C’è voglia di guerra mondiale nell’aria, prurito da stivali, desiderio di passo dell’oca, un ritorno indietro che fa accapponare la pelle. La gente è senza memoria, crea appuntamenti come “il giorno della memoria”, ma poi non si chiede cosa c’era dietro, come e perchè c’erano i lager e si è arrivati allo sterminio di 6 milioni di ebrei, 4 milioni di zingari e fra 5mila e 15mila omosessuali, oltre agli innumerevoli oppositori politici del regime fascista e nazista. Un giorno della memoria con l’Alzheimer, che non conosce e riconosce più le radici del male. Sarà anche che la democrazia è un sistema difficile da realizzare senza la cultura, l’intelligenza, la tolleranza, l’inclusività. È più facile obbedire, è più facile avere paura e crearsi nemici da combattere. Ma guardiamo a quel che succede in Italia, da quando l’estrema destra è al potere (non al governo del Paese, perché non sanno governare).
Il governo di destra è uno dei grandi misteri dell’Universo: è un vero e proprio sciocchezzaio, un’accolita di incompetenti, di ignoranti, di gaffeurs, eppure in Italia perdono pochi consensi, come mai? Si registra una minima emorragia di voti nei sondaggi, ma davvero è niente rispetto ai casini che combinano, ai danni che fanno, alle bugie che dicono e alle promesse che non mantengono. Non c’è un ministro che valga il suo ruolo, ma sembra che non basti per disaffezionare l’elettorato di destra. Forse dai propri leader non si aspettano molto, forse sono disinformati, forse è più forte l’odio per “le zecche comuniste” che li porta a difendere i propri esponenti perfino contro il buonsenso, non so, non capisco. Sarà che la sinistra si spacca e si disaffeziona per molto meno, ma continua a lasciarmi perplessa questa sopportazione infinita dell’imbecillità, questa tutela a spada tratta degli indifendibili, questa incapacità di porsi dei limiti di dignità e di etica, solo per un mero calcolo di potere, di supremazia della propria fazione.
La loro fortuna è che in Europa sta andando anche peggio e che le destre anche lì fanno man bassa di voti, dunque non ci saranno confronti penosi, perché gli obiettivi da raggiungere per la destra sono semplici, chiari, terra-terra: sopravvivere e sopraffare. Niente voli pindarici. E per noi della sinistra, parolai indefessi, spaccatori di capelli (e non solo), idealisti irragionevoli, cacciatori di farfalle, polemici con gli avversari sbagliati e mai concreti né nella tattica, né nella strategia, può essere un guaio grosso.
Ma può essere una catastrofe per l’Europa intera se si uniscono tutti i fascisti, compattati da una comune volontà di revanche politica, infastiditi dalle regole democratiche, contrari ad ogni tipo di inclusione, di rispetto delle idee altrui, di conoscenza, di cultura, di crescita individuale, ciecamente e stolidamente in rotta verso l’orlo della voragine, nel baratro del nulla…terribile periodo storico questo. Ricorda altri momenti del passato, come dicevamo, quando populismi ignoranti sopraffecero la ragione e diventarono dittature e le dittature portarono alle più diverse discriminazioni, allo sterminio di massa, alla guerra, alla distruzione di città intere, di nazioni, alla fine della civiltà, alla morte di tutto…
Dite che oggi non è più possibile? E perché no, scusate? Ma guardate cosa fa Putin e cosa fa Netanyahu e cosa fa Xi Jinping! E il mondo “civile” e democratico cosa fa? Ben poco, traccheggia, minaccia senza convinzione, troppo debole per essere autorevole e credibile. Quindi sarà il caso di fare qualche riflessione, di analizzare le varie campagne elettorali, per capire cosa ci aspetta.
Meno Europa, Più Italia
Infelicissimo slogan della Lega, visto che si votava per le europee, corredato da manifesti di una volgarità e stupidità agghiaccianti.
Questo è davvero il manifesto più schifoso, soprattutto una immagine che vale più di mille parole: ripugnante, vergognosa, laida, incivile, in una parola: ignobile. Uno slogan inaccettabile, ma soprattutto dietro l’elaborazione di questo miserabile messaggio ci sono abissi di pochezza, di vecchie e grette mentalità, piene di ammuffiti pregiudizi, frutto di cervelli ignoranti e incapaci di pensare. Ma ci sono stati altri manifesti con le immagini più diverse e risibili, come quello del tappo delle bottigliette di plastica, che era davvero da scemi.
Del resto il candidato di bandiera è tal generale Vannacci, autore di un indecente libercolo autoprodotto, “Il mondo al contrario”, pieno zeppo di affermazioni omofobe, razziste, misogine, ma che tuttavia ha venduto centinaia di migliaia di copie e purtroppo – penso – comprate non solo per curiosità, visto il numero dei voti catturati. Però l’autore è inviso perfino alle gerarchie militari e sconfessato anche dal Ministro alla Difesa, Crosetto, e dal vicepremier forzista Tajani. Perché davvero è portatore di posizioni spregevoli e indigeribili perfino per la destra, quella moderata e antifascista. Ma per tornare al manifesto: fra l’altro il trans incinta è ispirato all’iconografia Cristologica più tradizionale: un’ennesima gaffe? Una blasfemia involontaria? Mah… certo che coi 49 milioni non restituiti allo Stato, potrebbero pagarsi qualche consulente politico e di immagine meno sgallettato, o no?
Salvini si è giocato molto in queste elezioni europee, per questo non si è candidato in prima persona, ma ha mandato avanti il suo alter ego in divisa: sa che al momento la sua credibilità (?) è praticamente a zero e qui si tratta di sopravvivenza politica. Ha giocato grosso ma gli è andata bene: Vannacci ha preso tanti voti, che hanno consentito alla Lega di Salvini di perdere fino a un certo punto. Ma certo il “Cazzaro verde”, come lo chiama Scanzi, ha lasciato una cambiale in bianco nelle mani di Vannacci. Bossi era così schifato, che in pieno silenzio elettorale, a urne ancora aperte, ha detto che avrebbe votato Forza Italia. E adesso Salvini minaccia ritorsioni, ma c’è già una levata di scudi di tutti i fondatori della Lega, per proteggere il leader maximo, quello che ha inventato la Lega… che fra le tante cose ha perso Pontida: che faranno questo autunno? Dove faranno il raduno annuale? La Lega senza il suo prato…come sempre il lato ridicolo vince su tutto, nella politica italiana. E non è una novità, purtroppo.
Del resto anche le elezioni europee per troppo tempo, almeno in Italia, non sono state una cosa seria: in generale andare al Parlamento europeo ha significato un premio di consolazione, un cappello su una sedia, o uno spazio da riempire non importa come, con figure di terzo piano o addirittura con gente raccogliticcia, senza alcuna professionalità politica, idealità o cultura. Man mano che però si definiva meglio l’importanza del ruolo dell’Europa, le figure dei parlamentari divenivano più significative, politicamente e culturalmente preparate e attendibili. Per capirci meglio: fra Razzi e Sassoli ci sono abissi incolmabili, siamo proprio in dimensioni diverse, galassie distanti, inconfrontabili. Oggi è importante e imprescindibile mandare parlamentari di qualità, che dovranno prendere decisioni importanti. Già… e la Lega di Salvini ci manda Vannacci…
Berlusconi presidente
Non ultimo della coalizione di destra è il partito di Forza Italia, che tutti davano per morto, come il suo fondatore. E invece è la vera sorpresa delle elezioni, raggiungendo e superando la Lega di Salvini. Tajani è stato avveduto, moderato, equilibrato, ha contrastato le mattane di Salvini, con fermezza, ma senza strafare, ha scelto gli alleati con oculatezza, come “Noi moderati” e “SVP” e ha mostrato buon senso e ragionevolezza, mantenendo un basso profilo, non avendo fretta di liberarsi del vecchio simbolo col nome di Berlusconi (anche se veramente la cosa è un po’surreale) e guadagnandosi così la fiducia di quel che ancora resta della cosiddetta “Maggioranza silenziosa”. E in questo modo è riuscito a superare la Lega, quando tutti pensavano, come abbiamo detto, che FI fosse finita. Qualche bello spirito ha anche detto che è un miracolo di san Silvio da Arcore, il cui anniversario di dipartita cade proprio oggi, ma in realtà il miracolo è tutto di Tajani. La Meloni dovrebbe stare attenta, perché lui davvero potrebbe non vederlo arrivare…
Premierato: o la va o la spacca
La Meloni, ormai senza più freni, ha rafforzato e moltiplicato le sue presenze sul web e sulle emittenti occupate, dove ha riprese le sue performance da varietà, compresa l’invenzione sarcastica di una emittente inventata Telemeloni, da cui si esibisce in siparietti penosi…. Siamo davanti al peggior presidente del consiglio che abbiamo mai avuto. Incapace di essere super partes, come vorrebbe il suo ruolo, senza nessuno spessore politico, inaffidabile, che dice e nega nello stesso tempo. Un esempio recente: il redditometro: … sì… no… boh?! Non è all’altezza del proprio ruolo istituzionale, questo è chiaro, ma del resto a lei importa essere solo il capo della sua parte politica, con poche conoscenze e cultura, giusto al livello dei suoi elettori (del resto lei stessa dice “sono una di voi”), che più si esibisce in scenette di infimo livello, più fa sberleffi e più sono contenti e la votano. Ed è in questo modo che di queste elezioni lei ha voluto fare una sorta di test sul suo gradimento popolare, solo per saggiare se poteva insistere sul premierato. E, a parte nel sud, le è andata bene, così si può permettere di continuare a fare la bulla di periferia, con le mani sui fianchi e il linguaggio burino. Poi basta ripulirsi un po’, mettersi qualche vestitino nuovo e può andare in giro per il mondo a interpretare un altro personaggio, un po’ meno borgataro.
Ma ha voluto assicurarsi di non rischiare nulla e dunque nonostante abbia detto: “o la va o la spacca” sul referendum del Premierato - l’unica riforma che le interessa davvero perché riguarderebbe la sua persona e il suo potere personale – si è premurata di procurarsi un paracadute. Ha pronunciato questa frase come se stesse parlando di una lotteria, di una riffa, di un bluff al poker, di una sfida fra ragazzini, con la differenza però che se non andrà bene non comporterà per lei alcuna penalizzazione. Insomma pur essendo nella sostanza un referendum sul suo gradimento popolare, la eventuale perdita di consensi non farà alcuna differenza e lei non rischierà di venir trascinata a fondo, come è successo a Renzi. Ha tenuto a precisarlo lo stesso Foti giorni fa: comunque vada per lei non cambierà niente. Dunque in realtà non dovrebbe dire “o la va o la spacca”, ma: “comunque vada sarà un successo”. O potrebbe intonare uno stornello popolare romano, del tipo “Ma che ce frega, ma che c’emporta…”
Un saggio ed elegante proverbio giapponese recita “Alcune volte vinci, tutte le altre impari…”, assolutamente ignorato da lei e dai suoi sodali. Lei vuole solo vincere, anche inventandosi un passato, anche creandosi una immagine non veritiera e solo propagandistica, insomma in qualsiasi modo possibile. Si aggiunga che comunque non si fida di nessuno e si è candidata, come dicevamo prima, in tutte le circoscrizioni, per saggiare la propria popolarità. E ne è uscita bene, anche se il suo partito ha perso un bel po’ di voti. Ma chi se ne accorge? Tanto a lei interessa solo la propria ascesa, il proprio potere personale.
Mi ricorda Trump, con la sua certezza che contino solo le tre regole che gli ha insegnato il suo mentore e avvocato Roy Cohn:
1) attacca, attacca, attacca: se qualcuno ti accusa, tu attaccalo.
2) non ammettere mai niente.
3) soprattutto non riconoscere mai una sconfitta.
Meloni non ha una gran cultura, ma quando vuole sa imparare, peccato che scelga i maestri sbagliati… infatti, anche da una superficiale analisi dei fatti, ha anche quasi certamente tenuto presente quello che sosteneva Joseph Goebbels, ministro della propaganda del terzo Reich: “L'essenza della propaganda consiste nel convincere le persone di un'idea in modo così sincero, così vitale... che vi si arrendono completamente e non riescono più a venirne fuori.” E ancora: “Non basta sottomettere più o meno pacificamente le masse al nostro regime, inducendole ad assumere una posizione di neutralità nei confronti del regime. Vogliamo operare affinché dipendano da noi come da una droga.” Ma non dobbiamo nemmeno dimenticare ciò che sosteneva Hitler: ““Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia, che da una piccola.”
Già…. Ma soprattutto lei sa che l’importante è proporsi sempre come vittima, infatti lei non ha mai colpa di nulla e anche se governa ormai da due anni, tutto quello che c’è di sbagliato in questo Paese è sempre colpa dei governi precedenti. Che furbacchiona…
Eppure, non so perché, ma a vederla e a sentirla, più che una volpe mi viene in mente “La lumaca”, una stupenda, azzeccata poesia di Trilussa:
La lumachella de la Vanagloria
ch'era strisciata sopra un obelisco,
guardò la bava e disse: Già capisco
che lascerò un'impronta ne la Storia.
Barbara Fois
Nella prossima puntata vediamo di parlare del Centro Sinistra