Si salvi chi può

di Barbara Fois - Liberacittadinanza.it - 26/10/2020
Il virus è tornato più aggressivo che mai: pandemia o pandemonio?

Una tradizione marinara vuole che “Si salvi chi può” sia il grido estremo, quando una nave sta affondando, dopo l’ordine del capitano “Prima le donne e i bambini”. Ma pare che questo cavalleresco comando l’abbia dato solo il comandante del Titanic e che gli altri comandanti si siano limitati al meno impegnativo e più pratico “si salvi chi può”. Almeno: secondo lo studio di alcuni ricercatori svedesi, apparso sulla rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences. In questo lavoro gli autori Mikael Elinder e Oscar Erixson, della Università di Uppsala, in Svezia, hanno ricostruito gli eventi di 18 disastri nautici, avvenuti tra il 1852 ed il 2011. Sono state analizzate una serie di naufragi che hanno coinvolto più di 15000 persone, tra equipaggio e passeggeri. Da questi studi si evincerebbe appunto che - contrariamente a quanto siamo indotti a credere da cortesi quanto false leggende marinare - le maggiori chance di salvarsi ce l’hanno nell’ordine: l’equipaggio, il capitano, gli uomini, le donne e, per ultimi, i bambini. E’ la solita storia del sacrificio dei più deboli? Non del tutto. Direi che l’equipaggio più ancora del comandante è quello che conosce meglio la nave e il modo dunque di salvarsi, poi c’è il comandante, cioè il potere e poi gli uomini che sono più forti e resistenti e infine donne e bambini. E’ un ragionamento su cui conviene riflettere bene: la conoscenza, il potere, la forza sono le armi vincenti…

Ma perché dico questo? Perché siamo sul punto di sentir salire questo grido non solo in Italia, o in Europa, ma in tutto il mondo. Siamo su una nave in grave pericolo di affondare ed è solo colpa nostra. O meglio: è colpa di una moltitudine di cretini che questa estate hanno pensato bene di dimenticare ogni prudenza e si sono dati alla pazza gioia in discoteche e feste, senza mascherine o distanze di sicurezza, convinti che il peggio fosse passato. Per fare un esempio: qui in Sardegna noi fino a luglio eravamo covid free, poi sono arrivati i turisti, le serate della scalmanata movida in Costa Smeralda e adesso siamo infetti anche noi. La Sardegna NON è la Costa Smeralda, la Sardegna è stata paziente, disciplinata e cauta, eppure adesso siamo stati contagiati anche noi. Perché è così che vanno le cose: tu puoi anche essere prudente, seguire le regole, mantenere le distanze, ma se gli altri non lo fanno sei a rischio anche tu. E’ come quando si guida in strada: tu puoi anche rispettare gli stop, mantenere l’andatura alla velocità consentita, ma se un pazzo ti investe a 120 km all’ora, hai voglia di essere stato prudente!

E adesso paghiamo tutti un prezzo altissimo per l’incoscienza di alcuni, negazionisti e no mask in testa, che in questi giorni stanno mettendo a ferro e fuoco Napoli e Roma. Perché? Che senso ha la guerriglia urbana contro l’uso delle mascherine e le limitazioni di orari, visto che è colpa della loro stupida e criminale incoscienza se siamo costretti di nuovo a queste limitazioni? E più si agitano e si assembrano imprudentemente e più le cose non faranno che peggiorare. Gli sponsor sono le organizzazioni di destra (ma và?!), ma sembra verosimile che dietro a questi imbecilli ci sia anche lo zampino della criminalità organizzata, che – come la destra – pesca sempre nel torbido e il cui comune obiettivo è quello di destabilizzare il quadro politico generale.

L’organizzazione di destra è Forza Nuova e l’appello lanciato sui social è questo: "Il tempo delle richieste è finito, sappiamo che chi ci governa non ci ascolta. Abbiamo iniziato in cinquanta una settimana fa, ieri eravamo già in centinaia e stasera saremo molti di più. Contro il coprifuoco, contro leggi improvvise e incoerenti, contro la negazione del diritto al lavoro, contro il mancato sostegno… per la libertà! Non è una manifestazione di categoria, ma la protesta del popolo".

Le stesse cose che dicono Salvini e Meloni, perché la mela non cade mai lontano dall’albero. Penso che si debbano trattare queste persone e queste organizzazioni come fossero criminali comuni, peggio: come untori volontari e consapevoli. I social dovrebbero oscurare, come hanno già fatto a febbraio, i loro deliranti programmi. Le sanzioni devono essere ferme e severe, senza se e senza ma, come si dice. Perché sono un pericolo per la salute pubblica. Infine: le organizzazioni di destra vanno messi fuori legge, come dispone la Costituzione.

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In Europa non va certo meglio: il numero dei contagi, dei malati e dei morti è impressionante e continua a crescere in modo esponenziale: dall’Irlanda, al Regno Unito, alla Francia, alla Spagna, al massacrato Belgio, alla Polonia, alla Russia, etc. in Francia poi si sono sommati gli assalti degli integralisti musulmani, fino ad arrivare alla decapitazione di un professore, a Parigi. Per non parlare degli USA, che oltre alla pandemia hanno un presidente completamente fuori di testa, che organizza assembramenti senza mascherine e distanze di sicurezza: tanto i risultati di questa politica demenziale, i boom dei contagi, si vedranno solo dopo le elezioni, che il demente irresponsabile è sicuro di vincere, anche con l’imbroglio, per questo ha eletto tanti giudici.

Siamo dunque al “si salvi chi può”? e beh, non siamo lontani, anche se è quasi certo che i governi non lo diranno mai, perché sarebbe come ammettere la propria inadeguatezza e il proprio fallimento. Ma intanto la gente si sta organizzando, ognuno per salvarsi come può, appunto. In america c’è stata una impennata nella vendita delle armi: 5 milioni in pochi giorni! Noi qui facciamo invece incetta di pasta e di generi alimentari in generale, ma ognuno cerca di salvarsi da solo, come può e come sa. Viste anche le ultime restrizioni non tutte giustificate e condivisibili e che rivelano il panico delle istituzioni, appena dissimulato. Perché lo dico? Perché anche in Italia oggi sono stati chiusi troppi esercizi e senza una reale necessità.

Riflettiamoci un attimo, vediamo come possiamo salvarci da soli.

Perché chiudere le palestre, ad esempio? Se c’è un posto sicuro è quello: le persone si iscrivono, dunque sono raggiungibili e i loro contatti sono tracciabili. Le palestre sono state da tempo attrezzate all’emergenza virus e quelli che le frequentano sono persone più che attente alla salute e al benessere fisico. Dunque perché chiuderle? E’ più pericoloso che la gente vada a fare jogging in gruppo, correndo tutti insieme e senza mascherina. Mentre si capisce di più l’ovvio motivo della chiusura delle piscine, non si comprende quello della chiusura dei centri termali. La gente ci va per bere le acque medicamentose, per fare i fanghi, per curare il fegato, i reni, fare lavaggi nasali e aereosol per le vie respiratorie, non tanto per le piscine. Sono stata a Sirmione anni fa con mio fratello e le nostre famiglie e posso assicurare che già allora l’attenzione alla pulizia, alla sanificazion costante, alla cura che di noi avevano i medici era continua e confortante. E non si incontravano gli altri: le sedute erano personali e la privacy rispettata con rigore. E parlo di anni fa, quando non si parlava certo di pandemie. E figuriamoci adesso quanta attenzione in più ci metterebbero! E dunque perché chiudere?

E parliamo di ristoranti e pizzerie: mi rendo conto che non si può bere e mangiare con la mascherina e dunque una chiusura, anche parziale, può essere giustificata, ma invece di erogare somme minime a fondo perduto, le istituzioni potrebbero rivolgersi ai ristoratori per preparare pasti da asporto, anche per ospedali, case di riposo per anziani, oltre che per famiglie intere. Basta avere un po’ di fantasia e di volontà imprenditoriale, come per bar e pasticcerie, che possono preparare colazioni da asporto. Avrebbero comunque un introito, sebbene certo ridotto rispetto alla vita normale, ma sicuramente maggiore delle “mance” governative e le persone potrebbero riuscire a mantenere certe confortevoli abitudini di inizio giornata, pur restando a casa.

I trasporti: eh, questo è un nodo centrale: però invece di sfoltire il pubblico che deve utilizzarli, lasciando per esempio a casa i ragazzi delle scuole superiori, perché non aumentare la frequenza dei mezzi e la loro capienza usando i pullman di società private, invece di pagare la cassa integrazione ai loro dipendenti e autisti? Quanto alla scuola e alle lezioni a distanza, la cosa è molto più complicata di quel che sembra: a parte che non tutti i ragazzi possiedono un computer o un tablet o uno smartphone, ci sono intere zone della campagna italiana di moltissime regioni, che non sono cablate e non hanno una copertura internet, dunque i ragazzi che vivono in queste situazioni disagiate sarebbero penalizzati. Viene spontaneo chiedersi perché invece di occuparsi di creare banchi singoli, non si sia pensato ad ovviare a queste limitazioni, fornendo inoltre ai ragazzi di queste zone linea internet e tablet.

Non mi piace giudicare questo governo, perché sono certa che hanno fatto il meglio che potevano e sapevano, in una contingenza così straordinaria come una pandemia e con una destra che ha remato contro ogni giorno, in ogni modo, fregandosene del bene comune: gente davvero disprezzabile, meschina e capace solo di criticare, ma senza un’idea in testa e mai accada che gli riesca il colpo di ribaltare questo governo e di insediarsi al suo posto: questo sarebbe davvero un “si salvi chi può” disperato e irrecuperabile. Tuttavia mi sembra utile che si dica anche cosa non ci convince, o cosa potrebbe essere modificato in meglio nelle cose che il governo fa. Insomma il nostro “ si salvi chi può” sarà improntato al contributo personale, all’apporto di suggerimenti, consigli e aiuto. E soprattutto collaborazione volenterosa.

Non starnazzeremo svolazzando intorno come galline impazzite, non ci faremo prendere dal panico, non nasconderemo la testa sotto la sabbia, ma cercheremo di usare la ragione, la logica, il buonsenso e la prudenza assennata nel seguire le regole. Questa è la sola strada per uscirne, tutti insieme e nel migliore dei modi. Salvando tutti.

 

Barbara Fois

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