C’è un posto in Africa. Un posto buio oggi , un tempo illuminato. Il Burkina Faso. E’ un po’ come la Basilicata, sappiamo che c’è ma non ne parla mai nessuno. Eppure è un esempio preciso…
Thomas Sankara era un giovane capitano quando, con un atto di coraggio ed una determinazione precisa, guidò il suo Paese che si chiamava allora Alto Volta, sulla via delle riforme. Distrusse la corruzione, impostò una enorme opera di miglioramento della coltivazione impiantando nel Sahel milioni di alberi , istitui con l’aiuto di medici cubani , un nuovo e gratuito sistema sanitario per combattere vecchie e nuove malattie, come l’AIDS. Quando il Fondo Monetario Internazionale gli chiese di restituire i debiti assunti lui rispose che l’Occidente doveva prima pagare il suo debito verso l’Africa sfruttata, impoverita e devastata culturalmente dal colonialismo. Gli americani lo minacciarono. Il presidente di turno della democratica unione era Reagan. Thomas non fece una piega, andò a dirlo al convegno internazionale sull’africa denunciando i complotti e le trame dell’imperialismo. Lo hanno fatto uccidere nel 1987. Aveva 36 anni. Tutto quello che possedeva era un conto corrente con 150 dollari ed una chitarra.
C’è un altro posto in Africa. Il posto più inquinato del mondo, dove l’aria è irrespirabile , peggio che a Brescia e dintorni. In quella discarica grande come una provincia arrivano gli scarti ed i rottami dei nostri telefonini, dei nostri pc. Lo racconta Mike Anane, un coraggioso giornalista che denuncia lo sfruttamento della sua Patria, il Ghana, trasformata in pattumiera dalle multinazionali della comunicazione. E’ ancora vivo, per ora.
Mike descrive come in quell’orrenda discarica i bambini razzolano per strappare un po’ di oro e rame contenuto negli oggetti che noi veneriamo come feticci. I materiali preziosi vanno poi venduti per poco più di niente alle locali gang politico mafiose che li rivendono ben maggiorate di prezzo ai produttori di telefonia che le riciclano in nuovi aggeggi. Tra qualche mese ritorneranno nella discarica dentro altre carcasse da frugare. Normale. Appena un nuovo cazzabubbolo Apple o Samsung vede la luce si corre a comprarlo buttando quello vecchio. Questa si che è economia circolare.
La plastica fracassata in Africa non si ricicla, non è un business da quelle parti. Per antica prassi viene bruciata in alti roghi spandendo diossina nei polmoni di milioni di persone che vivono accampate intorno alla discarica . Ed intanto i ben pagati ingegneri di Cupertino, che votano democratico e danno soldi a Greenpeace, passeggiano nei giardini verdi della Apple inventando nuove cazzate in plastica – ufficialmente riciclata ..vabbé- da farci comprare, da farci buttare, da far bruciare laggiù, tra qualche tempo.
C’è un posto nell’america meridionale, dove i latifondisti locali e la grande industria dell’agro alimentare americana , quella ha cacciato i soldi per eleggere il ciccione golpista, si alleano. Insieme stanno distruggendo una enorme foresta, l’Amazzonia, il polmone del mondo. Le polizie private di queste imprese, col permesso di Bolsonaro, spostano persone e vite buttandole in un angolo. Si dice uccidano chi si oppone. Non lo sapremo mai davvero. Raoni Metuktire è un capo indio, diventato il simbolo della lotta per la difesa dell’Amazzonia quando durante il summit di Parigi sull’ambiente ha accusato senza equivoci Bolsonaro di essere il mandante della serie di incendi che hanno devastato vaste aree della riserva naturale. Roghi che il presidente brasiliano, dotato di una indomita faccia da culo, attribuì a cause naturali e alle comuni pratiche durante la preparazione delle semine. Grazie a Metukire oggi sappiamo che furono i tagliatori di boschi ingaggiati dal capitalismo agrario a dare fuoco alla natura per trasformare la foresta in campi destinati alle coltivazioni intensive di soia ed a pascoli per le mandrie. Qualcuno manderà il conto alla Monsanto Bayer ? Ne dubito.
C’è un posto in Europa dove stanno marcendo centinaia di migliaia di persone, di ogni età. I confini est la dove, dietro i reticolati ungheresi o bosniaci , i profughi siriani sono arrivati a piedi. Una lunga marcia disperata. Migliaia di km a piedi, attraverso il gelo od il caldo torrido della Turchia. Attraverso i boschi della Bulgaria dove le milizie dei fascisti locali, coperte dalla polizia, gli hanno sparato addosso. Fuggono da una guerra civile che ha fatto 5 milioni di profughi e forse 300.000 morti . Una guerra voluta e finanziata dagli americani per contrastare l’egemonia russa su Damasco. Il presidente di turno della democratica unione era Obama.
Anna Clementi è una giornalista italiana che, in prima persona, ha esplorato questo dramma taciuto. Nelle pagine di Internazionale ha pubblicato articoli struggenti sul destino di quel popolo senza più Patria e senza futuro . Ha fatto parlare i profughi ed ha ascoltato storie umane dolorose di gente che muore nel disinteresse di una stampa europea attenta a contare ogni giorno il numero dei propri contagi e totalmente dimentica della disperazione di un’intera Nazione. Ha scritto un libro accorante “Al-Amal nei campi greci coi profughi siriani” ( ed. Infinito ) . Qualcuno l’ha vista in televisione? Qualcuno l’ha sentita intervistare? Passaggi sfumati e brevi. Non c’è mai spazio nei palinsesti. Poi quando dico che la nostra informazione è una merda qualcuno si irrita.
C’è un posto in Europa dove i diritti umani vengono calpestati, dove il fascismo sbuca dietro il sipario della democrazia privando delle proprie scelte le donne , la Polonia, oppure limitando la stampa e la libertà di azione, l’Ungheria,od ancora consentendo il peggiore degli sfruttamenti umani, la Serbia o la Moldavia. Qualche volta, per qualche tempo, qualche deputato a Strasburgo indica il problema. Se ne parla. Si dibatte. Si fanno convegni costosissimi. Tutto resta come prima. Qualche ragione per considerare la democratica unione europea una prugna secca c’è.
Thomas Piketty è un economista francese di grande competenza. Tempo addietro gli hanno conferito la Legione d’Onore al merito. Thomas ha riso in faccia al presidente di turno, Hollande, e gli ha detto che non riconosceva ad uno stato inabile a combattere le diseguaglianze , il ruolo di decisore del merito. Piketty ha scritto molto sul tema della diseguaglianza e delle sue conseguenze sulle dinamiche macro economiche e sulla coesione sociale.
Nel suo nuovo lavoro “Capitale e Ideologia” ( ed. La nave di Teseo ) tratta questo tema considerando come , dietro il paravento delle apparenze democratiche, ormai siano in pochi a decidere per tutti. Tra le molte cose di cui parla nel suo libro impegnativo una ha attratto la mia curiosità. Thomas ragiona sul parlamento ombra , quella strana istituzione creata congiuntamente da Francia e Germania. Sostiene che questa struttura a due abbia influenzato le scelte sul recovery fund poi ratificate dal parlamento europeo. Sostiene inoltre che la connessione tra la grande oligarchia finanziaria – responsabile del continuo arricchimento di pochissimi - e questo parlamento ombra siano evidenti. Paventa infine che si possa creare un allagamento a pochi altri Paesi , di fatto trasformando quel gioco a due in un nuovo complesso sistema di potere europeo, sostituendolo di fatto alle attuali ipertrofiche strutture.
Ma dice ancora di più. In una intervista interessante concessa a Francesco Cervellato ( FanPage) ai margini di un convegno Piketty tra molte considerazioni, tutte importanti, rilascia una dichiarazione che Cervellato sintetizza in questo modo : “Bisogna andare oltre al dogma della proprietà privata illimitata e del libero scambio. E bisogna dare più potere ai lavoratori nelle imprese. Solo così avremo una società più ricca e più eguale. L’alternativa? Che tutto rimanga così com’è. O che arrivi la destra identitaria e nazionalista”.
Su questo punto centrale, cioè quale forma di governo economico è auspicabile oggi, Piketty fa due considerazioni brucianti . La prima riguarda la pandemia. Tomas dice: c’è una cosa che il covid ha rivelato più di altri eventi forse più gravi ( come ad esempio l’enorme crisi ambientale che il pianeta vive ) e cioè : siamo intrecciati. O torniamo indietro, come vuole la destra sovranista, ci chiudiamo nei confini assurdi e fragili della nazione, ma in questo caso dobbiamo diradare se non sospendere ogni tipo di relazione con l’esterno. Diventeremo autarchici ed impoveriti , imbozzolati in quel sovranismo illusorio che predica da noi la sora Giorgia. Oppure impariamo a governare i fenomeni planetari , sociali sanitari ed economici, con una robusta visione internazionalista. Solo allora ogni scambio sarà possibile, ogni contaminazione utile, perché programmata e gestita in modo condiviso. La condizione per questa soluzione? Un nuovo approccio globale gestionale. Il cosiddetto WGG .. World Global Governance. Lo si dice anche da noi in inglese perché in italiano suona come Governo del Mondo .. titolo alla James Bond.
Thomas riflette su questa seconda ipotesi con una linearità efficace quanto visionaria.
Provo a semplificare .. se noi mettiamo su una bilancia a tre piatti l’occidente benestante ed a lenta crescita, l’oriente che si arrichisce e si sviluppa velocemente, il sud america e l’africa asimettrici e diseguali .. e se il peso di ognuno si esprime in due valori : quantità di ricchezza finanziaria e saggio d’espansione demografica .. vedremo una realtà mondiale diversa da come appare. L’occidente ha raggiunto la soglia critica della crescita oltre la quale è difficile andare , mentre il resto del mondo ha ampi spazi di sviluppo. Quindi il nostro attuale sistema – sociale economico politico - si avvia alla curva discendente. Picketty dice che, leggendo il fabbisogno di equità proposto dalle evidenti diseguaglianze del pianetà, l’unica strada nuova è una strada antica. Il socialismo. Lui lo interpreta riveduto e corretto, più vicino a Keynes che a Marx , depotenziandolo dalla concezione del ribaltamento tra classi. Per Piketty l’alternativa al WGG orientato dal neo socialismo, è una sola : le oligarchie finanziarie già strutturate in forme politiche precise prenderanno in mano il destino di tutti. Scusate la rozzezza ed un po’ di arbitrarietà nella sintesi, ma il libro è a disposizione di tutti ed ognuno se vuole si fa una propria opinione.
Sono questi i veri temi con cui dobbiamo familizzare aldilà delle cose che bofonchia una classe politica e di una democrazia dappertutto traballante . America ..Olanda .. Spagna ..Germania .. la stessa Francia presidenziale soffrono i nuovi equilibri in corso di definizione e lavorano a modificre i modi parlamentari correnti attraverso crisi di governo più o meno eterodirette.
Il riassetto globale è in pieno corso. I fatti sono evidenti se li si legge.. dal colpo di stato in Birmania ( non esattamente un paese marginale ) alle destabilizzazioni in corso in Nigeria, Venezuela, Sud Africa .. cosi come , in parallelo, le restaurazioni in Cina e in Russia. Putin stringe i bulloni del suo regime opaco, incalzato da un’opposizione altrettanto opaca.. adilà delle pie illusioni che qualcuno nutre. Le opposizioni sono da leggere in un quadro di potere sostitutivo perché la partita è grossa, gli interessi contrapposti sono potenti e l’innocenza semplicemente non esiste.
Il quadro è scomposto ma leggibile .. se si fa, anche con rapido sguardo, un giro d’orizzonte.
Il colonialismo brutale che ancora oggi soffoca l’Africa, la green economy dei ricchi che lascia la spazzatura inquinante al terzo mondo e brucia lAmazzonia, il brutale inserimento delle potenze occidentali nelle vite dei paesi mediorientali, l’abbandono costante dei migranti e dei profughi al loro destino, il crescere di una destra europea che è solo faccia del capitalismo più becero, la manipolazione delle decisioni della UE ad opera dei veri stati guida. A seguire la nostra informazione questi sono piccoli temi. Ogni news dedica ore alla conta dei tamponi, alle dichiarazioni dei Costruttori ( ex responsabili, ex transfughi ex voltagabbana ) alle interviste di quell’imbroglione di Renzi, reduce da visita araba.
Guardiamo ipnotizzati le marionette senza vedere i fili e le mani che li reggono. L’Italia è il paese che avrà il più grande accesso al recovery fund .. crediamo davvero che questa crisi sia frutto del narcisismo di Renzi? Qualcuno lo usa , sfruttando i suoi limiti e le sue qualità, come tassello qualunque dentro un quadro ben più ampio.
Thomas Sankara ricevendo un giornalista svedese, ad una domanda sui problemi di un’Africa incapace di costruire visione e politica comune , rispose così : “ per il capitalismo coloniale è più facile dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale gestita attraverso il controllo dell’informazione è la più efficace, flessibile e meno costosa.. ed è la più subdola “ . Non credo che per l’imbolsita Europa si possa dire diversamente.
Del terzo mondo non sappiamo quasi più nulla. Sparito dai radar, dai teleschermi, dal dibattito politico. Non se ne parla se non in programmi o convegni di nicchia, lodevoli quanto autoreferenziali perché condotti e seguiti sempre dalla stessa gente. Riserve indiane, ormai. Eppure in quei paesi tagliati fuori da ogni decisione, usati come pattumiera, depredati delle risorse vivono più dei due quarti dell’intera Umanità.
Solo Francesco parla del colonialismo e dello sfruttamento umano ed ambientale di enormi pezzi del pianeta, di miliardi di Persone. Il solo, da sudamericano ed emigrante, che dia voce ad un tema mai risolto. Un tema internazionale che, nell’oscenità di una ostentata diseguaglianza, presto irromperà nelle vite di tutti noi. Infatti non esiste solo la globalizzazione economica .. a guidarla esiste la globalizzazione dei poteri ma anche, per contro, l’internazionalità rivoluzionaria. Niente di strano .. da sempre il mondo è diviso in chiaro ed oscuro , Ying e Yang. Come diamine vogliamo chiamare la dinamica dei contrappesi. Solo la sinistra senza più coraggio non sa vedere, decidere da che parte stare ed immaginare il cambiamento. Fare..
E che cosa succede quando la sinistra lascia il socialismo alla Chiesa? Cosa succede quando chi dovrebbe agire come contrappeso allo sfruttamento si perde nel nulla di discussioni su frattaglie di sotto poterelocale ? E questo accade non solo nel nostro asfittico, grottesco e patetico mondo politico, ma in tutto l’occidente. Cosa succederà del nostro futuro senza contrappesi democratici? Che pianeta vivremo dopo questa pandemia, tanto reale quanto ricoperta di enorme gigantesca manipolazione ? Da che parte staremo nell’inevitabile quanto sottaciuto confronto?
Sono domande oziose, dai!! Il vero problema è Conte ter si ..o no. Quest’altre sono cose esotiche, sono cose lontane… come lo era una stramba epidemia di polmonite a Wuhan ..
Sono piccoli temi, oltre la siepe di casa.