2035- l’apparenza e la sostanza del potere

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 16/03/2023
Se poni una questione d’importanza, senza dare peso alla forma, ti fottono. Nella sostanza e nella forma – Giovanni Falcone

Personalmente non ho dubbi che il politicamente corretto/etico sia il codice formale più capace di rendere ridicolo qualsiasi assunto, specie se questo non ha alcun fondamento sostanziale. Né utilità oppure fattibilità. Penso, come esempio di inconsistenza, ai nuovi diktat di ollivud che impongono ad ogni sceneggiatore di mettere nella storia ( sic!) un ispanico un nero un gay una donna un ebreo. Non diverso dai diktat precedenti che a barriera ne impedivano l’accesso o la citazione. A cosa diamine serva lo sanno solo loro. A creare nuovi eroi? Forse sarebbe meglio educare le coscienze nelle scuole. Ma questo sarebbe uno sforzo grande con risultati pericolosi per l’establishment.

Come diceva Engels, rovesciare una ideologia produce solo il suo contrario, non il cambiamento.

Il politicamente corretto è tanto più ridicolo quanto più è applicato, dai singoli politici o dalle istituzioni, a materie di cui gli stessi/stesse non hanno la minima competenza. Cosa assai pericolosa assunto che le Istituzioni intervengono sui destini della collettività che amministrano. Come al solito i burosauri europei ( o italioti ) hanno per prassi di decidere senza mai ascoltare il Cittadino, né condividere con la comunità l’idea, il progetto ed il suo percorso applicativo, gli esiti attesi.

In questa autoreferenzialità del potere non vi è nessuna differenza tra il corrente politically correct e le modalità precedenti del potere verticale. Onestamente non ho mai visto tanta ipocrisia nella relazione tra Potere e Cittadinanza come nei tempi del politicamente corretto.

La ragione è in fondo molto semplice. Nel quadro del sistema capitalista il potere non cambia mai sostanza. Non può. Sia perché il cambiamento imporrebbe una revisione del sistema, che non ce l’ha nemmeno in nota. Sia perché il cambiamento verrebbe deciso da leggi prodotte in parlamenti di fatto ricolmi di politici fin troppo frequentemente a libro paga. Il potere muta solo la sua forma lessicale, il suo linguaggio. Gli orpelli.

Un tempo le indomite facce da culo che ci governano non raccontavano favolette. Almeno sapevi chiaramente chi fossero e che volessero e potevi decidere come reagire. Oggi ci imbrogliano con la maschera incipriata che nasconde lo stesso volto corrotto. Dorian Gray.

Uno dei casi più evidenti di malafede tipica della sedicente proposta corretta è rappresentato dal caso della legge in discussione in questi giorni ed avanzata dalla commissione UE relativamente alla produzione automobilistica. Essa propone, tra le varie cose, che dal 2035 si metta un veto alla produzione di auto con motore termico, consentendo solo la produzione di auto elettriche. Progetto formalmente bello, politicamente corretto e di fatto ingenuo con un piedino che smotta nell’area dell’imbecillità. Insomma un progetto tanto inutile quanto dannoso.

Ci sono almeno due elementi di sostanza per definirlo così brutalmente e sono connessi, per le radici, alle medesime ragioni che sostengono la proposta di legge. Azzerare le emissioni, migliorare l’ambiente cambiando le logiche di consumo/ approvvigionamento energetico.

Osservo le questioni separatamente, sintetizzando le molte cose apparse nell’informazione, sia politica che scientifica, e provo a scoprire cosa si nasconda sostanzialmente dietro la forma della proposta. Aggiungo per chiarezza che sullo specifico tema, in aggiunta alla mia abituale faziosità, ho l’intima convinzione che Falcone abbia ragione: mentre cerchiamo di capire la sostanza ci fotteranno ( noi Cittadini ) sia nella sostanza che nella forma..

Emissioni

Azzerare le emissioni è un dichiarato astratto, che ha una inapplicabilità esilarante. Lo spiega il principio fondamentale della filiera. Per capire me lo riassumo così: la batteria dell’auto elettrica non è un generatore di energia, ma un accumulatore. Dunque l’energia viene prodotta altrove e trasmessa alla batteria via cavo. E’ il caso del motore elettrico puro, perché l’ibrido invece consente al motore termico di generare l’energia necessaria a ricaricare tempo per tempo la batteria interna che alimenta il motore elettrico.

Appare evidente che, con l’auto elettrica pura, si è solo spostato il problema delle emissioni dalla vettura alla centralina di ricarica. Bene. E questa come viene ricaricata? Dalla rete elettrica generale, diciamo Enel per comodità. Ok. E questa rete l’energia dove caspita la prende? Dai generatori in essere che, lo ricordo, sono alimentati principalmente con motori termici, assunto che l’idroelettrico ancora oggi dipende solo dalla pioggia e basta un periodo di siccità per metterlo in crisi. Oppure viene alimentata dal nucleare, come il caso della Francia e della Germania o della Svezia che hanno centrali nucleari. Divertente vedere quanto Macron insista sulle auto elettriche per ridurre il rischio ambientale, pensando di alimentarle con l’energia nucleare che la Francia si accinge a ripristinare potenziata. Stupendo!

Quindi: avremo auto che non inquinano alimentate da corrente elettrica prodotta inquinando. Come dire che ho risolto il problema della corruzione cucendo le tasche dei politici. Evvaii!!

Nooo .. insorgerebbe uno dei burosauri di Bruxelles.. ( chessò, quel genio della Metsola) bugiardo noi produrremo energia con i pannelli solari e con batterie a grande potere di accumulazione. Ah ecco! Adesso è tutto chiaro. Andiamo allora a vedere l’impatto ambientale che hanno queste nuove forme di processazione energetica.

Impatto ambientale e consumo/produzione d’energia

Come si smaltisce nell’ambiente un pannello solare? Dove metti le batterie esauste? Prima di decidere di far dipendere tutto da questi due elementi vorrei sapere come me ne libero quando vanno in distruzione. Per la legge tipica della vita: non entrare in una cosa da cui non sai come uscire. Vedi mr Bean con la mano incastrata nella teiera.

Raccontavo qualche pezzullo addietro la fine che noi occidentali benpensanti facciamo fare ai telefonini raccontando la battaglia che sostiene Mike Anane per difendere il suo paese, il Ghana, diventato la pattumiera di tutti i nostri scarti tecnologici.

Bene, sul tema dell’eliminazione di quelle batterie e pannelli si sa poco e vagamente. Oggi. Figurarsi in un futuro tappezzato di pannelli al silicio e batterie al coltan. Sarebbe carino – diciamo politicamente corretto, va - che la UE si sforzasse di farci sapere che intende fare con il ciclo di smaltimento, giusto per capire se gli scarti finiranno in braccio a me, Cittadino, per la serie arrangiati così come ormai abbiamo visto in tanti altri casi, dalla plastica ai cappotti termici delle case.

Inoltre: qual è il ciclo produttivo di questi prodotti? Chi ne tiene le fila? Come funziona?

Sia una forma, i pannelli, che l’altra, le batterie, richiede alta tecnologia produttiva e materiali base preziosi, come le terre rare. Su cosa l’industria occidentale imponga di tremendo per estrarre il Coltan - elemento base per le batterie ad alta capacità di stoccaggio energetico- ho già dato il mio stimolo sperando che qualche curioso vada a leggere fonti ben più qualificate ( Coltan Liberacittadinanza-12/07/2022 ). Ricordo solo, come cerco di fare ogni volta che si può, quanti milioni di morti hanno prodotto le guerre per il coltan in Congo e paesi dell’area. Inclusa, in queste morti, quella del nostro console Attanasio ricordato dai nostri governanti con formule retoriche commoventi, recitate mentre non fanno un cazzo per scoprire la verità sul suo omicidio.

Vi è da dire in proposito alle nuove energie che la Cina, come noto, possiede terre rare in quantità non misurabile, ha la tecnologia produttiva per fare batterie ed auto elettriche a basso costo ed è in grado di condizionare ogni sistema energetico si appoggi sull’elettrico puro. Come dire? Ci consegniamo mani e piedi legati a Don Xi e la sua casta di oligarchi. Per la politica estera l’Europa si fa gestire dagli USA, sul presente energetico dagli Arabi e su quello futuro dai Cinesi. Fantastico

Quindi, per concludere l’esempio: la UE vorrebbe promulgare una legge sul ricambio energetico e la mobilità allo scopo di ridurre l’impatto ambientale senza aver prima disegnato e poi condiviso con gli stakeholders (parti sociali, sindacati, Cittadini ) gli impatti che una scelta così radicale avrebbe sull’ambiente, sull’economia del settore e dei distretti, sui costi che ognuno di noi dovrebbe sostenere.

La UE in proposito recita belle parole.. difesa del futuro, sostenibilità .. che però, almeno a vista, non appoggiano su nulla di concreto, di misurato, di chiaro. E vi è un’aggravante. Se per caso queste parole formali hanno, almeno progettualmente, sostanza questa di fatto non viene condivisa, prima di ogni atto legislativo, con la comunità che sarà chiamata a pagare e sopportare un cambiamento globalmente complesso. Insomma quella gente, come di consueto, straparla del nostro futuro tagliandoci fuori. Totalmente.

Il potere non cambia mai

L’esempio che ho descritto rozzamente ha una sua evidenza. Il potere non cambia mai. Che starnazzi volgarità come Trump e Putin, o faccia il buono&bello come la UE o nonno Biden è sempre a capo dello stesso processo di sfruttamento che è la natura prima della sua struttura.

Non vi è una parte sana del potere che si preoccupa del futuro del Pianeta ed una malata che inquina ostinatamente. Vi è uno scontro in atto tra due forme di capitalismo. Il capitalismo finanziario, che maneggia le borse mondiali e guadagna principalmente dal ricambio investendo in start up tecnologici, comunicazione e reti, nuove energie e che dalla fine del secolo scorso – con alterne fortune - maneggia presidenti e parlamenti. Di contro vi è il capitalismo industriale - poggiato sul primario e sull’industria pesante sostenuta dalle energie termiche e fossili- che vuole rallentare ogni processo alternativo finché non rientra dall’investimento e/o non subentra agli altri trust, avversari. Anche questa parte impone presidenti e deputati. Il risultato di questa guerra è una costante ambivalenza occidentale che si scontra con la progressione lineare e fin troppo razionale dell’oriente guidato dalla Cina.

Si potrebbero fare – invece di leggi astruse - mille cose più semplici ed alcune molto più rapide.

Seguendo l’esempio dell’auto: si può scegliere il motore ibrido, il più innovativo che sfrutta i gas emessi dalla combustione della parte termica del motore per accelerare la ricarica della parte elettrica. Emissioni ridotte, sostenibilità garantita.

Si può creare una nuova indipendenza energetica dal petrolio e dal nucleare realizzando pannelli solari, con una chiara politica di smaltimento, da mettere sui tetti delle case senza riempire campagne e montagne. Non risolvono tutto il problema energetico, ma una parte significativa del consumo domestico si. Questo permetterebbe di razionalizzare il restante consumo industriale.

Si può vigilare sulla filiera produttiva delle terre rare in Africa, creando miniere sane, inquadrando una nuova classe operaia locale e formandola, realizzando fabbriche per la costruzione di batterie in loco, creando ricchezza e cicli economici virtuosi .. Scusa? Lo stanno già facendo?? Chi?

I Cinesi. Mentre noi occidentali discutevamo dell’aria fritta loro sono entrati in Africa. Da dieci anni a partire da Gibuti realizzano strade e ferrovie. Hanno recentemente contattato i governi del Congo e limitrofi proponendo un investimento congiunto che farebbe al 50% la Cina proprietaria di queste attività: miniere e fabbriche. Un buon negoziato per paesi stremati dalle cavallette pagate dalle multinazionali anglo franco americane che alimentano instabilità e stragi e morti per avere il coltan a prezzi da fame. Di questo lento lavorio della Cina si è accorta, tardivamente, la francia. Quando Macron con quella sua puzzetta sotto il naso si è rivolto ai governi africani un tempo sudditi per programmare il futuro dei rapporti economici si è sentito rispondere .. amico, anche no. Grazie. Lo riportava qualche giorno fa, con un certo sarcasmo, le Figaro.

Il potere non cambia sostanza, ridipinge la facciata. Si continua a decidere senza ascoltare nessuno, per convenienza e per arroganza. Come è nel drammatico caso delle scelte sulla vita degli Ucraini fatte senza minimamente sentirli. C’è chi si straccia le vesti in nome di un pacifismo assoluto e chiede rese a priori e chi, dai comodi salotti o scranni parlamentari, incita ad ammazzarsi per principi nazionalisti conditi da una evidente irritazione personale. Nessuno di lor signori nei due schieramenti si è posto uno straccio di domanda su cosa davvero vogliano gli Ucraini. Perché? Perché non si sa come interpellare il Popolo. Perché nessuno si è mai fottuto di cosa davvero pensi, sogni, speri. Nessuno.

Quante parole sprechiamo. Tutti noi. Che abbiamo ormai più bocca che orecchie.

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