Les jeux sont faits, rien ne va plus

di Barbara Fois - liberacittadinanza.it - 26/09/2022
La destra ha vinto. La sinistra PD ha sbagliato tutto

Una nottata, questa appena trascorsa, piena di veleno, con la consapevolezza amara di avere di nuovo buttato un voto, cercando di non farlo. Ma per quel che mi riguarda è proprio l’ultima volta, è la prova del nove, è la conferma di un tradimento, il funerale della speranza. Basta. Prodi ha detto che bisogna fare un congresso in cui ridiscutere tutto, o non c’è un futuro. Mi viene da pensare che comunque sia non c’è un futuro: un partito che costruisce la sua campagna elettorale “contro” tutto demonizzando gli avversari, senza proporre niente non ha diritto di vivere. Punto.

E a questo proposito: a sentire le conferenze stampa di oggi di Salvini e Letta, i due grandi sconfitti, c’è da scegliere: piangere o ridere? Di sicuro ridere sulla faccia di tolla di Salvini, che ha portato la Lega giù all’8%, ma fa finta di niente e si compiace dei suoi 100 parlamentari, non dicendo che è stato frutto di un precedente accordo con la Meloni sulla spartizione dei seggi, quando i sondaggi davano la Lega al 17%. Gli è andata bene, del resto l’uomo – che si ama moltissimo – è fortunato: dopo il Papeete non ne ha imbroccato una, ha fatto figuracce internazionali, è stato dileggiato e ha fatto imbestialire i notabili del suo partito, che lo hanno penalizzato in queste elezioni, ma dopo tutto è ancora in sella. Non accade a tutti quelli che in poltica sbagliano alla grande e perdono. Guarda Johnson in GB.

La conferenza stampa di Letta si è svolta invece più sul versante lacrimoso, ma dietro un tristissimo e apparente mea culpa, sono rispuntate le accuse a Conte, che ha fatto cadere il governo Draghi: la colpa è sua se il PD ha perso, insomma, e oggi è al 19%. Poi ha lanciato la bomba, che dovrebbe cancellare la sua insipienza: con aria dignitosa ha preannunciato le sue prossime dimissioni dal vertice del partito. Quando? Ma quando si farà il Congresso del partito, a marzo 2023. A marzo?? Ma dopo un esito come quello di queste elezioni aspettare fino a marzo prossimo per fare un congresso non è un altro, ennesimo errore?? E comunque certo non basterà cambiare un segretario per rinnovare il partito: ormai il PD ha perso la spinta ideale, non ha più nessun feeling col suo elettorato e appare confuso, incoerente, smarrito, contraddittorio, ambiguo, sfilacciato, ma soprattutto senza idee e identità. Ripeto: dubito che cambiare segretario basti: è come mettere un cerotto su una gamba rotta.

Quanto ai 5Stelle: sono, con il loro 15%, il terzo partito in Italia, un risultato che nessuno si aspettava e che è in gran parte dovuto al loro progetto di società e al loro programma, realmente progressista. Ma anche al carisma di Conte e alla sua campagna, basata su aspettative e bisogni concreti dei cittadini, contrariamente a Letta, che minacciava solo catastrofi se avesse vinto la destra. Basare la propria politica sulla paura non è mai un’idea intelligente.

E poi ci sono i miracolati: Calenda e Renzi, l’uomo invisibile, ma non perché abbia imparato un po’ di modestia, ma perché sa di essere inviso a gran parte degli Italiani e ha fatto andare avanti il meno screditato Calenda. Tanto, se vuole, può “serenizzare” anche lui: ha tutto il tempo per farlo. Calenda, nella sua conferenza stampa di stamattina si è detto dispiaciuto di non aver raggiunto il 10%. Ma è roba da matti!! Invece di inginocchiarsi e baciare la terra per non essere fuori dai giochi, si lamentano anche del loro abbondante 7%? Giuro che io avrei detto che non ce l’avrebbero fatta, ma tant’è: contro il cul ragion non vale, come dice un detto popolare non troppo raffinato, ma assolutamente realistico.

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Eh sì, adesso non posso più far finta che nella stanza non ci sia un elefante rosa. Devo parlare della vittoria di Fratelli d’Italia. Mi fa star male, ma devo ammettere che la Meloni è stata molto brava. Ha puntato tutto su cose comprensibili, vecchio stile, rassicuranti, intessendo nel contempo rapporti internazionali forti, stabili, con alleati sulle sue stesse posizioni. Che a noi facciano ribrezzo è assolutamente ininfluente. Leggere le congratulazioni di personaggi come Orban, Bolsonaro e Putin, la gioia dei twitt dei polacchi, dei fan di Marine Le Pen e di quelli di Vox, ci fanno venire i brividi, ma le nostre elezioni sono affidabili, non sono certo i referendum truffaldini organizzati nel Donbass da Putin. I cittadini italiani hanno scelto la destra, con tutto ciò che questo implica, e noi ce ne dobbiamo fare una ragione. Il perchè di questa scelta dovrebbe essere seriamente indagato, però e discusso, e capito e affrontato.

Quanto al nuovo governo: durerà, non durerà, farà riforme buone o cattive, si sentirà il peso delle radici di orbace o no, questo lo sapremo solo vivendo. Nel frattempo lei, la Meloni, l’asso piglia tutto di queste elezioni, mantiene un basso profilo, non si sovraespone, dosando le proprie presenze, spesso si defila, e manda avanti altri del suo partito, come a dire: non ci sono solo io, siamo un gruppo. Encomiabile e certamente non visto in nessun partito, fino ad ora. Le premesse ci sono tutte perché non sia il massacro delle istituzioni e della morale del Paese, come è stato il ventennio di Berlusconi. Sono solo come sempre una inguaribile ottimista? No, non mi faccio alcuna illusione, sono solo realista: inutile fasciarci la testa adesso, quando ancora non si sa bene chi sarà il Presidente del Consiglio. Sarebbe assurdo, tuttavia, che non fosse la Meloni: direi che se lo è più che meritato! Quello che mi dispiace, però, è che la prima Presidente donna sarebbe così di destra. Ma questo la dice lunga sul misoginismo dei nostri cari compagni. Progressisti solo a parole! Intanto, mentre tutti continuavano a minacciare il babau che viene da destra, la Meloni con toni pacati, nella sua conferenza stampa, ha cercato di tranquillizzare tutti: siamo europeisti, siamo atlantisti, siamo disponibili: la tessera di partito per noi non è vincolante… sarà vero, o è solo un po’ di camomilla? Vedremo. Personalmente e professionalmente sono curiosa e così, dopo un primo momento di sgomento, mi son detta: ma vediamo cosa saranno in grado di fare, prima di “spianare il fucile”, come si dice. Considerando oltretutto che le armi non mi piacciono affatto.

Spero solo che intanto la sinistra si darà da fare non solo per ricompattarsi, ma soprattutto per riscoprire e rinnovare le sue radici, per riaprire un dialogo interno, per individuare nuove figure in grado di costruire una leadership finalmente in sintonia con la base. Spes ultima dea

Barbara Fois

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