Ogni giorno nei Tg e sui giornali c’è il bollettino dello stato di salute di Berlusconi. Come una nuvola di mosconi impazziti le voci e le fake news si rincorrono, nascono leggende metropolitane sul cavaliere che dalla terapia intensiva scalpiterebbe per uscire, telefonerebbe a destra e a manca, starebbe seduto in poltrona, alimentando così la fama di invincibile, di immortale super eroe da fumetto. Tutto questo brulicare di notizie fasulle nasconde invece una triste verità e lo ha detto chiaramente il suo medico curante: l’uomo sta male davvero, ha una leucemia, ha avuto un covid violento di cui sconta ancora le conseguenze, anche a livello respiratorio e ha 86 anni. Il “caimano” è vecchio, stanco e forse a volte nemmeno troppo lucido, ma intorno a sé ha una corte di gente che sta facendo cinicamente i conti: a chi spetterà la sua eredità politica? E soprattutto: chi si prenderà i suoi voti? Chi occuperà il suo spazio?
Fra quelli che aspettano, pronti a sgomitare, Renzi, giocatore di scacchi, si è già portato avanti e si è assicurato il posto di direttore di un giornale, da cui fortificare le proprie opinioni e posizioni politiche: in questo caso il quotidiano “Il riformista”, dalla storia molto, molto travagliata e complessa. Renzi non è un giornalista e dunque non è iscritto all’Ordine dei giornalisti, ma può dirigere ugualmente un giornale, non come direttore responsabile, ma come direttore editoriale. In questa veste sarà per il momento in carica per un anno: dal 3 maggio prossimo al 30 aprile 2024. Sarà affiancato da un giornalista vero, che copra la indispensabile carica di direttore responsabile, cioè quello che risponde in prima persona e a livello legale, di ciò che scrivono i suoi collaboratori. In questo caso è stato nominato Andrea Ruggieri, ex parlamentare di Forza Italia, oltre che giornalista, nonché nipote di Bruno Vespa. Niente è casuale in questa operazione, come è facile capire. E bravo il toscano…
Ma dicevamo del direttore editoriale: costui invece è il rappresentante della proprietà, la “voce del padrone”, che traccia la linea editoriale e politica del giornale. In questo caso il proprietario del Riformista è attualmente l’imprenditore Alfredo Romeo, che l’ha acquistato nel 2019 dalla famiglia Angelucci, attraverso la loro società chiamata Tosinvest. Romeo, napoletano, pare voglia acquistare anche Il Mattino, giornale storico della capitale partenopea. Il cavaliere ha fatto scuola, come si vede, infatti è stato il primo qui in Italia a comprare testate giornalistiche e canali televisivi, garantendosi così una vasta platea di possibili elettori, reindirizzandone e influenzandone opinioni e posizioni politiche e fornendo dubbi modelli sociali e non solo.
Ma, in tutti questi giri di valzer, che ne sarà del direttore del Riformista che c’era prima e che è stato “serenizzato”, secondo lo stile renziano? Stiamo parlando di Piero Sansonetti, che era direttore già da tre anni, naturalmente. Sansonetti, cresciuto sulle pagine dell’Unità, considerato un tempo giornalista di sinistra, poi caduto sulla via di Arcore, lascia la direzione de Il Riformista per passare a quella de l'Unità, testata storica del PCI, acquisita ancora una volta dall’editore Romeo, dopo lunghe traversie e stravolgimenti, e che l’imprenditore napoletano ha il progetto di rilanciare, dopo gli anni bui che l'hanno portata al fallimento. Il commento di Sansonetti, nella conferenza stampa riguardo al cambio di guardia, è ironico :“Non c'è niente da dire, mi ha fatto fuori – ha esordito – ma « Anche se mi ha fregato il posto gli faccio tantissimi auguri, perché non è possibile che Il Riformista diretto da Renzi non abbia successo». Poi la parola è passata a Renzi, che ha sentenziato: « Continuerò a fare il parlamentare di opposizione, a intervenire in Aula, a fare esattamente quello che stavo facendo, ma ci metto sopra un carico da novanta, tentando di fare un’operazione che serve al Paese» Davvero serve al Paese? A quale Paese? Bisogna avere davvero un alto concetto di sé, per credersi tanto!! E poi specifica, riguardo a chi gestirà la cosa: «Non c’è un legame con il Terzo polo, il Riformista sarà letto da una parte della maggioranza, il centrodestra riformista, e l’area del Pd che non si riconosce nella Schlein». Insomma come si dice “La palla è mia e ci gioco solo io” e addio al Terzo Polo, a Calenda e a tutti quegli ingenuotti che ci hanno creduto veramente e gli hanno dato il loro voto.
Insomma, sulla scacchiera del toscano le pedine si stanno posizionando per occupare lo spazio di Forza Italia, che al momento sembra senza una guida sicura, date anche le condizioni di salute del suo fondatore e le guerre intestine di potere nel partito. Intanto Renzi si sta liberando di Calenda, che gli è servito giusto per superare lo sbarramento del 3% e restare in Parlamento, ma che adesso non gli serve più ed è solo una palla al piede, con cui certamente non vorrà dividere il malloppo di voti che tenterà di scippare a FI…
Insomma: attorno al letto del Caimano si intrecciano e si scontrano interessi innumerevoli, mentre strisciano, come grossi rettili, aspirazioni inconfessabili di troppi aspiranti caimani, o coccodrilletti di poco talento, ma di spropositate ambizioni e si apre un mercato delle vacche (mi sia consentiti il cambio di specie) davvero di cattivo gusto. Intanto i giornalisti della carta stampata e dei vari TG di numerose emittenti, e non solo italiane, presenti come questuanti, in pianta stabile davanti al San Raffaele - l’ospedale in cui è ricoverato il cavaliere, in via Olgettina (!!) - organizzano i cosiddetti “coccodrilli”( guarda la bestiale coincidenza!), cioè i necrologi che si preparano in previsione del triste evento che riguardi un qualsiasi personaggio famoso. Una mancanza di rispetto e di umanità che fa venire i brividi, ma d’altra parte ormai siamo abituati a guardare le terribili immagini di soldati ucraini decapitati, di bambini migranti annegati, in un crescendo di visioni agghiaccianti e notizie di una disumana, intollerabile crudeltà, che veder costruire un necrologio a freddo, col personaggio interessato ancora vivo, non può fare sensazione. E poi fino ad ora non abbiamo sentito che elogi, come se tutti, improvvisamente, avessimo perso la memoria, dimenticato il G8 di Genova, la caccia ai magistrati e alle loro mogli, le ragazzotte senza arte né parte infilate in parlamento e pagate da noi cittadini, le leggi ad personam, gli editti bulgari e via degradando… Così, magicamente graziato da una memoria collettiva malata di Alzheimer, improvvisamente il caimano è diventato solo un fragile vecchio nonno, col suo piccolo, dolce cagnetto Dudù… Naturalmente gli auguriamo di guarire, ma non so perché, ad assistere a questo tentativo di restyling politico e umano, mi vengono in mente le parole del Marc’Antonio di Sakespeare “Sono qui per seppellire Cesare, non per lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia di Cesare.” Amen.
Barbara Fois