Il naufragio

di Corrado Fois - Liberacittadinanza.it - 30/06/2021
..se quello naufraga da qualche parte e voi andate a salvarlo con una maledetta barca, prima di salirci vuol sapere chi è il tizio che rema - JD Salinger , il giovane Holden

L’Avvocato d’Italia ed il Padre Nobile litigano. Sembra di rivedere Kramer contro Kramer, con battutine al vetriolo ed astio a mappate. Ci avviciniamo a passi lunghi e ben distesi ad un divorzio spezzagambe, con tanto di uffici legali. Niente di nuovo in un Paese come il nostro dove, dato che la giustizia non funziona, tutti si trascinano in tribunale per le più variegate ragioni.

Il vecchio leone, non si può negare che Beppe lo sia, scarica una zampata sulla testa di Conte .. non ha leadership, non ha visione, non sa innovare .. mancava che gli desse pubblicamente del coglione e poi c’era tutto! Come spesso gli accade Beppe ha la bocca più larga del dovuto e non si rende conto di contraddire, con questo attacco al vetriolo, quello che ha detto ( .. per due anni di fila! ), dell’ex Premier. Se è vero che solo gli stupidi non cambiano idea, Grillo è un genio. Vabbé ….

Purtroppo, in questo surreale ed anacronistico scontro, affonda una dimensione della politica che aveva, almeno all’inizio, dei tratti innovativi ed una genuina vocazione.

La vicenda merita di essere commentata, non solo per il reflusso che ha sulla scena politica nostrana, ma innanzitutto perché si colloca in un quadro di altri e ben più ampi naufragi .

il naufragio della democrazia rappresentativa è Il quadro generale in cui si inserisce l’implosione di partiti e movimenti , e tra questi il M5S. Una formula di governo che appare ormai snaturata da una crisi senza inversioni di tendenza , che prosegue da almeno dieci anni e in Italia probabilmente da molto più tempo.

Siamo dinnanzi ad una crisi radicata, ma anche radicale che in Francia ha trovato espressione precisa nell’incredibile livello di astensione registrato alle recenti amministrative. Un’astensione dimostrativa ( o solamente frutto di stanchezza e disaffezione ) che ha affondato sia il giovane partito del presidente Macron che la storica corazzata di Marine le Pen. Un disastro annunciato .. come si è detto più volte di fronte a fenomeni simili che tendono a ripetersi in forme diverse un po’ dovunque.

Infatti il naufragio non è una tragedia inaspettata, ma la conseguenza fattuale dell’incapacità dei partiti di interpretare la complessiva trasformazione, sociale –culturale- comportamentale, di questi anni. Aggiungo che, guardando alla sua dinamica, trovo inesatto parlare di crisi democratica, perché , a mio avviso, si è andati abbondantemente oltre i confini di questa formula.

Vediamo in che modo.

La democrazia – intesa come forma di governo e non come valore assoluto - si fonda su un principio centrale, il pilone reggi tutto che se si incrina fa crollare l’intero stabile. Questo pilone è la rappresentatività che parte dalla delega concessa dal singolo Cittadino ai deputati di volta in volta scelti.

Se riduciamo o rendiamo ambigui questi due aspetti .. la scelta- la delega .. la rappresentatività non è praticata e la democrazia si distanzia dal suo stesso obiettivo fondante: la partecipazione pubblica alle scelte del Governo.

Se , come è stato fatto, i partiti si chiudono in un universo autoreferenziale e le segreterie od i cerchi magici o gli amici ed amanti scelgono chi sarà candidato a rappresentare comunità differenti quanto distanti , il processo gestionale diventa evidentemente oligarchico .

La definizione di oligarchia, reperibile in qualsiasi dizionario, chiarisce meglio di ogni concetto complesso cosa implichi questa prassi : Ristretta cerchia di persone che occupa una posizione di potere in seno ad istituzioni, organizzazioni e simili, od anche gioca un ruolo di preminenza in determinati ambienti sociali o culturali.

La differenza tra democrazia ed oligarchia è proprio in queste chiare definizioni .. ristretta e preminente . Mentre lo scopo della democrazia è allargare la partecipazione, quello dell’oligarchia è ridurla. In democrazia è necessaria la delega per partecipare alla gestione della Repubblica , nell’oligarchia conta l’investitura dall’alto. Di qualunque preminente alto si parli , sia esso un centro di potere capitalista od un fondatore proprietario.

Se consideriamo in questo modo le attuali forme di rappresentanza parlamentare noteremo subito che siamo scivolati .. e da tempo.. nel processo oligarchico poiché il Cittadino, espropriato della scelta e della delega ( con il controllo ad essa collegato ), non ha alcun ruolo determinante.

Quindi è improprio parlare di crisi della democrazia .. siamo di fronte alla crisi delle oligarchie partitiche , della democrazia siamo di fatto già espropriati da tempo. Se mai l’abbiamo avuta.

Per irrobustire il ragionamento su cosa stia davvero accadendo prendo in prestito le riflessioni di Luciano Canfora. Le sintetizzo cosi : la democrazia è sempre stata una sola .. quella segnata dalla lotta di coloro che mirano a stabilire l’uguaglianza contro il predominio delle oligarchie, le quali difendono i propri privilegi e il proprio potere economico e politico. Nel contesto attuale , senza più un soggetto politico – un partito, un movimento - capace di essere portavoce efficace dei bisogni di giustizia e di partecipazione della Comunità, la democrazia è destinata a ridursi progressivamente , rinunciando alla sua natura essenziale.

Un altro osservatore della trasformazione in essere da democrazia ad oligarchia è il politologo, scrittore e giornalista francese Alain Minc . La sua considerazione è che l’apparato democratico sia stato ulteriormente indebolito dalla qualità della leadership partitica .

Sintetizzo la sua visione : l’attuale élite è l’élite della “notorietà”, cioè una classe dirigente che risulta composta dalle persone celebri di settori diversi: manager, giornalisti, industriali, individui che hanno posizioni visibili e di potere, ma che non hanno né solidarietà tra loro né coscienza collettiva. Non rappresentano né una classe sociale in senso marxista, né un progetto sociale condiviso. Le conseguenze si vedono non solo nel complessivo declino economico, frutto di scelte errate, ma anche in quello intellettuale e linguistico della classe dirigente.

Minc evidenziava così … già anni fa, quel combinato che nel tempo è apparso chiaro a tutti.

Da un lato la voluta esclusione del Cittadino da ogni forma di partecipazione concreta. Dall’altro la strategia delle oligarchie partitiche di mettere in campo persone fuori dal perimetro dell’esperienza politica. Soggetti diversi e non collegati ad alcuna comunità , investiti direttamente dall’alto e dunque deboli nel confronto con le segreterie, che hanno il solo scopo di attrarre consenso o pubblica attenzione. Almeno per qualche tempo.

Le oligarchie partitiche hanno tuttavia sbagliato i loro conti.

La continua esclusione del Cittadino lo ha portato alla disaffezione; l’impossibilità di esercitare il purché minimo controllo ha generato frustrazione. Da questo diffuso sentire è nato il primo consenso verso l’antipolitica .. proprio quella che ha fatto la fortuna di Grillo e del suo movimento.

L’elettorato meno consapevole si è incanalato – peraltro con aspettative irragionevoli - in questa visione generica e riduttiva della politica ed ha sostenuto mostri di varia specie .. dal populismo al paternalismo .. portandoli col voto fino al potere.

Ma alla prova dei fatti ecco la delusione estendersi anche a quelle forze che avrebbero dovuto incanalare il disagio sociale e che si sono invece rattrappite , vuoi per incompetenza vuoi per mancanza di visioni guida, in una spicciola quanto malferma quotidianità gestionale.

Lo abbiamo visto in UK con la dissoluzione del movimento di Farange, in Germania con lo svuotamento di AFD, in Francia con la sterilizzazione elettorale dei populisti. In Italia con il pasticcio in cui si è impanato M5S, e con la parallela confusione alla sinistra ed alla destra di Montecitorio.

Così il complesso apparato di potere oligarchico si è avvitato su se stesso. Ogni partito , travolto da guerre interne ed imbottito di gente raccogliticcia, si è dimostrato incapace di ripensarsi e dialogare con la società reale ed è finito in piena asfissia progettuale. Una incapacità resa ancora più evidente dalla confusissima gestione delle attuali complesse circostanze..

La condizione di generale paralisi decisoria ha visto, nello specifico italiano, l’abdicazione dei partiti e la consegna del loro potere ai tecnocrati. Per la seconda volta in dieci anni.

Vedo la crisi dei Cinque Stelle iscritta in questo quadro , almeno nella parte più politica ed in fondo nobile che segnava le prime contraddizioni interne . Ma in questi giorni anche la qualità della loro crisi è degenerata in avanspettacolo ed il tutto è ormai naufragato in una zuppa di personalismi e piccole invidie.

Lo disputa tra ortodossi e istituzionali – per semplificare Di Battista Di Maio- è diventata irrisolvibile perché i soggetti in questione sono due sprovveduti e hanno trasformato il confronto strategico in questioni personali. Simmetricamente leggo lo scontro verticale, per gli spazi di potere interno.

Un protagonista invasivo ed autoreferenziale come Grillo doveva capire che affidare la sua creatura ad un altro primo attore come Conte era un errore clamoroso. Già solo di fronte al macro disegno .. la forma e la struttura del movimento … i due hanno fatto a cornate. Io non faccio il prestanome , ha dichiarato l’Avvocato rispondendo a Grillo che diceva è lui ad aver bisogno di me.. Narcisismi a confronto.

Lo scontro interno al M5S dimostra plasticamente il teorema di Minc .. metti insieme persone di settori diversi senza struttura ideologica e politica comune a far da collante .. ed avrai al contempo confusione strategica ed una leadership mediocre .. se non smaccatamente autodistruttiva.

Ne verranno fuori? .. è difficile a dirsi .. più facilmente andranno a pezzi. Anche se poi l’interesse comune farà rabberciare il vaso rotto con il bostik, durerà poco. Assistiamo alla mesta conclusione di una traiettoria politica che poteva avere ben altre risultanze.

Come sempre , alla prova della Storia, conta la natura umana che compone la struttura politica. Conta la robustezza ideologica, la disciplina ..il vigore mentale. Finché tutto andava bene i ragazzi ed il Nonno festeggiavano in massa ai balconi. Oggi che si deve pensare con freddezza, che è necessario elaborare nuove e chiare strategie, oggi che si deve decidere prese di posizioni chiare in vista di un difficile futuro , quella massa è diventata poltiglia.

Il quadro del nostro sistema oligarchico è più o meno questo .. i Cinquini in pieno psicodramma, il PD in mano alla leadership post democristiana, la destra che fatica a trovare intesa sui sindaci ma parla di partito unico .. già battezzato da quel che resta di Berlusconi come CDU , centro destra unito. C’è da portar pazienza ..

Intorno a ai naufraghi aggrovigliati sulla zattera della medusa galleggia qualche avanzo, gente come Renzi o Calenda che contano ormai quanto una zanzara in una grandinata.

Non c’è da stupirsi se qualcuno già dice Draghi per sempre!

Nel frattempo …

è ricomparso Trump che con il nuovo vaporoso taglio e la boccuccia a cuore assomiglia sempre di più a Doris Day… per un omofobo non è male! Ed a proposito di omofobia.. ecco impanato il decreto Zan. E’ bastato un soffietto della Chiesa e vai col panico . Un tema divisivo urlano tutti .. ma lor signori ,cortesemente, possono rispondere ad una domanda sciocca .. ricevete 20mila euro al mese per dibattere solo di temi unitari? Che razza di maraglioni!

Si è celebrato nel frattempo l’ennesimo anniversario ( il 41simo ) senza la minima verità su Ustica… tra un mese ricorderemo i 41anni senza la verità su Bologna … Alla faccia delle celebrazioni! Si è affermata una nuova variante, la Delta. L’opinione dei virologi da tibbù è come sempre chiara : Delta è meglio/peggio/uguale alle precedenti ed è fermata /accolta/ignorata dagli attuali vaccini. Nella vulgata virologo è ormai la variante di cazzaro. Fine ingloriosa di un nobile mestiere.

E’ arrivata l’estate , si viaggia liberi con i tamponi nel naso o la carta verde .. felici togliamo le mascherine per strada .. e ci troviamo tutti un po’ più vecchi, un po’ più disillusi ed un po’ più disgustati .. ci hanno già annunciato che dovremo fare un terzo richiamo , anzi anche un quarto od un quinto. Dipenderà tutto da cosa decideranno Lallo, Pupo e Kiko .. le solite persone che governano la metà della ricchezza mondiale e la totalità del potere di informazione. Ma ..concittadini.. non c’è motivo di agitarsi … stiamo senza pensieri .. a noi, come al solito, sono richieste soltanto le terga.

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