Frammenti di un discorso amoroso

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 30/11/2022
Amo l’umanità, è la gente che non sopporto- Linus van Pelt

L’Umanità è l’essenza stessa del Mondo. Nulla mi commuove e mi interessa di più dell’Umanità. Forse perché non ho religione, in politica sono sempre stato minoranza delle minoranze e sono lontano anni luce dal nazionalismo e da quanto vi gira intorno.

Capisco poco quando si parla di primato della Natura rispetto all’ Essere Umano. Trovo la cosa insensata, essendo dotato di logica elementare. Come genere noi Umani siamo Natura. Capisco invece bene quanto la primeggiamo male, così come facciamo altrettanto male una quantità imbarazzante di cose. Sento tuttavia un distinguo in questo: è la gente che fa puttanate. Ciascuno di noi, inteso come elemento concreto rispetto alla straordinaria genericità dell’Umano, è responsabile di ogni cosa. Dalla gestione della cosa pubblica al comportamento individuale.

Dato quello che si vede tutti i giorni, basandoci sul principio probabilistico di Conan Doyle, siamo ragionevolmente vicino alla verità definendoci idioti con una spiccata tendenza al suicidio. Ed a questa tendenza aggiungo la nostra innata capacità di girare intorno ai fatti ed infarcire di retorica ogni cosa, perdendo così la misura del reale.

In questi giorni ho annotato alcune cose che mostrano, a mio avviso, queste due tendenze. Li condivido tra Cittadini, per la serie: almeno me li tolgo di testa.

Soumahoro

Sbatti il mostro in prima pagina. Ma il mostro chi è? Se guardo i fatti vedo un partito che sceglie un personaggio eclatante e lo trasforma – a prescindere da chi egli realmente sia - in un Deputato della Repubblica. Questa scelta non è ponderata, ma solo emotiva ed abita nel campo dell’epater les burgeois. Non è stata fatta alcuna indagine sulla persona, non è stata attuata alcuna selezione come del resto non si fa più in politica. Di conseguenza non vedo differenze tra questa candidatura dilettantesca e le altre, da Di Maio a Iva Zanicchi. Souhmaoro non è stato indicato perché rappresenta un leader di classe che combatte il caporalato. C’erano e ci sono altre Persone che si battono da anni contro la mafia agricola sul versante sindacale rischiando realmente la vita, ma hanno il limite di essere pugliesi, lucani, siciliani. Soumahoro è stato scelto perché nero.

Un giovanotto di lingua facile, anche interessante nel modo di esprimersi, con una moglie afflitta da shopping compulsivo ed una suocera affarista, viene proiettato nel parlamento italiano come rappresentante del proletariato multietnico. E che diamine! Questa vicenda imbarazzante ed anche un filo ridicola, svela chi sia il vero mostro. E’ il segretario di partito, in questo caso Bonelli. Una persona perbene, un borghese dabbene, un politico che predica il bene ha fatto una cazzata col botto. Succede così quando la politica diventa spettacolo e quando i deputati non sono più rappresentanti del Popolo scelti dalla Comunità, ma pupazzi delle segreterie scelti in laboratorio. E già scelti è una parola grossa, perché Bonelli non ha nemmeno intervistato i compagni di Soumahoro, non è andato nella sua comunità, non ha fatto uno straccio di indagine. Si è puppato il discolo com’è. Per la serie: è nero è migrante, per forza è perbene.

Bisogna essere davvero razzisti per ragionare così.

Persino Zoro si è incazzato a Propaganda live. Dice che si sente tradito. Ma benedetto figliuolo, non è lui che propaganda il giornalismo di investigazione? E come investiga il sior Zoro, frugando nel cestino della biancheria sporca degli avversari? Un attimo riduttivo come giornalismo d’inchiesta. La vera verità è che non esiste più un primato morale della sinistra, dato che come l’avversario infarcisce liste con nomi civetta, capaci di attirare attenzione. Non ci sono più le scuole quadri, come era d’esempio quella del PCI. Così le candidature sono lotterie, i candidati sono dei simboli sempre impreparati, ed i segretari di partito degli improvvisatori. Se si deve dimettere lui, il migrante astuto, si dimetta per primo il segretario che l’ha voluto. Scannare ora l’ex eroe cascato nella polvere è una vera e triste porcata.

Ischia

La gente ha diritto soggettivo ad una casa. Dove la mette e come la costruisce è responsabilità oggettiva dell’amministrazione pubblica. Le due cose vanno distinte. Se le si mischia viene fuori un introiamento concettuale tipicamente italiano. Infatti il dibattito cui assistito in tibbù ha finito col pendere su questo versante: i cittadini hanno costruito abusivamente e per di più al risparmio, senza alcuna messa in sicurezza. E’ grave, certo, ma è ben più grave che abbiano potuto costruire centinaia di case senza che nessun amministratore le valutasse tecnicamente. Lo stesso Giuseppe Conte (omonimia) che manda pec e si indigna in ogni dibattito, non era forse il sindaco di Casamicciola? Direi che tendenzialmente avrà notato i cantieri mentre si tiravano su case dove non si dovrebbe, o dove la carenza di leggi serie lo consente pur in presenza di rischi reali. E comunque progettate e costruite in modo precario. Poteva fermarle al solo scavo delle fondamenta. Sembra l’indimenticabile Scajola ed il mutuo a sua insaputa.

Ma siamo umani, accettiamo la miopia o diamo per buono che il sindaco, gli amministratori e la polizia municipale avessero limiti nel loro intervento. Ma anche a case fatte non era poi così difficile fare una perizia complessiva ed individuare soluzioni di rafforzamento dell’edificio, di consolidamento del terreno, di manutenzione dei boschi, di canalizzazione delle acque. Un minimo di protezione, che diamine! Scopro anche di peggio ascoltando gli approfondimenti. L ’Italia è l’unico paese europeo che ha fatto una mappa totale della fragilità ambientale e si ha dunque perfetta contezza del dove sia il rischio e del quanto sia grave. A questo si aggiunga che i fondi sono stati anche stanziati, che sono a disposizione delle regioni e dei comuni. Ed allora come caspita è possibile che non si sia fatto nulla? Semplice: per gli amministratori ed i politici è più facile mandare pec piuttosto che impedire con i decreti, con i Carabinieri e con le ruspe. Si prendono i voti e poi fa il bidet alla coscienza. Italiani brava gente.

Migranti

Qualche giorno fa Marco Revelli, parlando dei fenomeni migratori sosteneva: il problema è destinato a durare, facciamocene una ragione, e anche a peggiorare come dimensione, in questa direzione sta andando il mondo. L’espandersi quantitativo della pressione migratoria è in grado di scardinare la già modesta coesione europea e, partendo dall’interno di ogni paese, di modificare l’equilibrio politico dell’intero Continente spingendolo verso governi identitari ed autoritari. Si è visto come il fenomeno influenzi le scelte elettorali, ma può far pure peggio. Irenaus Eibl-Eibelfedt, il notissimo etologo, sosteneva che nell’ambito di una comunità l’arrivo di un elemento estraneo comporta sempre come prima reazione la chiusura ed il respingimento. Se poi questo arrivo è massiccio, avviene in tempi rapidi, e le caratteristiche evidenti dell’elemento nuovo sono, dal punto di vista razziale o comportamentale, decisamente aliene si può arrivare allo scontro identitario. L’equilibrio è già rotto: a Birmingham la seconda città inglese per dimensioni, per la prima volta la componente bianca è scesa sotto la maggioranza nel quadro demografico, così come i cittadini di religione cristiana rispetto ai musulmani. Il risultato è un irrigidimento della comunità, dove il BNP (british national party) schiettamente xenofobo sta crescendo a dismisura.

La contraddizione generata da un’immigrazione massiccia e troppo rapida ha scardinato le socialdemocrazie scandinave. In Danimarca il Partito del Progresso (..quando dico che progressista è un aggettivo ambiguo!) ed in Svezia il Partito Democratico ( ..voilà) schiettamente di destra e xenofobi senza ambiguità sono andati al governo direttamente, o lo influenzano potentemente. Il risultato sono leggi da Qatar. Riporto quella danese: sono proibiti i ricongiungimenti familiari se non in casi cosi estremi da rasentare l’assurdo, la stessa legge impone l'obbligo di residenza per sette anni (senza alcun sussidio economico e con i primi 18 mesi a stipendio ridotto per legge) per poter richiedere il permesso di soggiorno definitivo ed il divieto per gli immigrati di sposare un cittadino straniero fino ai 24 anni. E’ la legge più dura nella gestione dei flussi migratori in tutta Europa. La sola proposta di questa legge in campagna elettorale ha fatto da veicolo al consenso in modo sorprendente. E sconcertante per chi ricorda la Danimarca come patria della libertà di costume e di vita. Si poteva evitare tutto questo? Certamente, ma sarebbe stato necessario che i governi socialdemocratici investissero di più nelle politiche di inserimento e nella mediazione culturale presidiando meglio formazione ed informazione. Non si è fatto.

Figurarsi cosa può accadere in un paese pasticciato come il nostro. Il fenomeno della reattività sociale è stato completamente sottovalutato dalla sinistra social democratica, ed ora sta esplodendo. Chiunque passi per la Stazione di Milano si domanda che diamine di accoglienza sia questa. Famiglie intere o nugoli di ragazzotti buttati nei giardinetti. Etnie che fanno clan tra loro e che si guardano in cagnesco, come i nordafricani musulmani (da sempre razzisti) ed i cristiani del CentrAfrica o del Sud America. Non c’è alcun presidio strategico del fenomeno, non esistono misure programmate di integrazione. Il dibattito è smottato a valle e si parla dei salvataggi in mare! Il risultato è che si discute ancora del ruolo delle ONG i famosi taxi del mare di cui straparlava a suo tempo Giggino di Maio, oggi in odore di petrolio. Ma è grottesco, la legge del mare è chiara: chi è in pericolo va salvato. Punto. La domanda è cosa si fa dopo ed è qui che tutti i politici non si avventurano per due ragioni tipiche ormai tra quella gente: non sanno di che diamine parlano ed hanno paura di perdere voti.

Umanità e gente

Treccani da sempre, lenisce la nostra ignoranza focalizzando il punto centrale nell’interpretazione delle parole e dei concetti che queste traportano.

Rispetto a Umanità ci chiarisce che con questo lemma si intende definire la condizione umana, soprattutto con riferimento ai caratteri, alle qualità, ai vantaggi e ai limiti inerenti a tale condizione. Così come ci indirizza a comprendere che con Gente si definisce un numero indeterminato di persone riunite in un luogo o comunque considerate collettivamente.

Per questo penso che Linus van Pelt, abbracciato alla sua coperta, abbia fatto un outing in grado di trovare molti d’accordo: amo l’umanità, è la gente che non sopporto.

L’ho ripescato dai cassetti della memoria guardando Morgan Freeman, americano di colore, ed Al Muftha, disabile arabo, che dialogavano di diritto alla diversità e rispetto delle minoranze nel momento clou, durante la cerimonia d’apertura in Qatar.

Momento umanamente splendido, ma studiato da gente ipocrita. E, aggiungo tristemente, destinato a gente ipocrita.

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