “auto-castrazione” attraverso l’assunzione diretta di una “identità femminile”.
Ma non solo: esisterebbero donne espressamente dedite all’umiliazione dell’uomo, cioè le “sadiche fisiche, le umiliatrici, le necrofile” e, soprattutto, le “Ginarche”. Che, secondo Amadori agirebbero come delle amazzoni giustiziere, che vendicano l’intero genere femminile attraverso una totale svalutazione del maschile, tendendo alla sua riduzione in schiavitù (con tanto d’imposizione di strumenti di contenimento sessuale e di castità forzata, uno dei cardini della rieducazione maschile nella prospettiva ginarchica, insieme con il rovesciamento dei ruoli nel rapporto sessuale…)”.
Scusate, ma mi sento un tantino frastornata e anche esterrefatta davanti a un assunto del genere. Ma non basta. Scrive infatti Stefano Iannaccone su un precedente libretto dell’Amadori del 2018, dal titolo rivelatore: Il diavolo è (anche) donna, in cui l’autore avrebbe portato avanti: “Un’analisi dei siti di pratiche sessuali estreme, come il bondage o altre pratiche “Bdsm” (Bondage, dominazione, sadismo e masochismo), con tanto di interviste alle “mistress”, le cosiddette donne dominanti. Il tutto per mostrare che in fondo le donne sono cattive almeno quanto gli uomini. E pazienza se il bondage preso in questione, cioè l’attività in cui gli uomini si fanno legare in segno di sottomissione, è una cosa molto diversa da un femminicidio.”
E’ dai contatti con questi ambienti che forse nasce l’idea della Ginarchia, che troviamo menzionata nel libretto del 2020 e che ha scatenato il putiferio di proteste. Secondo quanto scrive Amadori ci sarebbe anche un manifesto della Ginarchia, scritto da una sconosciuta Aline D’arbrant che sosterrebbe “…la superiorità femminile sul maschio e il conseguente diritto delle donne a spodestare il maschio stesso, nonché a porlo sotto un vero e proprio controllo femminile per arrivare a instaurare un utopico governo mondiale delle donne”. Insomma un vero e proprio movimento organizzato, votato alla distruzione dei maschi, di cui in Italia ci sarebbero circa 30mila seguaci, che – sempre secondo Amadori – “forse sono paradossalmente, ma non troppo, in maggioranza uomini”. Ma anche la fondatrice del movimento delle Ginarche antimaschio, quella tale Alina D’arbrant che abbiamo citato prima, in realtà sarebbe un uomo …ma che significa? Che pasticcio è mai questo? Dove accidenti vuole andare a parare?? Le donne sarebbero dunque così insignificanti che perfino il ruolo di giustiziere lo coprono i maschi travestiti?
A leggere questi deliri, si ha l’impressione di sprofondare in universi sconosciuti, morbosi e tossici, come quelli abitati, coi dovuti distinguo, dai terrapiattisti, o dalla setta delirante QAnon, nata a sostegno di Trump, e che ha prodotto la sciagurata teoria dell’esistenza di un complotto di mostri necrofili, pedofili e satanisti, tutti gurda il caso membri del Partito Democratico americano.Una follia degna della camicia di forza, una deriva antiscientifica e oscurantista che fa davvero accapponare la pelle. Sono tempi questi in cui, come in un inquietante quadro di Bosch, dimensioni fantastiche e mostruose si intrecciano, si nascondono e si acquattano fra le pieghe della irrazionalità di devianze disturbanti.
H.Bosch, Il giardino delle delizie - particolare
Francamente però non credevo che anche qui da noi prendessero piede teorie demenziali e piene di fake news allucinanti come queste. Questo signore, che ha prodotto pare solo questi due libretti, ha una confusione in testa che fa paura. Ma come si fa ad affidare a questa persona che propone teorie disturbanti e non supportate da nessun dato documentato, la consulenza di un progetto così delicato, come quello del governo Meloni “Educare alle relazioni”, che avrebbe oltre tutto l’obiettivo esplicito di sensibilizzare i giovani sulla violenza di genere e riuscire a limitarla?? Ma davvero davanti a queste incredibili cazzate non ci sono più parole! O forse ce n’è una, l’unica possibile: dimissioni, cioè rimandatelo a casa. Insieme al ministro che lo ha proposto. Non possiamo permettere che i nostri ragazzi vengano guidati da chi si è già perso per conto suo.
P. Breugel, parabola dei ciechi
Ma forse l’ha capito anche la destra. Scrive infatti Stefano Iannaccone su Domani: “Di fronte alle rivelazioni di Domani sulle tesi del docente ("anche le femmine sono cattive, sono come il diavolo”) , è scattata, da parte del ministro e dei giornali della destra, l’operazione damnatio memoriae. Amadori, chi? «Non c’è nessuna consulenza affidata a nessuno. C'è un progetto che è stato fatto, scritto dal dipartimento del ministero dell'Istruzione e del merito», ha risposto Valditara a chi gli chiedeva un commento sulla vicenda. La colpa è degli altri casomai, lui non sapeva nulla. E se c’era, pensava ad altro. Con un ragionamento rilanciato dalla stampa più vicina al governo. Amadori però è ben noto agli uffici del ministero dell’Istruzione e del Merito: dalla documentazione ufficiale Amadori risulta, fin dal 4 novembre 2022, nell’elenco degli «esperti o consulenti di alta professionalità o specializzazione» del dicastero di viale Trastevere.” Un esperto che ci costa fra l’altro 80mila euro all’anno.
Barbara Fois
Approfondimenti
https://www.editorialedomani.it/politica/italia/amadori-chi-ecco-il-contratto-che-inchioda-valditara-nafjt31w L’incarico al docente prevede una retribuzione di 80mila euro lordi all’anno
https://www.open.online/2023/11/21/alessandro-amadori-coordinatore-valditara-libro-guerra-dei-sessi/
https://www.ilpost.it/2022/11/24/giuseppe-valditara-umiliazione-crescita/