Siamo a un passo dalle elezioni in Umbria, dove il PD è uscito in pezzi, sotto un grosso scandalo sulla sanità regionale. PD e M5S si presentano insieme, ma la cordata di Lega, FdI e FI è forte e insidiosa, soprattutto perché è determinata a vincere. E infatti probabilmente la destra la spunterà, ma l’importante per i “democratici” (chiamiamoli così per estrema sintesi) sarebbe almeno contenere la sconfitta, uscirne alla meno peggio, con dignità. Basterebba anche ricacciare in gola a Salvini, impegnato a ritentare la scalata al potere, le accuse e gli insulti agli avversari, sul loro attaccamento alle poltrone (proprio lui!) e sulla corruzione e sugli scandali che li attraversano. Nessuno, e non si capisce perché, gli ricorda gli scandali del suo partito e quelli che pendono sulla sua testa. Forse c’è ancora qualcuno che pensa sia meglio assumere un atteggiamento “signorile”, del tipo “non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Il fatto è che costoro non sono in grado di capire e apprezzare una finezza simile e certamente non sono ignavi. Per niente! Anzi, si danno un sacco da fare: riuniscono le truppe in piazza, compresa Casa Pound, e minacciano tutto e tutti, in un delirio di autocelebrazione selvaggia.
“Torneremo al governo” si sfiata Salvini verde di bile, forse pensando a come stupidamente abbia perso il vantaggio che aveva stando al governo. Per arrivare di nuovo ad occupare una poltrona farebbe qualunque cosa: “dove forza non val, giunga l’inganno” per dirla col Metastasio. E il governo? Se fossero avveduti e accorti manterrebbero un basso profilo, cercherebbero di andare d’accordo su punti condivisi, tratterebbero fra loro ma lontano dalle telecamere e dai social, invece si stanno azzuffando pubblicamente, da veri scriteriati. Non è la prima volta che accade e viene da chiedersi se sono proprio cretini, o vogliono far vincere la destra. Perché davvero davanti a tanta ottusa insipienza c’è da perdere la calma. Come se in questo Paese non ci fossero problemi grossi e impellenti da affrontare e risolvere, o storture da raddrizzare. Un esempio? Repubblica di ieri cita gli ultimi dati forniti da Save the children, che parlano di abbandono scolastico in Italia a livelli impensabili prima, di bambini talmente sotto la soglia di povertà da non potere andare a scuola e comprarsi libri e quaderni: “La cifra dei minori che vivono in povertà assoluta, cioè senza i beni indispensabili per condurre una vita accettabile, è più che triplicata, passando dal 3,7% del 2008 al 12,5% del 2018 e arrivando a toccare quota 1,2 milioni. Difficili sono anche le condizioni abitative: in un Paese in cui circa due milioni di appartamenti rimangono sfitti, negli anni della crisi (2011-2014) il 14% dei minori ha patito condizioni di grave disagio.”
Ma del resto a chi interessa? Il nostro è un paese che spende per l’istruzione e l’Università solo il 3,6 % del PIL, contro il 5% di gran parte d’Europa. “ In tre anni, sono stati tolti ben 8 miliardi. La spesa per l'istruzione è così crollata dal 4,6% del Pil del 2009 al 4,1% del 2011 fino al minimo storico del 3,6% del 2016.”
In un paese che potrebbe vivere di cultura e d’arte, che possiede - insieme alla Cina - il record di maggior numero di patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel mondo, con 55 beni nella lista del 2019, ed altri 41 siti candidati ad entrare prossimamente nella lista, la cultura dovrebbe essere al primo posto fra le risorse del nostro Paese, nonostante un ministro dell’economia e delle finanze della nostra repubblica, tal Giulio Tremonti, abbia sostenuto, non molto tempo addietro, che con la cultura non si mangia…
Viene da chiedersi se il denaro, racimolato rocambolescamente per il reddito di cittadinanza, non sarebbe stato impiegato meglio per cercare di garantire istruzione e sostentamento a tutti quei bambini sotto la soglia di povertà. E' per dar loro una mano che si tassano le merendine?
Al di là della commediaccia che viene rappresentata sul palcoscenico della nostra politica, ci sono problemi veri in questo paese, la gente è povera, infelice, i giovani sono avviliti dalla mancanza di un lavoro, dalla incertezza del futuro, mentre la mia generazione è quella che ancora si può permettere di avere una pensione ( e se continua così sarà l’ultima). I nonni mantengono figli e nipoti: è davvero fuori da ogni logica! E mentre la gente arranca ogni giorno, soffocata da una quotidianità sempre più lisa e disperata, quei quattro buffoni da cui dipende il futuro del paese e dei suoi cittadini, si bastonano infingardi e cialtroni, come nel teatro dei burattini di Punch e Judy.
La grande stanchezza sarebbe stato il titolo giusto per un film sulla realtà italiana. E ora non ci resta che attendere l’esito delle elezioni in Umbria ed essere travolti da tutta la buriana che ne seguirà, prevedibile come un vecchio vaudeville, con accuse, insulti e affermazioni gratuite e indimostrabili. E così, tutti quanti, si saranno dati concordemente un altro alibi per continuare a non fare niente, su nessun versante, paralizzati dall’accidia e dall’insipienza, campioni mondiali di mediocrità.
In questo contingente così pericoloso per la nostra democrazia parlamentare, in questo vuoto di valori, in questo assalto selvaggio alle luci della ribalta, nell’assenza di una vera e combattiva difesa dei principi della nostra democrazia, restano in campo solo i narcisi autoreferenziali, quelli che hanno una faccia di tolla così tosta che – per citare l’indimenticabile Gilberto Govi – se cascassero faccia a terra il cemento butterebbe sangue. Ed ecco i capintesta della folta schiera di sponsor di sé stessi: Renzi e Berlusconi, magicamente risorti, pronti a ripetere i loro vecchi numeri fino alla nausea (il cavaliere ha già ricominciato a raccontare verbose barzellette volgari e stupide ). Nonostante la gente li disprezzi e non abbia fatto niente per nasconderlo, loro non possono fare a meno di mettersi in mostra, esibizionisti compulsivi quali sono (quasi da impermeabile aperto…). E poi c’è Salvini, infoiato di potere, molto più pericoloso degli altri due, anche perché questo è il solo lavoro che abbia mai avuto e l’unico che può fare, con le competenze che ha.
Ah, se ci fosse una sinistra unita e seria! Invece quel che ne resta non ha trovato niente di meglio che creare una incredibile quantità di comitati, comitatini, movimenti, coordinamenti per salvare la Costituzione e la Democrazia, come se non ci fosse già un coordinamento per la democrazia costituzionale: dovrebbe bastare, tutti gli altri movimenti dovrebbero confluire lì e invece si traccheggia, si perde tempo a discute su inutili “distinguo”, su differenze insignificanti, come se ci fosse tutto il tempo del mondo.
E invece rapidamente sta cambiando tutto, intorno a noi, non solo la politica: intanto è ricominciato a piovere, si allagano strade e case, saltano i ponti, si sbriciolano muri, si dilavano i fianchi delle montagne, l’acqua distrugge coltivi e negozi, annega uomini e animali, nell’abbandono dello Stato, nella miseria e nella disperazione. Ogni giorno c’è uno scandalo, vengono fuori vecchi terribili segreti sullo Stato e la Mafia, che qualcuno cerca sempre di salvare: Dell’Utri è da questa estate agli arresti domiciliari. L’ex senatore di FI e storico braccio destro di Berlusconi, condannato per concorso esterno a Cosa nostra e nel processo sulla trattativa Stato-Mafia, ha lasciato la prigione molto prima del termine della pena. Quanto al processo “mafia capitale”, la Cassazione ha annullato la sentenza d’Appello per Buzzi e Carminati. L’ex terrorista nero e l’esponente delle cooperative rosse hanno visto svanire le accuse di mafiosità per quella, assai più blanda, di associazione a delinquere semplice. E come se non bastasse i mafiosi festeggiano ancora una volta per la delibera della Consulta: l’ergastolo ostativo sarebbe incostituzionale e probabilmente ci saranno permessi anche per chi non collabora con la giustizia.
Cari amici e compagni, in altri tempi saremmo scesi in piazza per molto meno. Oggi guardiamo lo sfacelo intorno a noi pietrificati: forse abbiamo perso la fede in noi stessi e nel “sol dell’avvenire”, o forse siamo solo stanchi anche di sperare.
Barbara Fois