Dietro le quinte ed oltre il sangue

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 03/11/2023
La finanza è la scienza che studia come far passare i soldi di mano in mano finché non spariscono- Robert Sarnoff

Cosa muove le fila di questa disarticolazione complessiva degli equilibri mondiali? Sembra una domanda gigantesca in termini filosofici o ridicola in termini concreti. Eppure essa è centrale per capire e forse comprendere le cose che stanno accadendo ora, in continuità con tutto ciò che abbiamo visto negli ultimi 30 anni. Ed ovviamente da sempre.

Uccidere costa.

Metto giù i primi anelli di una complessa catena logica, partendo da una domanda ovvia: come trovare i soldi per uccidere? Hamas ha bisogno di soldi per pagare i suoi miliziani, così come Israele. Dove li trova? Li riceve dall’Iran, dice uno. No, dice un altro, li ha presi da Netanyahu per distruggere per sempre l’accordo detto “due popoli due stati”, che costò la vita di Rabin e forse di Arafat. Prendiamolo per buono, ma all’Iran chi li da, e ad Israele? E perché lo fa? Ed aggiungo: qualcuno ha idea di quanto denaro serva per fare una guerra locale o regionale, per quanto tempo sia da prevedere questa spesa e soprattutto per quali vie circoli e da dove arrivi il finanziamento? Il sangue si fa con i proiettili, con l’esplosivo e questi arnesi già costano di base, cioè solo esistendo, rimanendo oleati ed incartati su uno scaffale. Figurarsi renderli attivi.

Un Kalashnikov AK47, il fucile più economico al mondo, costa di suo circa 500dollari, ma lo devi trasportare e fare arrivare, e poi vi è il moltiplicatore: quanti AK47? Ed a seguire, nella spesa: i proiettili si sparano e l’esplosivo si piazza e si innesca. Servono dunque miliziani e vanno pagati. Trovare esaltati o fanatici non è difficile, ma sono sempre pochi rispetto alle quantità necessarie per sfamare il tritacarne che chiamiamo guerra. Bisogna stipendiare migliaia di persone, centinaia di migliaia. E poi serve logistica, telecomunicazioni, supporti tattici, intelligence, media, hakers.

La Russia ha speso cifre impressionanti per invadere l’Ucraina con mezzi militari e con strumenti di manipolazione di massa. Non sappiamo quanto. Ma sappiamo quanto la UE ha dato, ufficialmente, all’Ucraina: un ammontare prossimo agli 80 miliardi di euro. Sono ad oggi più o meno 650 giorni di guerra. Il risultato è una cifra intuitivamente vicina ai 120 milioni di euro al giorno. A vario titolo ed in varia natura. Questo costa una sola guerra, tra le molte, ad uno solo dei finanziatori in campo.

Quando l’amministrazione americana, nel quadro della gestione del Sud America, finanziava golpe o controgolpe (anche la Russia ha picchiato dentro quelle guerre civili cifre imbarazzanti) non poteva usare finanziamenti autorizzati dal Parlamento. Erano operazioni illegali. Utilizzava i narco dollari. Conosciamo bene, ormai, lo stretto collegamento tra la CIA e personaggi come Gallardo e Fuentes in Messico, od Escobar ed il cartello di Cali in Bolivia. Dunque i soldi per le armi ai Contras nicaraguegni venivano dalle sniffate dei cocainomani americani ed europei.

Per questo apparato di finanza occulta nessuna guerra al narco traffico poteva e può essere vinta, quei soldi servivano, e servono, a troppe cose. Alla ricchezza delle borse e della finanza capitalista, ai servizi segreti americani ed europei, alla circolazione dei flussi nelle altrimenti limitate dimensioni finanziarie ufficiali e censite. Per questo nessuno fece o sta facendo qualcosa di definitivo, come ad esempio legalizzare le droghe. Coperti dietro un moralismo stucchevole vi sono i veri interessi. Se i soldi della cocaina passassero per le vie legali sarebbero sottoposti alle normative vigenti. Nessun governo, nessun trust capitalista – di stato o privato – vuol fare a meno di cifre davvero impressionanti. Si dice che il valore del circolante senza controllo e censimento – diciamo genericamente illegale - possa essere stimato in un valore pari al PIL mondiale misurato ed ufficiale. Forse è una esagerazione, forse no. Chi cacchio lo saprà mai.

Intanto sappiamo come, nel finanziamento ad ogni guerra, oltre i flussi ufficiali passati al filtro dei vari riti democratici (anche in Iran si vota e c’è un parlamento, anche lì come qui processi inutili) si affiancano ingenti importi che provengono dall’illegalità. Siano derivati dalla corruzione internazionale che investe nella ricostruzione; o dai vari traffici di materie prime e di armi che sono l’evidenza dei conflitti africani, od ancora dal commercio di droga impiantato in Colombia come in Afghanistan. Possiamo dire, con una certa retorica: le pallottole che devastano i popoli passano per le narici degli idioti. Non sarebbe inesatto. Proprio in tutto questo investire (per avere) si riscontra la vera forza delle ‘mafie’ (diciamo così per lessico comune). Esse non soltanto sono assimilabili moralmente al capitalismo, ne sono oggi parte organica e necessaria. Nessuno stato, nessuna economia può farne più a meno. Immaginare che la loro forza sia nel comprare qualche governatore locale, americano od italiano, fa sorridere.

Il teatrino

Quindi una larga fetta della ricchezza circolante viene destinata da governi e nazioni alle guerre, ed esse, per il semplice ciclo economico, la restituiscono maggiorata. Parafrasando Robert Kennedy potremmo dire che la ricchezza è data dalla produzione di automobili, dalla costruzione di strade, e dalla quantità di incidenti che vi avvengono. Per uscir di citazione: tutti piangiamo per l’Ospedale distrutto, mentre alcuni ci lucreranno sopra. E costoro fanno parte della stessa struttura finanziaria che lo ha costruito e che lo ha bombardato. La metto giù cosi, ma il processo è chiaro.

Si dice – nella logica del buonismo borghese - che la guerra sia un prolungamento della politica, quasi nobilitandone la natura. In realtà, in una prospettiva di classe, è il capitalismo che produce strumenti di arricchimento, di espansione e conquista come la guerra e la stessa politica.

La politica è destinata a fornire i burattini che vediamo. Il pretozzo musulmano in barbona e accappatoio, che scorreggia nei vari media le solite idiozie religiose. I quattro imbecilli israeliani che portano la stella di Davide all’Onu. Incapaci di cogliere il sacrilegio insito nel nascondere il genocidio che sta perpetrando Netanyahu dietro l’Olocausto. Ben altra gente, vere vittime, colpa collettiva.

E di questo teatrino facciamo parte anche noi, i sinceri democratici. Scriviamo e dibattiamo accorati. Andiamo in piazza sventolando la bandiera palestinese, strillando Israele birbona oppure accettando cori di cazzate antisemite che dimostrano quanto nulla si sia evoluto nelle mente degli umani. Ma siamo solo comparse di scena.

Chiedo scusa, ma se non si attacca il capitalismo che da sempre usa le guerre come bancomat, e si sta sul generico moralismo, siamo come Papa Francesco, il parroco di Buenos Aires. Simpatico ed abile nel cerchiobottismo ecumenico. Nei dibattiti mediali chi rappresenta non dico la sinistra ma almeno la ragione, ha il dovere di attaccare frontalmente il sistema finanziario dei trust. Chiamando responsabili diretti banche d’affari e fondi speculativi, quotando il profitto netto tra spesa e resa, rilevando anche l’enorme lavaggio di denaro sporco che ogni guerra consente. Se non si fa questo di cosa si va a discutere, chi ha torto e chi ha ragione? Ma per piacere. Insomma, se tutti noi non sosteniamo le cose essenziali, anche nel ruolo di comparse, a che cazzo serve la mobilitazione, a farci un pubblico bidet della coscienza?

Mentre il circo va in scena, la realtà fa il suo corso.

Se l’uscita dalla globalizzazione, posto che mai sia stata davvero tale, e la ricostruzione per blocchi aspettiamoci che la realtà faccia il suo corso in modo diverso dal passato. Non avremo capitalismo/comunismo, ma forme diverse di capitalismo e di imperialismo. Verniciate differentemente ma simmetriche.

Sette miliardi di persone potenzialmente rappresentabili dal BRIC, e dalla sua valuta virtuale e cartacea, che diventerà la più diffusa del pianeta. Meno di due miliardi riuniti nel cosiddetto Occidente, termine comodo da usare. In realtà avremo un neo capitalismo – coordinato nel BRIC - che nasce anche dove prima lo si subiva e basta. Africa, Sud America, far east. Ed un capitalismo consolidato in Europa, America e pezzi sparsi. Che questo coincida con una collocazione geografica, peraltro disomogenea, il colore bianco delle facce e con il cristianesimo è solo casuale. Conseguenze storiche dei primi punti di partenza del sistema capitalista.

Per fermare questo progetto Bric+Altri, potenzialmente egemonico, il sistema va destabilizzato. E’ anche in questa logica – oltre al profitto diretto - che vanno lette le provocazioni e le guerre. La Nato in Ucraina e l’invasione di Putin. Le sciacallate volutamente sanguinarie – al limite dell’horror - di Hamas ed il genocidio crudele e metodico perpetrato da Israele.

Ciò che può servire oggi all’industria e la finanza internazionale è fermare. Comunque rallentare. Possibilmente scardinare alleanze insinuandosi con il gioco della provocazione tra mondi avversi.

Così i grandi del petrolio festeggiano l’ennesima crisi mediorientale, ma anche chi ha investito nelle energie alternative. I primi godono di un improvviso rilancio dei costi – come fu per il gas di Putin – i secondi perché cavalcheranno il tema dell’indipendenza energetica.

Così i grandi della finanza, i padroni dell’euro e del dollaro e dirai anche della sterlina, sebbene conti sempre meno, che possono utilizzare il rallentamento del progetto valutario BRIC per creare un loro sistema di monetica virtuale. Non è un caso se la BCE sta forzando l’intero sistema bancario europeo a creare, a costo proprio, contenitori di valuta sintetica virtuale. Per dirla velocemente quei bitcoin in cui finora è transitata la grande speculazione finanziaria illegale, e che i cinesi hanno maneggiato assai bene facendone strumento di pressione politica internazionale.

Noi italioti nella vicenda complessiva siamo comparse d’ultima fila. Senza teste all’altezza per esperienza, né per cultura né per sagacia. Vedi questa creatura, la sora Giorgia, che si fa impollare da due comici che l’avevano già fatto sto scherzo a mezzo mondo. Perché magari la prima a cui lo fanno ci sta, ma l’ultima, suvvia, e da veri citrulli.

Povera sora Giorgia, la guerriera dell’opposizione è diventata la vittima del governo. Le dice male coi comici sto tempo recente. Le impalano il marito in piazza, la sfottono via telefono. La sua fortuna e che all’opposizione, almeno nella geografia parlamentare, ci sia l’innocua Schlein e quel sarchiapone di Conte. Sennò ..a sora Giorgia, stavi messa male, stavi.Ahò.

 

Sulle valute virtuali, tema che va assolutamente guardato un paio di link

una sintesi neutra in questo link

https://www.dirittoeconomiaimpresa.it/bitcoin-e-criptomonete

una più interpretativa in questo link

https://www.huffingtonpost.it/dossier/fintech/2022/02/26/news/bitcoin_non_e_il_nuovo_oro_la_guerra_ucraina_lo_dimostra-8849413/?ref=HHTP-BH-I8838957-P6-S3-T1

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