La svolta a destra

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 29/11/2023
ll mondo non va né a destra né a sinistra. Il mondo continua a girare attorno a se stesso, con regolari eclissi di luna e di sole- Emilio Lussu ( Marcia su Roma e dintorni- Einaudi ed)

Emilio Lussu era un uomo davvero speciale. Amico carissimo di mio Nonno, io l’ho visto da bambino qualche volta, ne ho un ricordo molto vago. Marcia su Roma e dintorni è uno dei primi libri che ho letto. In casa girava come testo di formazione. In altre case veleggiava il piccolo principe. In quest’ultime si è formata una generazione di teste fini, di sinceri democratici. Nella mia un gruppo di ostinati socialisti. Dunque, grazie Emilio. (un rapidissimo profilo, per ricordare/sapere chi fosse https://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-lussu/ )

Nel nostro campo politico, oggi confuso e poco irrigato, le teste fini abbondano. Manca invece la coerenza, la disciplina di parte. Questo fa deboli. Si dice che solo gli sciocchi non cambino idea, è di certo possibile. Su alcune cose sono propenso a cambiare non solo idea ma anche prassi. Specie se avverto che il tempo le abbia corrose o che siano intrinsecamente errate. Su altre no, penso non si debba cambiare. Aggiornare semmai, sempre con grande coerenza. Il che fa di me uno sciocco a metà. Od un mezzo scemo, a piacere.

Così, in questo mood, rifletto su come la destra stia mangiando uno dopo l’altro pezzi di mondo. Di come abbiamo lasciato all’avversario di sempre tutto il campo libero. Su quanta complicità, spero involontaria ma non ne sono certo, abbiano potuto contare i reazionari. Ne parlo dal mio punto di vista, naturalmente, ed è probabile anche con un filino di stizza. Mi rode vedere come la destra stia andando al governo senza quasi incontrare resistenza. Senza scontrarsi con una parte politica precisa ed identitaria, che dice cose chiare e costringe a riflettere su decisioni forti, proposte di cambiamento, modelli alternativi che toccano le libertà personali, il futuro del pianeta, l’equilibrio sociale. In una prospettiva di classe, magari.

In Israele, dove la destra più scamiciata alligna da un pezzo, si stanno vedendo i risultati delle politiche confessionali e nazionalistiche. Ma non è chiara a tutti – perché nessuno la rende evidente - la diretta relazione tra il comportamento nazionalista e la guerra e l’impoverimento. Infatti a migliaia di miglia di distanza l’Argentina, in pieno casino economico istituzionale, vira a destra scegliendo come presidente uno scriteriato iper liberista che propone ricette fallite più o meno ovunque. Lo stesso orientamento è emerso in buona parte del sud America al netto del Brasile. Uno dei paesi potenzialmente più ricchi del continente, avendo conosciuto la scombinata gestione fasciopopulista di Bolsonaro, è tornato al passato. Per la serie heri dicebamus, l’elettorato ha riscelto il vecchio Lula, populista pure lui, ma furbacchione.

In Europa negli ultimi anni al classico blocco reazionario dei paesi ex-stalinisti – Ungheria, Polonia, etc- si sono aggiunti baltici e scandinavi e l’Italia. Ballano gli incerti. La Spagna resta ancora divisa a metà, cammina su un filo e la Francia, che si avvia alla consueta lunga campagna elettorale, lascia intravedere un cambio di rotta verso la destra nazionale.

In questo quadro non stupisce l’Olanda ed il trionfo della destra nazionalista/sovranista di Geert Wilders sospinto dai soliti problemi con l’immigrazione. Subito il pingue Salvini è zompato in piedi scuotendo il pancione, sbracciandosi in congratulazioni. Come ha reagito l’innocua Schlein all’intemerata leghista? Così: Mi piace il masochismo di Salvini .. si congratula con uno che ha vinto le elezioni andando in giro con un cartello 'non un centesimo all'Italia". All’anima della elaborazione politica! Dalle sue parti si dice che si deve parlare alla pancia del paese, ma a tutto c’è un limite. L’innocua passa dall’essere criptica e complessa a frasi da bar dello Sport. Ma una via di mezzo, mai? Vabbè.

In Slovacchia – per gli stessi motivi olandesi - l’ultradestra è cresciuta in modo esponenziale, ed ora si assiste ad un potenziale accordo di governo tra costoro ed i socialdemocratici. Nuovamente di qui dall’Alpi molti gridano allo scandalo. Francamente non ci vedo niente di imprevisto. La mancanza di coerenza e di disciplina porta a questo. Lo sappiamo bene in Italia. L’avvocato Conte esiste in politica come risultato di un accrocchio tra Lega e Cinquini.

Nei vari governi reazionari vi sono sfumature diverse, in funzione del pilastro di chi ha preso più voti, ma non è granché importante. Il PPE è destra a mio avviso. Non vedo differenze nel modello di gestione e nella visione sociale, con i conservatori/sovranisti. La differenza è nelle parole sparse con meno superficialità dentro dichiarazioni più melliflue.

Abbiamo un’Europa in cui la destra si espande nel vuoto lasciato da questa ex-sinistra farlocca che appare inconsistente o pronta ad ogni compromesso contro natura. Per questo quadro confuso, dove tutti dicono cose ormai fuori contesto, gli elettori sono sempre meno. Ad esempio in Olanda sono andati alle urne 3 milioni di meno. 3 milioni su un totale di poco più di 13 che sono l’intero corpo elettorale. Non è per farla troppo facile, ma sono quelli che avrebbero votato un progetto serio ed alternativo. Ci fosse stato.

Non è assolutamente chiaro come si pensi di fronteggiare questo orientamento elettorale, in cui vanno a votare sempre meno elettori dell’ex sinistra, mentre restano stabili conservatori o sovranisti facendo emergere la loro parte. Vorrei dire di più: a mio avviso questa specifica assenza è la conseguenza evidente della corruzione ideologica che si è lasciata scorrere nel pensiero socialdemocratico. La scelta errata del pragmatismo, il modellare progetti sulla loro accettabilità ha fatto si che ogni proposta suoni già vecchia in partenza e non abbia forza attrattiva e tanto meno alternativa.

In aggiunta la polemica politica appare personalistica fino a diventare gossip. L’avevamo già visto con l’anti-berlusconismo di maniera che per lungo tempo è stato il pensiero unico, nonché l’unico pensiero della ex-sinistra. Un taglio politico tutto teso a dimostrare quanto il soggetto fosse un furbastro egoista e maneggione – cosa che peraltro dimostrava da solo e benissimo – mentre non lo si attaccava a fondo sul piano delle politiche sociali e della strategia internazionale. Questo non si faceva perché il suo rivale tanto sbandierato, Prodi, su queste cose fondamentali era perfettamente simmetrico.

E siamo ancora oggi così. A guardare nel cestino della biancheria sporca di questi scappati di casa invece di costruire un blocco forte con in mente una precisa logica di gestione sociale, magari socialista. Comunque schierata. E, sfortunatamente, non solo in Italia. Ovunque in Europa la proposta della sinistra ha perso foga, vigore e quindi presa elettorale.

Ho capito che i tempi sono difficili, che non è chiaro cosa sia opportuno fare e bisogna ragionarci su. Non sono così sprovveduto da pensare che basti trovare slogan truci e puri per riportare in campo elettori del passato, scoraggiati e sfiduciati. Ma proprio perché mi è chiaro quanto duro sia il lavoro ed il percorso di costruzione per realizzare una chiara e motivante proposta di società alternativa, mi domando perché non si cominci subito. Chi ha scelto il mestiere del politico e per questo è pagato, dovrebbe cortesemente alzare il culo, uscire dalle polemiche secondarie, darsi da fare per evitare di consegnare tutto il sistema al blocco nazional populista. Oppure, se non si sentono in grado, gentilmente ce lo dicano e lesti lesti si tolgano dai piedi. Chissà che nel vuoto non si scopra una nuova leva di giovani che ha voglia di provarci. Di rischiare.

Sento quanto sia assolutamente vero quello che diceva Lussu, il mondo gira sempre su stesso. La frase che riporto nel sottotitolo è nella fine del libro ed è una risposta oggettiva ad un suo compagno mentre, seduti nella barca con la quale fuggono dal carcere, riflettono sul futuro. Guardando verso il buio il personaggio sospira la sua sconsolata considerazione, il mondo va a destra. Emilio replica come ho riportato. L’unica risposta possibile verso un malumore da sconfitti. Sono le forze in campo che virano e mutano governi. Non è colpa del mondo o dei corsi e ricorsi storici. Prima o poi toccherà a questa parte della politica gestire i destini e cambiare la storia. Chissà quando, chissà come, ma proviamoci. Era questo il senso della frase, quella notte, cent’anni fa. Ed è questo il senso anche ora.

Al momento, occhio e croce, siamo seduti in platea o dispersi per i campi. Non sarà sempre così se si ritrova coerenza, visione, disciplina di parte.

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