La rivoluzione è natura stessa dell’esistenza umana.
Facciamo pure finta di immaginare che non sia più possibile..che non sia nemmeno ipotizzabile, come non lo è un colpo di Stato o come non lo è una guerra mondiale. Culliamoci nell’idea di aver raggiunto l’equilibrio e la stabilità del benessere. Rassicuriamoci così…
Eppure dovremmo ricordare come, fino a poco tempo fa ( poco in una prospettiva storica.. ) essa fosse l’esito possibile dello scontro, ideologico e pratico, di interessi tra classi sociali. L’abbiamo visto in concreto dalla rivoluzione francese fino ai profondi sconvolgimenti del Novecento. Il secolo breve. L’era delle ideologie assolute. Quel tempo recente in cui Rivoluzione era sostantivo comune, tanto da essere utilizzato diffusamente. Mussolini parlava di rivoluzione fascista.. ed anche l’educato Roosvelt dichiarava la sua rivoluzione civile. Oggi l’abbiamo tolto dal dizionario corrente, fingendo che non esista.
L’atto rivoluzionario nella sua più intima ed etica natura, cioè ribaltare gli equilibri sociali , è già nei primi articolati delle società umane e ne accompagna l’intero cammino, quello a noi conosciuto. Ed anche oggi che la comunicazione di massa ed il tramonto delle ideologie guida l’hanno apparentemente anestetizzato, il conflitto di classe e la spinta rivoluzionaria in esso contenuta, permangono. Lo vediamo spostarsi da paese a paese e riaffiorare , in forme e soggetti differenti, quando le contraddizioni e le diseguaglianze diventano intollerabili. Quando l’indipendenza personale .. la sopravvivenza ..la dignità vengono azzerate.
Detto ciò ..
La verità è che per fare la rivoluzione bisogna avere la pancia vuota e la testa piena. Bisogna essere come il giovane arabo , l’africano , il sudamericano. Magri affamati incazzati clandestini. Con in testa una idea forte. Rozza, imprecisa. Acuminata... il diritto di vivere. Ma bisogna anche avere leadership forti ed idee ampie e condivise, che al momento non si vedono.
Dalle nostre parti tira altro vento. Uccisi di carboidrati, zuccheri e dollari siamo diventati civili. Abbiamo la testa piena di interessanti e dialettiche idee senza una sola convinzione radicale. Semplice. Bella dura. Manichea e irragionevole. Ergo: noi, i benestanti del mondo … assuefatti all’ingiustizia imposta agli altri divenuta nostra comodità … siamo ormai incapaci anche solo di immaginare una rivoluzione, nonostante tutto quello che ci hanno fatto e che continuano ad imporci. Ed ecco perché – in Europa ed in America - la rivoluzione .. se mai si vedrà ..la scateneranno loro , i marginali ed i migranti . Con quale esito? Difficile a dirsi . Magari assisteremo solo ad un’esplosione di rabbia che finirà come un specie di circostanziale insurrezione destinata a spegnersi presto. O forse non vedremo nulla. Ed è ecco perché se la lotta di classe qui e la si scorge è ben travisata sotto la maschera dello scontro di religioni e di culture … o come direbbe quell’indomito sarchiapone di Salvini ..di razza.
Per capire cosa intendo per scontro di razza un piccolo aneddoto di qualche tempo fa.. prima dell’ennesimo paralockdown … . Sono al bar e passano sullo schermo le notizie degli sbarchi e dei naufragi ( ..storia che, come le alluvioni in Liguria, si ripete ogni anno ormai da un decennio ) un tipo grasso più o meno della mia età con in bocca un maritozzo imbarazzante commenta sputazzando .. se sti stronzi se ne stavano a casa mica s’affogavano … evito di riportare i suggerimenti che gli ho dato sull’uso del maritozzo. C’era un Vigile nel bar. Ha impedito a ciccio ed a me di scoprire se sono ancora abbastanza cattivo. Se lo facessimo tutti ci sarebbero in giro meno commenti idioti sulle tragedie umane. Un gentile garbato signore , evidentemente un sincero democratico commenta .. lasci stare , dimenticano che fortuna abbiamo ad essere nati qui .. Non so perché trovo questo commento a livello dell’altro, solo un filino più stucchevole. Lo squadro. Siamo diventati anche questa roba qua.. questa gente seduta e serenamente comprensiva. Tolleranti verso tutto ..verso chi muore e verso chi lascia morire. Mi squadra pacioso..è troppo cortese e troppo sorridente nella sua superiorità democratica così non ho il coraggio di reagire . Allontanandomi frustrato penso quanto sia ancora vero : chi non sta da una parte o dall’altra della barricata.. è la barricata. Il tempo passa , ma le verità semplici e rozze riaffiorano nel mare del buonsenso, rigide e muschiose come scogli in bassa marea.
Tuttavia …
Se è vero .. come è vero!.. che Il tempo della pandemia con le sue ricadute economiche offre opportunità al potere oligarchico, che dalla paura e dal distanziamento relazionale trae occasioni per smantellare il sistema democratico, è simmetricamente vero che innesca l’emersione del dissenso. Di un nuovo e differente scontro di classe i cui connotati precisi ed i potenziali esiti, sono ancora de decifrare, .
Quando l’America era viva e vitale, cioè mentre nasceva immaginata dagli spiriti controversi e liberi che l’hanno fondata, il principio rivoluzionario era essenza primaria nella redazione costituzionale dello Stato. Nelle righe del libro fondante della Repubblica il Popolo era descritto come protagonista assoluto ed arbitro dei destini della nuova gestione. Ogni singola Persona aveva il diritto di costruire la propria felicità. Ogni singolo Cittadino poteva valutare il proprio Governo e cambiarlo, anche in modo rivoluzionario, se chi gestiva il potere delegato smentiva il suo mandato e la fiducia accordatagli. Nessuna Costituzione è stata più tradita , nel tempo, di quella americana. Nemmeno la nostra.
Di fronte alla costante violazione del diritto, all’emarginazione violenta del dissenso, alla prassi politica intrinseca al verticismo presidenziale -che per sua stessa natura viola i principi fondanti della costituzione americana- la reazione popolare comincia a levitare. Lo abbiamo visto con il movimento black lives matter , potremmo vederlo estendersi anche alla parte bianca e latina che soffre pesantemente la diseguaglianza brutale di un Paese e di un sistema ormai oligarchico..
In Europa la frontiera è nelle piazze e nelle strade. Milioni di emarginati camminano in silenzio. Fingiamo di ignorarli o distribuiamo minestre calde e coperte, atto comunque meritevole. Esplodono qui e la tragedie umane. Le chiamano genericamente terrorismo ma sono specifiche realtà. Manifestazioni drammatiche e folli di un conflitto transazionale che irrompe nelle nostre placide vite. Non è maledicendo gli assassini che risolveremo il problema, perché il problema non è nell’atto in sé , in questa violenza inattesa ed ingiustificabile. E’ nella sua radice. Fingiamo di non saperlo?
La gente civile commenta : gli islamici sono i nuovi colpevoli e la religione musulmana il brodo di cultura dove cuoce la violenza terrorista. Sciocchezze. Non ho alcuna simpatia per questa come per altre congreghe. Non ho alcuna voglia di discutere con un vero musulmano, così come non mi interessa confrontarmi con un bigotto che ascolta Radio Maria ( .. il covid è un complotto del Diavolo .. sic! ). Trovo la loro religione ( non la fede..che non discuto mai..troppo personale, troppo profonda ed intima ) una prassi incomprensibile. Eppure negli ultimi anni , la regola islamica ha pervaso i milioni di emigrati, in Europa e nel mondo occidentale. E’ penetrata nella coscienza allo sbando, nella disillusione e nell’emarginazione, così come fece il Cristianesimo ai tempi della Roma imperiale. Cosa potrà portare in campo?
Nella sua autobiografia Malcom X racconta di come, giovane proletario nero, fosse scivolato nell’incoscienza di sé disperata, nella droga, nell’alcool e nella prostituzione personale. Finì in carcere. Là venne reclutato, formato, addestrato all’Islam. Le regole ferree e la coscienza razziale dell’Islamismo americano ne cambiarono per sempre il carattere. Divenne un rigoroso, intransigente e disciplinato musulmano e, fino alla crisi politica che lo attraversò umanamente, fu un devoto e famoso predicatore della Nazione Islamica. Negli anni a seguire presa coscienza della manipolazione presente in quel movimento-setta, abbracciò una nuova militanza. L’anticapitalismo socialista. Uscì dal movimento, dichiarò la fine della sua visione razzista, invitò tutti, bianchi e neri, alla lotta contro lo sfruttamento, contro la guerra imperialista. Da li in poi il movimento rivoluzionario afroamericano si connotò di questi valori, incarnati dalle Pantere Nere. Venne ucciso da un combinato congiunto di interessi .. la mafia nera che spacciava nei quartieri presidiati dalle sue guardie, la Nazione Islamica ed i suoi interessi nella raccolta fondi, la Cia. Morì da rivoluzionario, non da bigotto. Il tempo pareva l’avesse sepolto, per sempre.
Lo cito perché mi ha colpito una foto che ho visto sulla CNN. Un gruppo di manifestanti africani e bianchi. Qualcuno regge un cartello con una foto, senza alcuna scritta. Malcom era la. Significa qualcosa? Forse..
Lentamente, ma senza sosta, cresce nelle comunità islamiche delle banlieu francesi, tedesche, inglesi un nuovo soggetto politico che mette da parte il bigottismo razziale, insidia la crescita del rigorismo musulmano e mescola etnie e culture diverse in una visione che forse non è socialista, ma di certo è antimperialista. E’ ancora in embrione, ma si muove e comincia a preoccupare .. Non è un caso che i gesti eclatanti del terrorismo islamico ricompaiono di questi tempi. L’Isis ed i suoi pupari hanno specifici interessi finanziari e politici, come li aveva la Nazione Islamica di Elijah Muhammad. Un movimento rivoluzionario politico travolgerebbe anche il loro potere. Bisogna proteggere i confini razziali e religiosi per prosperare. Ed ecco di nuovo Il terrorismo, che da sempre è un’arma della conservazione, non uno sconsiderato strumento di liberazione. L’avidità non è caratteristica esclusiva dei wasp di Wall Street, pervade anche l’Islam.
Cosa potrebbe succedere se uno spettro ricominciasse a passeggiare, con altre gambe, per l’Europa? E’ difficile da immaginare, ma forse non impossibile da vedere. Ce lo dirà il tempo.
Il sostrato malavitoso innestato nel tessuto sociale che arricchisce le economie finanziarie moderne, penso alle varie mafie, esce rafforzato dalla crisi pandemica. La situazione di impoverimento di interi settori produttivi favorisce l’immissione di denaro sporco che trova casa e nuova nascita capitalizzando la piccola e sparsa imprenditoria. Ristorazione, alberghi, stabilimenti balneari, piccole imprese di trasformazione sono i nuovi target di questa infiltrazione. Non è chiaro cosa si stia facendo per prevenire il fenomeno. Nel quadro del ragionamento che sto facendo prevedo che questa diversa ricollocazione mafiosa determinerà, in maniera inquinante, l’offerta irrigidendo la competizione ( i metodi concorrenziali della mafia sono noti.. ) dando spazio a nuove povertà. In piazza si potrebbe riversare una quantità contraddittoria fatta di emarginati, nuovi poveri, migranti mescolando disperazioni personali di chi aveva raggiunto un fragile equilibrio personale con le disillusioni di chi ha rischiato la vita per passare dal niente al nulla.
E’ per questo che l’Europa sta varando , con alcune contraddizioni politiche – vedi il connesso tra recovery fund e gestione dei diritti umani..capra e cavoli- il mega prestito o più precisamente il superamento dei parametri del Fondo Monetario e del trattato di Maastricht. Cambiare qualcosa aiuta a lasciare tutto uguale. Si cerca di disinnescare il disagio sociale ed il conflitto di classe che ne conseguirebbe. Evitare la rivoluzione con l’elargizione. Non è che non funzioni. Nessuno ha voglia di prenderle e darle se appunto ritorna ad avere la pancia piena. Risolve il contingente - e non ho dubbi che qui in Europa ed in America, con Biden lo faranno - ma lascia intonso il problema complessivo. Un intero continente , l’Africa, ed un significativo pezzo di quello sudamericano aggiungano il disastro della pandemia economica ad una situazione di fragilissimo ed iniziale sviluppo. Se leggiamo internazionalmente il conflitto tra classi, tra miliardi di poveri contro milioni di benestanti, vediamo come risolvere la contraddizione localmente non disinneschi il meccanismo potenzialmente rivoluzionario che si sta mettendo in movimento globalmente.
La rivoluzione, probabilmente, si eviterà nell’Occidente evoluto in grado di distogliere piccole parti di una gigantesca ricchezza per finanziare la pace sociale e nell’Oriente oligarchico e fortemente presidiato. Non so invece come si potrà sterilizzare nelle terre disseccate dalla speculazione colonialista e dal cambiamento climatico. Prima o poi qualcuno accenderà la miccia..
E’ in questo scacchiere post pandemico che si ritrova il senso, pure da traslare e modificare, dell’ internazionalismo che fu soffocato nel secolo scorso dalla visione nazionalista e dal blocco della cortina di ferro. L’approccio internazionalista dovrebbe appartenere sempre di più alla sinistra occidentale, che per larga parte del tempo l’ha dimenticato, e per contro anche agli attuali governi. Particolarmente all’Italia che per collocazione geografica avrebbe questo ruolo di fronte al continente africano. Peccato che gli ultimi nostri governi si sono strafottuti delle politiche estere consegnando un ministero per noi chiave a degli incompetenti che non conoscono né la storia né le lingue straniere. Divertente vedere l’attuale ministro Di Maio farsi ingoiare dagli stati generali di un movimento ormai in dissoluzione mentre si discute a Bruxelles delle posizioni di Polonia ed Ungheria.. e nel mondo intero del nuovo espansionismo cinese che , superato a modo suo il covid, ritrova soldi slancio ed autorevolezza. Lo paghiamo per discutere giorni e giorni con quella cosa inutile del Di Battista? Anche no.
La rivoluzione, probabilmente, non è una soluzione. E’ solo una via intermedia, la più incerta e la più dolorosa, tra una situazione ormai incancrenita ed il nuovo ormai necessario. Una scelta che , ad un certo punto, diventa inevitabile innescando tutto il meccanismo a seguire, che la Storia ci insegna. Nessuno consegna il potere gratis. In proposito, passando dalla potenziale tragedia alla reale farsa, vedi il caso Trump. ..ma onestamente cosa si aspettavano le anime pie, che un torsolo del genere dicesse ..si è vero ho perso ..ciao e grazie.. ? Consegna le chiavi di casi ad un pitbull e vedi se riesci a rientrare. Anche in questo caso si registra una situazione critica potenzialmente rivoluzionaria, nel senso che dava a questa Abramo Lincoln, seppure non avrà mai un simile sbocco. Non bisogna confondere la tensione sociale e le piccole modeste locali insurrezioni con il principio rivoluzionario che per sua natura propone un’alternativa. Un’alternativa che oggi non c’è.
Dicevamo prima ..la rivoluzione necessita di pance vuote e testa piena. Al momento abbiamo la prima fattualità, ma non la seconda. Dunque, per quanto le condizioni oggettive ci siano, la rivoluzione..probabilmente ..non si vedrà.
Che sia un male od un bene – nel quadro di un pianeta diseguale ed a rischio – è difficile a dirsi.
Post Scriptum
In questo mese, lo scorso 7 novembre, ricorre la data di nascita di Trotzky, l’uomo più controverso e contraddittorio , intimamente combattuto, internazionalista e libertario del movimento socialista. Un cruciale esempio di forte passione e visione politica, di coraggio personale, di concretezza e determinazione. Di orientamento al cambiamento. Di interpretazione originale e sovranazionale del conflitto sociale. Di speranza in un futuro migliore. Di una rivoluzione tradita.