La spinta a destra. Ovvero: il trionfo della paura

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 20/06/2023
La speranza è fuggita, vinta, verso un cielo nero- Paul Verlaine

Cosa sta muovendo l’elettorato europeo verso destra? Cosa si agita in quella che Bakunin definiva la parte profonda delle masse? Ragiono, per come so e per come ho voglia, su questo tema con il quale l’Europa deve fare i conti, assunto che uno dopo l’altro i vari paesi del continente virano, o vireranno, verso governi che non sono solamente conservatori, ma schiettamente nazionalisti e reazionari.

Faccio una premessa per chiarezza: la cosa, in astratto, non mi spaventa. La considero un’eventualità normale. Sono vaccinato avendo passato i miei primi vent’anni in un paese fasciobigotto in cui la DC più fosca governava rimpastando governi di cui era comunque sempre il perno. Crescendo l’ho visto accadere varie volte, da noi come in tutta Europa. Piuttosto mi inquieta l’attuale ragione di fondo ed il contesto, cioè: da un lato cosa muove questo spostamento elettorale verso le forze reazionarie e dall’altro il quadro politico in cui il soggetto socialista – unico possibile argine - è stato sterilizzato da 30 anni di conduzione impaurita e priva di identità.

Proprio in questi giorni abbiamo l’ennesima comprova di questo detrioramento. Merita una veloce digressione. Parlo dell’acceso dibattito dentro iI PD scatenato dalla passeggiata pomeridiana dell’innocua Schlein. Mille critiche perché ha fatto una vasca di una 30ina di minuti in una piazza organizzata dal sempre pettinatissimo Conte. Una roba che nel secolo scorso sarebbe stata bollata, complessivamente, come una manifestazione da salotto. In quella piazza eretica Moni Ovadia ha detto– scandalo! - che la Nato bega e trusca da tempo in Ucraina ed il nonno Beppe ha strillato che bisogna fare le brigate di cittadinanza. Per queste cosucce, francamente da scampagnata dei boy scout, la pallida Elly è stata bollata come sovversiva dalla minoranza riformista del PD (ndr: esiste una maggioranza rivoluzionaria? vabbè ). Ecco cosa intendo quando dico che la, diciamo, sinistra è stata sterilizzata. Sarò pessimista, ma come argine fanno acqua.

In questo pezzullo riassumo quello che ho capito, leggendo qui e lì, relativamente al tema principale ed ai metodi utilizzati per sostenere la spinta verso destra in corso.

Migrazioni e paura sociale

Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro delle minchiate.

Quest’ultimo ha molta più presa e molto più effetto dell’altro spettro che si aggirava un paio di cent’anni fa. Per due ragioni, 1) lavora sulla paura che come arma politica è molto più efficace della speranza 2) viaggia in tibbù e nei social, la più grande ed alienante invenzione del capitalismo dopo la catena di montaggio e l’eroina.

La paura è un grande veicolo di indirizzo. Si può usare un po' di tutto per spaventare ed orientare gli incerti, cioè la maggioranza. Come sappiamo il principale strumento è stato per decenni il terrorismo, utensile sanguinoso ormai troppo evidentemente pilotato. Oppure la pandemia, che portiamo nel nostro inconscio collettivo da almeno 10 secoli e che è stata abilmente sfruttata di recente. Altro metodo: evocare uno spaventoso bogeyman, l’uomo nero il babau, che può essere di volta in volta il comunista mangia bambini, l’islamista, il magistrato, Putin o Kim il coreano. Ed ovviamente spaventa il principale fantasma collettivo, la guerra nucleare sventolata ad ogni piè sospinto. Personalmente l’ho vista pronta a scoppiare almeno 15 volte negli ultimi cinquant’anni, tanto che ormai più che la bomba mi spaventa avere in giro una imprecisata quantità di ragazzotte/i rimbecilliti dagli youtubber.

Rispetto alla comprensione della paura come strumento politico, Dominique Moisì è stato per me un incontro felice. Tra i suoi libri due sono francamente illuminanti. Li ricordo: Geopolitica delle emozioni, ovvero le culture della paura dell’umiliazione e della speranza stanno cambiando il mondo (Garzanti,ed) e l’interessante Geopolitica delle serie televisive: il trionfo della paura (Armando,ed) uscito in Italia qualche anno dopo il primo.

Partendo dalle sue riflessioni ho provato a leggere le dinamiche della comunicazione di massa, da sempre in grado di generare mostri sociali e paure collettive, ed a vedere se si possa cogliere dove tali dinamiche vadano, oggi, a parare. L’ho fatto ascoltando la gente per strada, reinterpretando le conversazioni tra amici o le parole spese nei commenti che girano nei mass media. Il tema che almeno nell’ultimo lustro è diventato il veicolo costante di paura sociale ed il leitmotiv delle destre europee sono le migrazioni.

Nell’informazione di massa, telegiornali e documentari televisivi, non le vediamo mai analizzate concretamente. Non si cita la naturale propensione dell’essere umano a spostarsi verso paesi più ricchi di opportunità. Non le si spiega come conseguenza dei saccheggi e delle guerre coloniali fomentate dall’Occidente per accaparrarsi materie prime a basso costo. Le migrazioni sono osservate e narrate come un fenomeno a sé stante che muove masse di disperati (sic) nell’ordine di centinaia di milioni. Se vengono elencate ragioni sono sempre rappresentate attraverso concetti troppo ampi: la fame, l’inquinamento, la siccità, la guerra. Ragioni a cui non si incollano responsabili.

In questo modo le uniche protagoniste reali, a portata di ogni livello culturale, sono le masse in attesa nei porti, filmate in dettaglio camera in spalla. Nell’immaginario collettivo sarebbero queste la causa e l’effetto delle migrazioni. In proposito: ho visto un documentario inglese girato poco tempo fa a Lampedusa. Si indugiava a mostrare gli sbarchi scegliendo prevalentemente uomini giovani, magari grandi e grossi. Una immagine vale più di mille parole. Allo spettatore seduto sul divano- qui e dappertutto - resta proprio questa visione del fenomeno migratorio: centinaia, migliaia di persone sconosciute e diverse che irrompono, quasi fosse un’armata, nella quotidianità della nostra vita. Così si conferma nella memoria di massa quella sintesi che la destra continua a sollecitare in modo prima estremo ed ora velato: l’invasione.

Inoltre … Nessuno sa dove queste persone vadano, quando lasciano gli hub di accoglienza. Nessuno conosce il destino che avranno. L’assenza di una chiara programmazione alimenta l’incertezza sociale. Compariranno come fantasmi nei parcheggi, ad accattonare nei mercati, a passeggio in banda nelle vie delle periferie? I partiti della destra europea fanno rimbalzare dalla Svezia all’Italia la stessa frase: siamo dinnanzi ad una possibile sostituzione etnica. Formula che francamente non significa nulla e che tuttavia è entrata nel lessico comune avendo come detonatore e bogeyman la teoria del grande rimpiazzo. Una sorta di complotto ordito da non si sa bene chi e per quale ragione, che ha intasato per anni il web ed i social. Vediamo di che si tratta.

La grande sostituzione

La Francia reazionaria ha espresso grandi intellettuali complessi come Alain de Benoist oggi o Pierre Drieu de la Rochelle che nel 1945, durante il suo processo per collaborazionismo, venne difeso addirittura da Sartre. Ha avuto fiancheggiatori di livello come Ferdinand Celine, espressioni politiche contradditorie come Marcel Deat. Ed ha prodotto personaggi improbabili, che non sfigurerebbero nel campionato mondiale dei coglioni, come Gobineau, la teoria delle razze, e recentemente Renaud Camus ( le grand replacement- Chez l’auteur 2011). E’ lui il primo ad aver costruito la teoria della grande sostituzione tanto cara alla destra più estrema. Riassumiamola con le stesse parole di Renaud Camus: hai un popolo, e nello spazio di una generazione hai un popolo diverso. Frase ad effetto ma quando il tipo esotico si addentra nei perché diventa arzigogolato e palloso. Infatti quei perché non se li leggono nemmeno tra loro, gli arianucci. A loro basta sparare frasi fatte. Io l’ho letto e provo a sintetizzarlo.

La teoria originale afferma che, con la complicità o la cooperazione delle élite sostitutive, le popolazioni francesi ed in generale bianche d’Europa, vengono sostituite demograficamente e culturalmente con popoli non bianchi, specialmente da paesi di area musulmana attraverso la migrazione di massa e la crisi demografica. Quest’ultima determinata dalle scelte dei governi in materia di sostegno alla famiglia. Chi sarebbero queste élite sostitutive?

Il grande rimpiazzo è il prodotto del sistema di potere internazionale che ha despiritualizzato il Popolo con il relativismo, ha super industrializzato il sistema produttivo con tecnologie che sostituiscono il lavoro competente con le macchine ed ha creato un’occupazione bassa buona per dare impiego a masse analfabete. La società materialista ed il globalismo sono fondate per dare spazio ad un essere umano apolide, senza specifica nazionale etnica o culturale (sic). Abbiamo dunque nazioni bianche un tempo identitarie dove oggi gli indigeni ( i sostituiti ) non crescono di numero, sono ingabbiati da leggi limitative ed incoraggiati, attraverso mitologie di massa, all’omosessualità per non riprodurre ( evabbè!!). Per contro i migranti ( i popoli sostitutivi ) sono scelti ( sic ) da paesi africani o mediorientali ad alto tasso di natalità per attuare un ricambio demografico e culturale radicale. Si sotto intende che giunti in Europa, posti in condizioni di benessere essi figlieranno che manco una nidiata di conigli assatanati.

Un’accozzaglia di cazzate, campate per aria. Vorrei davvero conoscere il trust capitalista che investe miliardi in un affare complesso e già in perdita. Due dati. 1)in Francia la percentuale più alta di iscritti al sindacato ( letta x comunità omogenee ) si riscontra nella popolazione musulmana. Va inoltre detto, come sottolineava un Iman della scuola musulmana a Parigi intervistato da le Figaro, i giovani di seconda generazione stanno diventando relativisti se non atei come i loro vicini di banco indigeni. 2) : la natalità delle coppie musulmane, sempre in Francia, attualmente è a livello medio del paese ( 1 figlio x famiglia ). Quindi l’élite sostitutiva avrebbe organizzato tutto questo grande rimpiazzo per avere in breve tempo ( una generazione ) lo stesso melange sociale.

Ma intanto la minchiata rappresenta una sottocultura trasversale con la quale si devono fare i conti, perché becca da un lato consensi e dall’altro serve da alibi alla destra di potere. Vediamo dove nasce e come si diffonde perché Renaud Camus non ha cotto il merdone da solo.

La parte reazionaria europea ha sempre dato ogni colpa all’esterno od ai cosiddetti poteri internazionali. La comunità ebraica ha pagato duramente questo prezzo, ma pure gli zingari, oppure i medici del medioevo che a detta dei preti seminavano la peste per avere clienti. Salvo morirne pure loro. E’ il merdone nazionalista, madre di tutte le aberrazioni dalle guerre alle pulizie etniche, dai morti dentro gli stadi di calcio alla crisi economica.

Lo zio spirituale, molto citato da Renaud Camus, è Enoch Powell – deputato conservatore inglese- ed il suo famoso discorso fiumi di sangue ( https://en.wikipedia.org/wiki/Rivers_of_Blood_speech ) in cui preconizzava che l’immigrazione così ampia avrebbe determinato sanguinosi scontri etnici. Era l’aprile del 1968. Il mondo era in fermento. Vi erano stati gravi scontri razziali in America. Ed inoltre Powell, in aperta conflittualità con il capo dei tories Heath, con quel discorso diviso ed ipernazionalista intendeva mettere in difficoltà proprio il suo capo partito. Insomma, uno tipo iiilRenzi. Aggiungiamo ai cuginetti di Renaud Camus un tal David Lane, uno dei fondatori dei suprematisti bianchi, con la sua teoria del genocidio bianco. Naturalmente in Francia si conta Eric Zammour e le frange nazicattoliche che intasano i social con una continua diffusione di fatti e fatterelli tesi a supportare la teoria ricambista.

Invece non si conta Le Pen ed il suo partito che considerano la teoria una esimia stronzata. Sanno benissimo che una grande fetta dei musulmani di Francia voterebbe a destra se la si menasse meno con l’etnia etc. Così nel tempo Le Pen ha virato ed ora scompone non per razze e religioni ma per attaccamento nazionale e patriottico. Voilà la nouvelle droite. Avere alla propria destra una accozzaglia imbarazzante su cui scaricare anatemi consente alla destra di potere di presentarsi democratica ed affidabile. Anche Orban considera il nazismo un male assoluto ed i simpatizzanti nazisti ungheresi vengono bollati come traditori. I loro siti oscurati. La destra di potere è più ferma nelle condanne e nelle sanzioni di tutti i permissivi governi socialdemocratici.

Dopo aver soffiato sul fuoco oggi la destra di potere utilizza le migrazioni, diventate paura collettiva, con l’aria paternalistica. Aiutiamoli, salviamo vite, fermiamo i disperati creando opportune condizioni nei paesi di frontiera.

Possiamo fare una precognizione da mentalisti: quando l’intera Europa avrà governi conservatori con aggiunta di bilancieri a destra ipernazionalisti, miracolosamente il tema migranti verrà gradatamente sfumato per diventare apparentemente gestito. Stile covid, o prima aids per capirci.

Gonfia la mongolfiera, fatti trasportare libero e bello al centro del potere, poi sgonfia la mongolfiera e la gente penserà.. cacchiolone hanno risolto il problema. E vai di voto!!

E’ il bello della democrazia televisiva, mass mediale. Insomma, siamo davanti alla carta di Copperfield. Cosa vuol dire sta frase? Piccolo aneddoto conclusivo spero chiarificante.

Durante uno spettacolo David Copperfield, il famoso illusionista, disse al pubblico che avrebbe dimostrato il potere della mente. Il pubblico avrebbe visto sullo schermo 6 carte di semi diversi, tutte figure alte, regina fante re. Aveva dieci secondi per sceglierne una, fissarla nella memoria per poi immaginare di farla sparire. Così fece. Comparvero sui mega schermi per 10 secondi le 6 carte e poi ..lo schermo nero. A quel punto Copperfield disse al pubblico concentratevi mentalmente solo sulla carta scelta ed immaginate di cancellarla. Seguì un minuto di silenzio e poi comparvero sul megaschermo le 5 carte. E’ vero la mia non c’è!! Grande applauso scrosciante.

Come ha fatto Copperfield? E’ molto, molto semplice. Le 5 carte ricomparse non sono le stesse di prima. Sono sempre figure alte ed il colore è giusto nella posizione e nella sequenza, ma il re nero è di picche non di fiori, il fante rosso è di quadri non di cuori. Ovvio che la tua non c’è caro pubblico. Sono state tutte cambiate. La concentrazione su una carta non ha fatto vedere l’insieme.

Ecco, cari ConCittadini. La comunicazione di massa, via etere o rete, oggi usa la carta di Copperfield. Concentrati su un tema per volta con diluvi di notizie mirate, non vediamo il resto.

E quando sarà opportuno proprio quel tema così tanto evocato verrà fatto sparire. A bocca aperta ammireremo l’illusionista che intanto avrà cambiato il gioco. Altre carte, altre regole. Altre mani. E non c’è nulla da fare, neanche cacciando l’illusionista. Un altro ne arriverà e farà lo stesso. Perché in fondo tutti desiderano i giochi magici, milioni posti di lavoro/ meno tasse/ sicurezza sociale. Non si può imbrogliare il pubblico senza la sua complicità.

Sulla manipolazione di massa Churchill diceva: si può imbrogliare qualcuno per tutto il tempo, tutti per qualche tempo, ma non tutti per tutto il tempo. Bello. Però lo diceva negli anni quaranta del secolo scorso, non conosceva tibbù e social.

Per conservare il posto di potere basta imbrogliare tutti per qualche tempo, poi cambiando di volta in volta il tema .. imbrogli tutti per tutto il tempo.

Eccola qua.

https://www.amazon.it/geopolitica-delle-serie-trionfo-della/dp/8869922529?asin=B078N943R8&revisionId=f2510b6f&format=2&depth=1

https://en.wikipedia.org/wiki/Rivers_of_Blood_speech

https://en.wikipedia.org/wiki/Great_Replacement

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