La violenza delle immagini che ci arrivano da Gaza è a un livello di disumanità tale, che ci stiamo progressivamente mitridatizzando. È un processo mentale conosciuto e diffuso: si trasporta l’immagine su un piano di irrealtà, quasi non fosse vero quello che vediamo, ma frutto magari di una intelligenza artificiale…e così ci salviamo dal denunciare, dal prendere posizioni chiare e decise, dal farci coinvolgere, senza più dignità e onore, senza coscienza, addormentati in un sonno malato, avvelenato dal disimpegno.
Ma come è possibile che delle nazioni civili stiano a guardare un massacro sistematico come quello che sta distruggendo un popolo povero, disarmato, incolpevole come quello Palestinese? Ma come fanno questi uomini e donne che governano paesi cosiddetti democratici a guardarsi allo specchio senza mettersi a vomitare? Prendiamo la nostra Meloni, quella che gridava “Sono una donna, sono una madre, sono crstiana” quella che non dice una parola su Netanyahu, quella che non si sa mai quale sia la sua posizione politica su un accidente di niente, ma lo sa che Gesù era Palestinese? Ed era anche ebreo. E non era un “cristino” biondo coi boccoli sulle spalle e l’occhio azzurro, come una tradizione artistica, a dir poco ariana, ce lo ha consegnato. Quasi certamente aveva occhi scuri e capelli neri e una carnagione olivastra. E non aveva paura di mettersi davanti a una donna adultera che stava per essere lapidata e gridare “chi è senza peccato scagli la prima pietra!” o di usare una frusta e cacciare i mercanti dal tempio, o parlando dei pedofili dire con durezza che si mettessero una macina al collo e si buttassero in mare. Ma l’ha mai detto un papa? Ha mai citato Gesù? Ma figurati! Perché la chiesa non è davvero ispirata a Gesù e del resto chi l’ha fondata era un certo Pietro, che lo aveva rinnegato tre volte, mentre le guardie se lo portavano via, a morire. Quindi ci sta che la Meloni si dica cristiana. Ci sta benissimo.
Su queste nostre pagine, nel corso degli anni, ho scritto tante volte sul conflitto palestinese: da un punto di vista storico, politico, letterario e adesso non ho più parole, ma solo rabbia e dolore. Per la prima volta nella mia vita non vedo luci alla fine del tunnel. Il che può essere un vantaggio, dato che di questi tempi potrebbe essere un treno.
Barbara Fois