In Liguria ha vinto Bucci di poco, il PD è il primo partito inutilmente. I cinquini sono ormai prossimi alla dissoluzione e Beppe Grillo non è neppure andato a votare, lo ha dichiarato.
Pensavo fosse un moto di repulsione verso il carrozzone che è ormai diventato la politica ed il rito sbiadito che rappresentano le elezioni, ma poi ho capito. E’ una ex prima donna ormai troppo ritoccata e rifatta che non sa uscire di scena, anche se il pubblico non lo caga più. L’ex maestro della antipolitica, l’ex apritore di scatole ed ex padre nobile vorrebbe intestarsi il non voto, l’unico vero vincitore di questa tornata. Ma il suo ragionamento affidato ai soliti social, zoppica. Sembra tutto campato su all’ultima, tanto per trovare qualche cosa da dire. Piuttosto patetico.
Bucci commenta fossi Orlando farei un mazzo tanto a Grillo e Conte. Non ha torto, fossi Orlando anche io mi incazzerei. Ma nel mio piccolo ho la fortuna di non esserlo, non devo ascoltare le stronzate di Renzi – un altro che non ha il pudore di levarsi di torno - od i consigli dei soliti saggi di Repubblica, che mai ne avessero azzeccata una in vita loro!
Del resto, chi mai dovrebbero votare gli elettori, quali partiti, quali proposte, quali reputazioni. La sora Giorgia, sempre più sgambettante e simpatichina che manco la brunetta dei ricchi e poveri ? O la Schlein che è passata dall‘essere la maestra delle supercazzole al nazionali popolare più banale.
A proposito di costei. Ho scoperto per caso, avendo una certa tendenza a non impicciarmi di gossip, che la Schlein ha telefonato ad un programma RAI. Non Report o chessò Mi Manda Rai3, no.. uno di quelli per la zia Domitilla. Una specie di carrozzone dove un certo numero di ex qualcosa si fa notare in tibbù ballando disperatamente. I tizi vengono poi giudicati da un quartetto di scoppiati e dopo i commenti tutti litigano che manco una riunione di condominio in portineria. Ecco la Schlein ha telefonato a costoro per congratularsi. Ma pensa te.
Non le bastava andare a cantare sul palco del vecchio J-AX che di suo è pure uno zio bello sveglio, uno che viene dai quartieri ha saltato i pasti ed ha fatto i soldi senza barare. No, doveva fare una comparsata video nazional popolare facendo quello che una come lei, di magnanimi lombi, pensa avvicini il Popolo. Bisogna proprio essere ricchi per ragionare così. Mi fa venire in mente una tipa che conoscevo a Milano secoli fa, una di buonissima famiglia ricca da imbarazzare che aveva l’uzzolo di fare la rivoluzionaria e per questo – convinta di fare ciò che fa un vero figlio del Popolo – si lavava poco. Non a caso la chiamavano ascella pezzata. Aveva scarso successo tra i proletari lavati a sapone di Marsiglia.
Ora: l’innocua Schlein dovrebbe sapere che se c’è qualcuno che non vorrebbe fare la vita del Popolo – vedere i cacchi di programmi tibbu fatti per il popolo, abitare nelle case popolari e via così- beh è proprio il Popolo. La Schlein invece di recitare male commediole nazional proletarie sarebbe meglio accolta nel profondo delle masse , come direbbe Bakunin, se si sbattesse in giro per le periferie orrende che ci regala il capitalismo. Creatura, ma perché non si fa un giro turistico tra giardinetti abbandonati a rischio coltellata, scuole fatiscenti e mucchi di spazzatura, ed a Roma magari trova pure qualche cinghiale burino. Questo pellegrinaggio – specie se ripetuto una volta alla settimana - forse l’avvicinerebbe al Popolo. Forse.
In verità capisco quanto sia per lei più pratico telefonare in RAI o ballare sul palco, ma onestamente credo che servirebbe di più, specie per una che cerca di imitare qualcosa di sinistra. In ogni caso cacchi suoi, non certo ha bisogno di consigli. Per fare peggio di come sta già facendo basta da sola.
Per contro, dall’altro lato della offerta politica, quella che dovrebbe attirare elettori alle urne, abbiamo il circo Falliti&Farlocchi. Un governo di reazionari autoritari che l’hanno menata sempre sulla sicurezza e dopo due anni di gestione senza opposizione non hanno combinato un cazzo, le strade delle periferie e delle stazioni sono più pericolose che mai. Zero risultati, pure sul loro territorio più storico. In più affogano da soli, non riescono a mettere insieme una cosa sensata nemmeno al ministero della Cultura, dove dopo SantoNano è arrivato il sior Giuli detto sineddoche. Costui neo laureando a 50 anni ( e io che pensavo di essermela presa comoda per un annetto fuori corso!! ) ha piazzato come non so cosa un tale che pare fosse gay. Scelta che ha procurato malori strilletti e svenimenti a tutti i fratellini d’Italia. L’unica visione politica la destra di lotta e di governo la deve a Mario Sechi, che ha un occhio al santo ed uno alla processione, ma prova a disincagliare questo governo di principianti e parenti dagli scogli che si mettono da soli.
E davanti a questa roba sconclusionata, sgangherata e minima che chiamano dibattito politico è ovvio che pure in Liguria, terra un tempo di elettori entusiasti, sia andato a votare meno di uno su due. Pazzesco!! Meno di uno su due!! E sono amministrative, gestione di casa insomma. Non oso pensare alle elezioni politiche. Non vanno a votarsi manco i candidati di questo passo.
Stasera ho seguito un pò di surreali dibattiti, tipo ha vinto questo per quello, ha perso quello per questo poi li ho mandati a cacare e mi sono visto un bel film western dei tempi andati. La partitica italiana offre uno spettacolo desolante, noioso, ripetitivo ed inutile. Questi fantasmi astiosi non hanno più pudore né coscienza, e non hanno nemmeno coscienza di non averne più.
Comunque la sala è quasi vuota, uno su due non segue più lo spettacolo. Solo chi si ricorda quanto sangue è costata la ricostruzione di una democrazia, incompiuta ma comunque libera, si rattrista a vedere le urne vuote. Ecco, per la precisione: io non sono tra questi. Tutto quel sangue l’avrei compreso assai meglio se fosse servito per buttare giù tutto il vecchio edificio e costruirne poi uno totalmente nuovo. Rappezzarne i bordi con in testa il compromesso ha portato solo a questo finale di partita che oscilla tra il mesto ed il ridicolo.
La sala è vuota perché è sbagliato ormai non solo lo spettacolo, ma l’intero teatro.