Non so se è capitato anche a voi, ma a me è venuto in mente subito Totò nei panni del candidato Antonio LaTrippa, col suo megafono improvvisato (un enorme imbuto) che gridava “vota antonio-vota antonio-vota antonio” . Beh, rispetto alla Meloni era proprio un principiante, così come per un altro verso Narciso era un dilettante! La Meloni sarà pure una nana, come si è auto definita, ma ha davvero un ego gigantesco!! E che diamine! Una che dice agli elettori che le diano il voto perché è una di loro, una popolana verace e che basta scrivano sulla scheda il suo nome proprio: “ vota Giorgia”, direi che non ha problemi di autostima.
Una bella pretesa, fra l’altro, visto che sta chiedendo un voto per andare al Parlamento Europeo, ben sapendo che non ci andrà e non basta: fa questa richiesta sulla base di quale programma? Non si sa, non viene detto, non è importante, tanto qualsiasi cosa prometta, visto che non andrà a Bruxelles, è inutile, ininfluente. Del resto nemmeno il suo governo ha uno straccio di programma reale, dunque…. Evidentemente fare qualcosa non è importante quanto il test sulla sua popolarità, una sorta di prova generale, in attesa che riesca ad ottenere il primierato. Deve credere gli elettori una massa di creduloni cretini e completi deficienti, oppure si ama talmente tanto da essere convinta che quel sentimento sia condiviso da tutti.
È da un pezzo del resto che sta costruendo il proprio personaggio, la propria immagine, il proprio monumento di sé stessa, con una caparbia volontà di autocelebrazione selvaggia, condita ed espressa con una retorica melensa veramente nauseante. Della serie “io so’ io e voi non siete…”. Siamo molto distanti da Andrew Carnegie, il re dell’acciaio, che ha voluto che sulla sua tomba fosse scritto “Qui giace un uomo che non sapeva fare nulla. Ma sapeva circondarsi di persone che sapevano fare.” Una lezione sulla gestione della leadership, che molti dei nostri politici – e la Meloni in primis – dovrebbero imparare, se non vogliono finire nei pasticci creati da collaboratori inetti, ignoranti e maldestri.
Davvero suppone troppo di sé e l’arroganza e la presunzione portano chi detiene il potere a non accettare critiche, né il confronto con altre opinioni, al punto da fare come Mussolini: presentarsi alla Radio (in questo caso in TV, alla Rai) senza interlocutori. E come Mussolini a circondarsi di uomini così piccoli da non farle ombra. Ma questo è anche un segno di debolezza e che alla lunga si paga.
Quello che non è chiaro è perché la Meloni abbia candidato Sgarbi, dopo aver chiesto le sue dimissioni, quando scoppiò lo scandalo del quadro. L’interessato spiega: «Sarò l’anti-Vannacci, Giorgia Meloni ha grande intuito e ha capito che con me allarga il campo solito della destra di Fratelli d’Italia: esattamente come Salvini sta facendo con il generale». Meloni e Salvini stanno insomma raschiando il fondo del barile dei voti? Sono perplessa. A me quelle di questi due candidati, così divisivi, non paiono scelte molto oculate, ma forse sono ancora – alla mia veneranda età – una ingenuotta che crede nella intelligenza dei nostri concittadini che vanno a votare… o più spesso ormai se ne stanno a casa… mah, ripeto: sono perplessa. Non capisco, non so: se quello di FdI e di Lega è un gioco politico è davvero il più stupido che abbia mai conosciuto. E come militante della Sinistra ne ho conosciuto davvero anche troppi di giochi politici stupidi. Quelli che snaturano i partiti, li svuotano delle loro anime, cancellano il loro passato, i loro ricordi, i loro ideali, i loro obiettivi, i loro rituali, perfino i loro inni, le loro musiche, tutto. E li fanno diventare dei club privati, per pochi intimi, dove al noi è subentrato l’io e in cui nessuno si può più riconoscere. L’aveva già profetizzato più di 40 anni fa Enrico Berlinguer.
Ma stavolta cosa c’è davvero in ballo? Perché è così importante questo appuntamento elettorale? Perché in realtà è una “conta degli amici”, da una parte e dall’altra, in cui c’è in gioco il potere, quello vero, quello pericoloso, quello assoluto, senza controlli di nessun tipo.
E dalla nostra parte, nella Sinistra, che accade?... Ne parlamo un’altra volta, che ne dite?
Barbara Fois