FuturoLand

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 06/05/2024
Mentire riguardo al futuro produce la storia- Umberto Eco

Sul prossimo futuro una delle ipotesi correnti – peraltro percorsa da almeno 70 anni – è che tutta l’Umanità finisca dentro un posacenere. Seccante. Essere incenerito anzitempo un po' mi turba tenendo conto che un paio di cosette da vedere e fare le avrei ancora nonostante l’età. In aggiunta: essendo laico non saprei cosa aspettarmi dopo il grande baboom. Speriamo bene.

Quello che invece preoccupa i benpensanti, oggi al potere, non sembrerebbe tanto la cosa in sé quanto il fatto di trovarsi mescolati nel polverone con negri ed ebrei, comunisti e checche. Lo scrivo così come lo direbbe uno qualunque dei ministri dell’attuale governo. I cattoreazionari stanno in ansia anche per questo, creature. Una vita passata a fare reticolati per categorie, e poi viene una bomba e mescola tutti? Immagino la disperazione di Vannacci nel trovarsi avvinto con un trans camerunense nel vortice di cenere. E bene che stia attento a come giravolta while he’s blowing in the wind.

A guardare bene la temibile Grande Esplosione sembra gemella ad una rivoluzione totale. Colpirà l’intero sistema dal macro al micro, dall’imperialismo fino al conformismo individuale, lo solleverà letteralmente dalle fondamenta e lo sparerà in alto per poi dissolverlo in un enorme esplosione di cenere giallastra. Se non ci fossimo dentro tutti quanti indiscriminatamente, sarebbe un gigantesco e straordinario lavacro. Sfortunatamente la botta e poi la ricaduta nucleare finirà sui giusti e sugli iniqui, come la pioggia biblica. Una generalizzazione della pena che è poi l’ennesima ingiustizia.

Bon, fatta la profezia da monaco medievale scendiamo dal vulcano atomico e camminiamo per le vie della città tra la gente ed apriamo le orecchie. Perché il futuroland italico non è apocalittico o integrato, ma come il nostro caffè è ristretto. Bagola tra cosa e chi vincerà qui e là, tra come e quando si aggiusteranno le faccende quotidiane. Quisquilie come la sanità, la previdenza, l’inclusione, l’ambiente. Robe che né il governo né l’opposizione trattano più. Sono ben occupati da faccende serie come mettere o togliere un nome da un simbolo.

Il rimpasto prossimo venturo

Se per la Lega le elezioni europee finiranno in un bagnetto nel fiume Lambro, potremmo assistere ad un rimpasto governativo. Così dice la vox populi nelle periferie di Montecitorio. Dipende dal giro dei voti. Per acchiapparne una certa il pingue Salvini si è buttato su Vannacci, il generale tutto d’un pezzo. Il punto è in che categoria di pezzi vada inserito. Ai posteri l’ardua sentenza.

Vannacci – come il suo pingue sodale - pratica ardite parole con disinvoltura e leggerezza. Quando li ascolto dalla memoria mi ruzzola in testa la storiella delle pie dame riunite in casa per un tè. Si chiacchiera di tempo libero e piccole passioni. La padrona di casa ad un tratto gorgheggia eh si, mio marito per hobby è sifilitico. Il poveretto seduto in poltrona abbassa il giornale e sospira, filatelico cara, filatelico. Ecco, questi soggetti sono un po' come la signora in questione. Abitano un vocabolario di incerta classificazione. Per carità, l’italiano è difficile, lo so bene e per primo.

Spendo due parole sul generale dato che presumibilmente animerà il nostro futuroland. Non le avrei spese mai perché mi sembra l’ennesima quaglia di turno, ma da quando il PD ha fatto quella campagna idiota ignoralo ( ma chi hanno alla comunicazione ‘sti qua, Gianni&Pinotto? ) ho capito che era il caso di parlarne, almeno un po'. Lo avverto come un dovere morale. Ecco.

Il sior Vannacci è la codifica perfetta del destrino contemporaneo tutto casa e chiesa, RAI e conformismo. Del fascismo non ha le basiche sociali e nemmeno la metrica popolare. Del nazismo non ha l’insita tragedia, la psicopatia. La sua è una morale residuale, certo reazionaria ma senza gli afflati luciferini di Zemmour o di Geert Wilders. Odora un po' di incenso e un po' di caserma. Sa di vecchio scarpone / quanto tempo è passato.

Per un attimo l’ho immaginato al parlamento europeo alzarsi e parlare in nome del Popolo Italiano ed ho provato imbarazzo. Poi ho ragionato. Sono un po' anzianotto ed ho certe antiche abitudini, come il rispetto per il Parlamento sia esso locale o continentale. Nessun deputato, in nessuno parlamento – sempre che ci vada - parla più in nome del Popolo. Hanno perso anche le ultime ipocrisie e schiettamente parlano per conto delle lobby, delle segreterie di turno o per cazzi loro. Dunque gli italici benpensanti, pie dame e ragionier Fantozzi, se lo votino pure il sior Vannacci. Sarà l’ennesimo pomodoro pallido in un cestino di verdura stantia.

Certo se a causa degli esiti elettorali venisse fuori un rimpasto, sarebbe imbarazzante per la sora Giorgia che la mena assai sulla stabilità della sua compagine. Dovendo commentare il fatto direi che cambiare sarebbe comunque d’uopo. Assunto che ce lo dobbiamo puppare ‘sto governo ( come i precedenti ) senza sapere o potere far granché, almeno che la banda metta fuori qualche faccia competente. Avere sullo scranno qualcuno di questi ministri o Mr. Bean è più o meno lo stesso. Vedo dei tipi francamente esotici. Soggetti curiosi, tanto inclini a mettere censure in ogni dove quanto del tutto sprovvisti di un pur minimo censore interno. Tra il pensiero, per dire così, e la parola non hanno filtro, cola giù un po' di tutto a cazzo. Dalla cultura al turismo passando per le politiche industriali dovrebbero trovare qualche soggetto meno estemporaneo. Non so se ne abbiano, nel caso li affittino o li importino. Sarei tentato di dire che meno non me ne può fregare, ma purtroppo -come per la bomba atomica così per questa gestione- finisce col piovere erga omnia. In quanto Cittadini italiani siamo come i passeggeri di un autobus, al solito guidato da incapaci, che viaggia sull’orlo della scarpata. Più che snocciolare preghiere e sperare nel meno peggio non possiamo.

Nel caso di un rimpasto il governo potrebbe saltar per aria, minato da invidie e rancori. Se esistesse un’opposizione sarebbe un’occasione interessante. Ma non c’è. La sora Giorgia, ex proletaria e recentemente bersagliera, gode di sfacciata fortuna. Più che sulla illusoria stabilità dei suoi sodali può contare sull’indiscussa inutilità degli avversari.

Intanto alle urne gli italiani vanno sempre in meno. Se queste elezioni europee vedessero una percentuale di votanti modello Basilicata sarebbe triste per quel che resta dell’immagine italiana nel Mondo. Vedo che ho sparso un po' troppi se, ma va bene perché introducono il siparietto a seguire.

Futuroland o dell’ucronia

Ho scoperto dalla Treccani che oltre a utopia e distopia ha un suo spazio anche l’ucronia. Non sapevo nemmeno che esistesse, date le mie scarse conoscenze in Filosofia. Per condividerne il senso – visto che già fatico a capire i primi due - trasporto paroparo dall’Enciclopedia Italiana:

ucronìa s. f. [dal fr. uchronie (voce coniata dal filosofo Charles Renouvier nel 1876), der., con u- di utopie «utopia», dal gr. χρόνος «tempo, periodo di tempo»], raro. – Sostituzione di avvenimenti immaginarî a quelli reali di un determinato periodo o fatto storico (per es., la situazione europea se Napoleone avesse vinto a Waterloo).

Mi pare di capire che l’ucronia sia la storia fatta con i se. Un giochino che abbiamo fatto tutti almeno una volta. Sono andato a cercare chi diamine fosse questo Renouvier che l’ha inventata. Per non sbagliare copio ed incollo da Wikipedia

Charles-Bernard Renouvier (Montpellier1º gennaio 1815 – Prades1º settembre 1903) è stato un filosofo francese. Fu iniziatore e massimo rappresentante del neocriticismo francese e maestro di Octave Hamelin. Fece anche parte della Massoneria[1].

Qui si aprirebbe un altro tema, chi diamine è ‘sto Octave Hamelin? ma mi arrendo. Prendiamolo per buono. Come si direbbe a Cagliari poniddi Peppi, ( ndt: chiamalo Peppe ) fatalistica affermazione anagrafica, come a dire da 1 a 10 sai chi se ne frega? La cosa interessante del periodino riportato è che il nostro Renouvier era massone.

Sappiamo come la massoneria faccia la storia e la cronaca con i se ed al contempo costruisca eventi immaginari per gestire o influenzare un periodo storico. E’cosa ben nota anche grazie alla P2. Ed in proposito: tra qualche giorno ricorre la data del ritrovamento del corpo del Presidente Moro. Come al solito assisteremo ad una ridda di commenti vari, ricordi e retoriche. Non aggiungo niente, salvo una domanda. Se si fosse salvato, se si fosse trattato con i sedicenti rapitori –lo si fece due anni dopo per Ciro Cirillo – come avremmo scritto la storia d’Italia? Ci vorrebbe un esercizio di ucronia, ma lascio perdere. Mi porrò la questione, privatamente.

Guardando al futuroland italico invece ci provo. Per guardare avanti faccio un passo indietro e sostituisco gli eventi degli ultimi due anni innestando un paio di variazioni. Sora Giorgia vince le elezioni ma non chiede il premierato, propone invece a Mario Draghi la presidenza del consiglio per proseguire le attività iniziate con un patto a due anni. Il sostegno lo danno quattro partiti, oltre a Fd’I lo appoggiano ForzaItalia, la Lega, che ha cacciato il pingue Salvini ed ha Giorgetti come segretario, ed il raggruppamento Renzi&Calenda. Alla presidenza del Senato viene messo Romano Prodi, contentando i suoi estimatori, alla camera va bene Fontana ( sorprendente la sua dichiarazione su Vannacci ). Alle politiche industriali Franco, alle finanze Giorgetti , agli esteri Lucio Caracciolo, alla sanità un luminare della medicina e via così. Includendo Crosetto che pare persona seria, aldilà degli schieramenti, e lasciando i cognati a casa e la Santanchì? ai giudici. Oggi siamo giunti alla scadenza del patto di leadership e si va al ricambio del Presidente della Repubblica. Si ringrazia Mattarella, Draghi va al Quirinale e la Meloni, che ha studiato da vicepremier, prende il suo posto. Intanto il PRR è andato in porto assai meglio, si lavora alle infrastrutture basiche, strade e ferrovie. Il ponte viene messo via e si privilegia la messa in sicurezza del territorio.

Avremmo avuto un governo si di destra ( ahimè ), ma non becero ed inetto. Che cosa è mancato, perché si fa ucronia invece di cronaca? E’ mancato il senso della realtà, la corretta valutazione di se stessi, il senso dello Stato. I valori repubblicani. La sora Giorgia si è rotolata nel potere come un gatto nel plaid. Ha messo sulle seggiole sodali e famigli come il suo maestro Berlusconi, e come lui ha pensato che al Popolo fesso puoi rifilare non già una politica di visione e di impegno, ma una vispa e ridanciana sioretta. Così il nostro futuroland si manifesta precario e povero, col potere esecutivo minato dai capricci di una compagine modesta ed imbarazzante. Il quadro non è fosco o nero, a me sembra più color cacca. Una mesta discesa nell’inutile.

Per par condicio, ucroniamo l’opposizione. Il PD si è sciolto i democristiani sono fuoriusciti verso Renzi. Il Partito ha ripreso il suo vecchio nome PDS ed alla segreteria abbiamo Orlando. I 5Stelle hanno eletto presidente Conte e segretario Fico, si sono sganciati da Grillo e sono a sinistra federati con i Verdi e gli ambientalisti. I due partiti hanno formato uno schieramento che vale il 30% pesa nelle scelte del governo, ha riaperto sezioni miste nei quartieri e fondato una Federazione Giovanile che mobilità le migliori energie sui temi della riconversione energetica e della lotta alla diseguaglianza. Non siamo al governo ( ahimè ) ma forse ci andremo con un forte progetto alternativo. Ma non è andata così. Si sono proseguite le scelte ambigue, costruite posizioni incerte ed astratte ed il futuroland dell’attuale opposizione sembra una specie di purgatorio pieno di dichiarazioni tanto innocue quanto ovvie.

Riporto una frase molto citata di Umberto Eco. E’ un po' la sintesi del suo dubbio sulla possibilità di riscontrare la verità fattuale ( Quale verità? – la Nave di Teseo, ed. ), egli sosteneva che mentire riguardo al futuro è un modo per produrre la storia. Per corollario osservo quanto l’insieme di menzogne e distorsioni su ciò che fa parte della nostra storia abbia influenzato il presente.

In ogni caso la nostra storia, anche fatta con i se, racconta di un passato prossimo pieno di rimpianti e di uno remoto pieno di intrighi mai svelati. Non abbiamo di che consolarci nemmeno guardando avanti, perché la sfera di cristallo mostra i contorni sbiaditi di un tempo che non viene a darci fiato.

Al solito: abbiamo un passato da Cittadini senza futuro.

Questo articolo parla di:

archiviato sotto: