Sono inciampato in questi giorni nell’affascinante dibattito, morale civile politico, sui rave party. Da una parte due implacabili rivoluzionari, la Serracchiani e Letta, scatenati nella difesa repubblicana con lo slogan ..si comincia con bandire i party e chissà dove si finisce… Strana preoccupazione. Non bastava – ai due - la dichiarazione di intenti del governo come tema di immediato contrasto? Evidentemente no. Ci voleva una roba da social per attirare l’attenzione.
Dall’altro lato della barricata si agita la sora Giorgia d’Arco, che – per scaldare i cuori dell’Italia conservatrice - guida la crociata contro la trasgressione promettendo catene alle bande di ragionieri disoccupati e commesse precarie che danzano su ritmi tribali in case abbandonate. Roba da rogo, non c’è dubbio. Nel medioevo.
Ecco, appunto di questo cruciale e prioritario tema, onestamente, non me ne frega nulla.
Probabilmente non colgo la potente minaccia alle istituzioni democratiche nascosta, invero assai bene, dentro la norma in questione. Ma che ci posso fare? A me il tutto pare secondario e vagamente surreale rispetto al fatto che abbiamo da un lato un governo di destra nazionale - col suo carico di evidenti strategie - e dall’altro una opposizione sbrindellata in cerca d’autore, che si aggrappa a questa roba senza sapere, o volere, incidere sui temi caldi: la guerra, la riconversione energetica, il sostegno alle parti deboli, la condizione del lavoro e dei territori. Vabbè.. unicuique suum
Detto ciò se lor signori vogliono fare dibattito e barricate sul tema, si accomodino pure, non ho alcun modo per impedirlo. Faccio qui, per mio conto, un paio di piccole riflessioni su questioni secondarie come la possibilità di un incidente nucleare in Ucraina, le posizioni della Germania nel quadro complessivo che si va delineando, la crisi africana. Quisquilie.
La Bomba
Da uno schieramento non dico di sinistra, ma almeno liberale mi sarei aspettato una presa di posizione chiara sulla guerra. Non l’ho vista. Ed è grave perché appare chiaro che l’obiettivo non sia più costruire una via della pace, ma far vincere una parte, nello specifico l’Ucraina come dichiara candidamente la solita sprovveduta di turno, tal Metsola. E qui un filino sono stupito.
Mi aspetterei da chi gestisce un organo importante dell’Unione Europea che parli sintetizzando l’opinione dei governi che la compongono, ed in subordine.. che non dica cazzate
Eppure non sono il solo a scorgere una verità banale: più la guerra si prolunga più cresce il rischio di un incidente nucleare, assunto che in entrambe gli schieramenti ci sono falchi, guerrafondai e smaccati imbecilli come Medved che, per dirla con le parole di una bella canzone di De André, ..ha il cuore troppo vicino al culo..
Il nervosismo di chi ha visto la prepotenza putiniana imporsi dovrebbe essersi ridotto rispetto all’emergere di un rischio serio e definitivo. L’esigenza di una trattativa dovrebbe essere chiara ormai a tutti per le molte ragioni oggettive evidenti. Ma chiaramente non è così se si sentono frasi come quelle della Metsola. Dunque ennesimo addio all’Europa che sta scrivendo la parola fine ad ogni possibile ruolo di mediazione. Lasciamo pure che la Cina si intesti il ruolo di mediatore, sempre che chi scrive i testi a Biden non aggiunga la solita frase a sproposito.
Con queste posizioni le democrazie liberali del continente abdicano al loro ruolo di gestori della ragione e del dialogo e si schierano non in difesa di una parte ma per la sua vittoria, lasciando il campo del negoziato alle autocrazie cinesi o turche. Quando, con la mediazione di costoro, si arriverà ad un cessate il fuoco Putin avrà vinto davvero, dimostrando la debolezza europea e la sua secondarietà agli USA, avendone inoltre messo in ginocchio la struttura economica.
Inutile ormai dire cosa si poteva fare, cosa era opportuno dichiarare, quanto ci si doveva spendere per la trattativa e la pace. Ora si tratta solo di sperare che nessuno dei due Vlad, o peggio dei loro incontrollabili miliziani, scateni la bomba. Perché a quel punto non avremo più un futuro.
La via per l’inferno è lastricata di buone intenzioni, si dice. Ne abbiamo viste di cose astrattamente giuste, tante ma tante. E tutte ci conducono ad un solo punto: è quando un principio diventa pericoloso che si arriva alla fine.
Uber alles
La Germania oggi fa quello che le pare senza rendere conto a nessuno in Europa. Sono i più ricchi articolo quinto, chi ha i soldi ha vinto. E guarda un po' la vita com’è.. proprio dall’Italia ha ricevuto il regalo più insperato cioè l’euro, esattamente per com’è congegnato.
Cinque lustri fa, quando il tavolo costitutivo dell’euro operava in prospettiva, i tedeschi non avevano aspettative così alte per il loro vantaggio specifico nel quadro della nuova valuta, sintetica. Qui ci vogliono due righe di interpretazione, cosa vuol dire sintetica? Un po' complicato, ma spero chiaro.
Ricordiamo che l’euro non è una valuta assoluta perché non è garantito da alcuna riserva aurea, ma sostenuto dalle liquidità dei paesi. Cioè, ogni singolo sottoscrittore dell’euro garantisce la forza della moneta con la sua stabilità di bilancio. La scelta di una forma monetaria sintetica ha una ragione evidente: l’asimmetria di pesi ed importanza che si sarebbe generata se si fosse partiti dal controvalore in oro per sostenere la valuta. Per essere espliciti: l’Italia ha la terza riserva aurea del mondo ( 1. Usa /2: Germania /3 Italia ) Come si metteva, ad esempio, La Francia oppure l’Olanda sempre pronta a vestire il ruolo del cerbero del rigore a discutere con noi se il valore complessivo della valuta europea fosse stato dato dal concorso di ogni singola riserva aurea?
Quindi si decise, giustamente, per equa distribuzione dei pesi e delle proporzioni, di non ancorare l’euro all’oro, ma alle valute che compongono il paniere di base.
A questo punto dove sarebbe il regalo ricevuto dalla Germania? Presto detto. L’euro era una valuta nuova, nascente, per darle equità assoluta sarebbe bastato fissarne il valore utilizzando la linea mediana tra la valuta più alta ( il marco ) e la valuta più bassa ( la dracma greca o la peseta spagnola ). Questo punto mediano sarebbe stato appunto il costo/valore dell’euro che ogni Paese avrebbe sostenuto per adoperarlo. Il prezzo d’acquisto ( o di sostegno ) per l’Italia sarebbe stato attorno alle 1000 lire. Molto approssimativamente.
Il prof Prodi, in coerenza coi predecessori che a Maastricht sottoscrissero il protocollo di intesa, anche per evitare un isolamento politico rispetto all’asse franco-tedesco, finì con l’accettare la deriva vantaggiosa per la Germania. A sua scusante le solite indecisioni della politica italiana, il fatto che facevamo i furbetti con svalutazione valutarie aggressive .. insomma le cose che sappiamo. Fatto sta che all’euro fu dato il valore di mercato del marco ( oltre le 1900 lire ) , avvantaggiando l’esportazione tedesca e costringendo alla rincorsa il gruppo di quei paesi che i nordici chiamavano PIGS ( porci… ) Portogallo Italia Grecia Spagna. Un acronimo che la dice lunga sull’unità europea!!
La Germania con l’euro ha fatto soldi a palate. Noi invece li abbiamo persi, almeno in parte. Non solo questo è stato il danno. Grazie alla stupidità ed incompetenza dei governi Prodi Berlusconi & partners, non avendo messo a punto alcun sistema per governare il passaggio interno da lira ad euro abbiamo importato svalutazione e perso competitività.
Inoltre non abbiamo nemmeno usato i soldi di ritorno dall’Europa. Così mentre Portogallo e Spagna si rifacevano tutte le infrastrutture (per la serie la Germania si avvantaggia , ma noi usciamo dall’arretratezza ) noi non siamo stati capaci di usare i fondi UE e gli investimenti sono drammaticamente calati. I risultati li sappiamo, vedi ponte Morandi e condizioni delle strade, dei territori, delle scuole etc. Questo dimostra che la I di PIGS non stava per Italia …ma per imbecilli.
Oggi i tedeschi si oppongono al calmiere energetico, investono il surplus commerciale in sé stessi e vanno soli ed indipendenti in Cina. Tutti gli altri la menano con le differenze europee ed i vantaggi per la Germania? Bene, sono ipocrisie. La semplice fattualità e che i tedeschi usano l’altrui miopia e dabbenaggine a proprio tornaconto.
La presunzione della Francia e l’incapacità politica dell’Italia hanno reso ricca la Germania e se adesso i tedeschi, come sempre, fanno la cippa che gli pare è solo nostra responsabilità.
La crisi africana
Sora Giorgia vien dal Mare si scatena sulla frontiera sud. Fermiamo le migrazioni selvagge . Uau. Peccato che ciò che vediamo oggi, e tanto spaventa i benpensanti, è niente rispetto a quello che probabilmente vedremo nei prossimi mesi.
Facciamo una piccola riflessione sul contesto attuale e le poste in campo e su come l’imperialismo russo gioca sulla crisi africana, assunto che la servitù imposta all’Africa dal resto del mondo è un tema su cui più volte ci siamo intrattenuti ..
Se fossimo Putin che armi useremmo per destabilizzare l’occidente, assunto che la guerra d’Ucraina è solo una delle mosse sullo scacchiere, valutata e ben preordinata. Sceglieremmo due bombe.. costo dell’energia e pressione migratoria. Sul primo sappiamo già tutto sul secondo facciamo un rapido cenno.
La crisi ucraina consente ai russi di governare i flussi di grano destinati all’Africa. Su questo punto ragioniamo freddamente, alla Putin ( che non è pazzo ne perdente.. attenzione). Il despota non ha come obiettivo la conquista di Kiev ma l’incasinamento dell’Occidente, ed in questo quadro si dice : io intanto impantano l’Ucraina .. blocco le forniture di gas, fermo così la ripresa economica d’Europa e poi costringo- con la mia morsa sui porti - a far passare il grano verso l’Africa grazie alla mia manifestata disponibilità. Da cosa si coglie questa parte dell’impianto strategico russo?
Dal fatto che immediatamente, raggiunto l’accordo grazie ai Turchi ( che a loro volta ospitano, alle frontiere d’Europa 3/5 milioni di migranti ), Putin manda Lavarov in turné africana a spiegare a tutti che la Russia fa il possibile, ma l’Occidente sabota ogni possibile accordo. Poi tempo per tempo, quando vuole chiude il rubinetto del grano, quando crede lo riapre mostrando un’evidente capacità di interdizione. Come dire: ha messo la pistola sul tavolo del negoziato.
L’Africa centrale, dissestata ed affamata, messa in crisi dal dimezzamento delle forniture spinge milioni di persone verso nord, verso l’Europa. I governi intermedi nel lungo percorso, lasciano passare il flusso, anzi lo incentivano… e secondo gli osservatori parliamo di un potenziale di qualche decina di milioni di migranti.
Quanto reggerà l’Europa, in crisi economica, davanti ad un potenziale raddoppio dell’attuale 7% di migranti (sull’intera popolazione continentale)? Teniamo inoltre presente che questa percentuale non è diluita, ma concentrata nelle grandi o medie città.
Scenario peggiore? Crisi economica, esplosione del conflitto di classe, deflagrazione degli scontri etnici. Catastrofe sociale. Emersione delle destre autoritarie. Grande alleanza anti liberale tra autocrati. Bang!! E’ soltanto una ipotesi del tutto campata per aria? Forse.. forse.
Ed ecco come la crisi africana –mai affrontata dagli sprovveduti che gestiscono le nostre vite – può entrare nel quadro del riassetto globale obiettivo su cui si muove Putin, ma anche Xi e forse pure l’India.
Paesi che valgono metà della popolazione mondiale e che si sono francamente rotti le palle di farsi manipolare dall’America e dall’Europa com’è avvenuto negli ultimi 20 anni. Hanno torto?
Qualcuno di noi ha visto una gestione del mondo aperta e non imperialista da parte delle cosiddette democrazie occidentali? Qualcuno ha visto equa ripartizione commerciale? Oppure giusti prezzi nel costo dell’energia? E le politiche ambientaliste non erano tutte volte a limitare l’espansione dei paesi in via di sviluppo mentre in Occidente si divora un terzo delle ricchezze mondiali? Se qualcuno ha visto equità cortesemente ma la mostri perché io me la sono persa.
L’occidente ha indietro quello che ha seminato. Ineguaglianza e conflitti. E per primo ha tradito i suoi valori di libertà e solidarietà che, nel contempo, imponeva al mondo. Esportando democrazia con la destabilizzazione e con i bombardamenti. Francamente non vedo innocenza in nessuno.
Neanche in noi Cittadini. Ipnotizzati dall’invasione Ucraina abbiamo perso i precedenti lavorii russo/americani, ed innervositi dalla provocazione putiniana abbiamo smarrito il contorno strategico, così non riusciamo a valutare correttamente che diamine sta succedendo.
Diciamolo in poche sentite parole. La globalizzazione è finita ed arriva, per l’occidente, il conto da pagare.
Certo che prima o poi si negozierà. E non saranno le paroline della Metsola, anima cara, a turbare Putin o Xi. Peccato che il negoziato si farà con la Cina, dove oggi corrono i tedeschi guarda un pò, e si farà senza l’Europa nella sua interezza e senza l’Italia in primis. Dove questa roba qua chiamata governo arranca accompagnata da quella roba la che si definisce opposizione, sfaccendata.
Perché figurarsi se ai nostri politici progressisti, già ben insediati nei quartierini della bella Roma, fotte qualcosa di tali questioni secondarie.. figurarsi se può perdere tempo a cercare di approfondire un pochino di geopolitica ed a pressare il governo su questi temi. Altri sono i temi ben più significativi. C’è da discutere i sottosegretari, i rave party, se la Meloni era o no fascistella da ragazzina, e che fare del solito furbetto di turno beccato con le dita nella marmellata.
Queste si sono priorità. Così si fa opposizione. E che diamine!