Gaber lo diceva così bene, faccio parte di una razza in estinzione. Come recita quel suo scritto in musica che ci ha regalato verso la fine della vita ( la razza in estinzione https://www.youtube.com/watch?v=BLDCyd0Axik ). Spesso nel suo modo di scrivere, Giorgio è in grado di fotografare con profondità e lucidità uno stato d’animo. Nello specifico tratteggia gran parte del mio attuale. Questo spiega perché penso, scrivo e dico la mia così.
Partecipo ad un dibattito, lungo e ormai stabilizzato, su come ricostruire un movimento forte della sinistra. Il tema abita ed agita un sito di discussione d’ oltralpe. E’ un council formato credo da un centinaio di persone un po' di tutti i paesi europei che sta alla base di un lavoro che il mio amico Eric, giornalista da sempre ormai ben oltre i 70, sta portando a termine. Una specie di patchwork di idee riflessioni di spunti che fotografano un certo modo trasnazionale di interpretare i tempi politici che viviamo. Credo ne farà un libro. Cose sue.
Posto qui quello che ho postato lì, una piccola riflessione su dove siamo finiti, e forse il perché. Almeno il mio.
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Ed Bunker è stato un vero drop out, un po' come James Ellroy, ma più cattivo. Quando ha smesso di rapinare banche è diventato lo sceneggiatore acuto e capace che ben conosciamo. Ha detto una cosa semplice ed ampiamente condivisibile, alcune storie contraddicono altre, il punto di vista dipende dalle esperienze di chi racconta. Quindi è inevitabile che nel rispondere alla questione posta io non solo metta del mio- ci sta – ma metta il mio malumore in proposito ed anche un filo di incomprimibile disgusto. (riporto la questione : come valuti il peso, la strategia ed il comportamento dell’opposizione nel tuo paese? ).
In Italia non esiste una opposizione da quando la sinistra storica si è, od è stata a mio avviso, dissolta. Dalla fine del secolo scorso fino ad un quarto di secolo nuovo non si è vista nessuna forza oppositiva e progetto di stato od almeno di governo alternativo. Un’intera parte di società, una significativa fetta di elettorato ha letteralmente sguazzato nel nulla, con qualche lodevole quanto effimera eccezione. Sembra una affermazione soggettivamente apodittica dunque faccio due esempi in proposito. Parlo di due governi distanziati nel tempo ed anche nel valore, ma collegati da una medesima sostanza conservatrice e dalla stessa vaghezza oppositiva. Berlusconi e Meloni.
Berlusconi è stato posto alla guida della coalizione di centro destra, che includeva già allora i post fascisti ( l’Italia è sempre la prima a fare aperture a destra ) , ed ha subito rappresentato un modello di stato tipicamente conservatore ( liberismo/ ristrutturazione / multinazionali a mano libera ) ed una morale, con i suoi modelli comportamentali, schiettamente italica ( la donna come oggetto, il familismo amorale, le scorciatoie relazionali ). Un impasto che è andato benissimo per un Paese che ha radici nel papismo ed un lungo passato democristiano. Quello che restava della sinistra – comunque minoritaria - dopo i mille interventi di chirurgia estetica fatti per cancellare ogni traccia di socialismo da Achille Occhetto prima e Veltroni poi , ha reagito alla vittoria berlusconiana con stizza e senza una vera struttura di parte.
Prima di tutto ha risposto alla sconfitta elettorale con un errore di posizionamento e di identità che paga tuttora. Dopo lo choc dello sconfitta ( ma choc di che? Non vinceva le elezioni nazionali neppure Berlinguer!! ) ha tolto Occhetto, comunque un socialista, mettendo a capo dello schieramento un democristiano di oscura fattura come Romano Prodi. Un soggetto troppo buonino per essere vero, fino ad allora noto per due cose degne di nota: 1) nel 1978 in pieno rapimento Moro l’allora oscuro professore bolognese disse di avere ricevuto l’indirizzo della prigione del capo della DC direttamente in una seduta spiritica. Delle due l’una, o costui crede ai fantasmi od è un gran bugiardo. 2) in scia ad altri ben più robusti come il suo capo e mentore l’economista di matrice cattolica Beniamino Andreatta, Prodi ha concretizzato la teoria dello stato leggero vendendo ai privati pezzi significativi di industria nazionale ( telecomunicazioni, autostrade, agro alimentare ). Di lui Enrico Cuccia, il grande capitalista della finanza laica, diceva che aveva una indiscutibile grande capacità: vantarsi.
Il Prodi come guida dell’opposizione è stato evanescente, mai strutturale. E’ ovvio, essendo di natura democristiana, ben legato all’Aspen Institute il professore non aveva nulla del leader socialista, od alla meno peggio socialdemocratico. Mise insieme con una ricetta mal riuscita una specie di ammucchiata di identità contradditorie. Lo fece per due volte, con due nomi diversi e per due volte vinse inutilmente. Tutte e due le volte venne fatto fuori dai suoi stessi alleati rendendo ridicolo l’intero apparato di opposizione. L’unica cosa che lascia in eredità dello scontro con Berlusconi sono quelle due effimere vittorie ed una storia di conflitto modesto e personalistico.
Quel governo reazionario venne infatti combattuto a base di cazzate moralistiche sui comportamenti personali del Berlusconi. Scelte da gossip che coprivano l’incapacità e la malafede di chi avrebbe dovuto osteggiare la complessiva ristrutturazione. Ma era impossibile che ciò avvenisse assunto che sia Prodi che Berlusconi erano i pupi del capitalismo italiano ed internazionale e l’unica asimmetria possibile era proprio in una confusa accezione morale. Non esistendo infine un primato di morale politica in un PD che era sempre in mano ai giudici con processi per corruzione di ogni tipo, si arrivò ai fatti privati bungabunga e festini e così alla fine il Cavaliere venne fatto fuori dai suoi che ne vedevano il progressivo degrado mentale e la continua distanza con l’elettorato conservatore e cattolico.
Questo è tutto relativamente all’opposizione a Berlusconi. Resta qualche film retorico, molta satira divertente, qualche processo. Basti dire che la legge sul conflitto di interessi non è stata mai realizzata tant’è che oggi un qualsiasi erede Berlusconi troverebbe le stesse favorevoli condizioni di confusione normativa. Bastava copiare quella legge francese mi pare per voi voluta dal Generale De Gaulle.
Con Meloni poco cambia. Basti pensare che il cosiddetto padre nobile dell’opposizione sarebbe ancora Romano Prodi che non è cambiato di una virgola, dice le stesse cose fallite in passato con lo stesso insopportabile tono sospirato da ipocrita piccolo borghese. Del resto il governo di destra è la copia in peggio del vecchio governo Berlusconi. Stesse ragazzotte ex nullafacenti come una certa Santanchè a cui è stato affidato il ministero del Turismo. Costei è famosa per mostrare il dito medio in televisione, per avere speso in chirurgia estetica – peraltro insomma di qualità discutibile- l’equivalente di una retribuzione annua e per aver fatto fallire due proprie società a costo pubblico. Ci sono alcuni ragazzotti di ex belle speranze ed anche qualche quadro decente, come Giorgetti molto caro a Draghi ed alla BCE ( economia e finanza ) e Crosetto ( difesa ). Del resto anche Berlusconi ne aveva un paio di buona fattura, anche se inserita in quel contesto liberista, Tremonti per esempio. Almeno sapeva di che parlava. Di recente si è redento rispetto al liberismo. E’ anziano ormaia e come si dice in queste terre si diano la carne al diavolo e le ossa al Padreterno, il che la dice lunga sulla morale italica.
Anche con Meloni cambia poco la sostanza oppositiva, non si attaccano frontalmente le politiche capitaliste ( abbiamo il primato nelle morti sul lavoro ) il nulla investito nella sicurezza del territorio ( ogni alluvione fa morti negli stessi posti, ogni anno ) il poco nella sanità. La ragione è semplice. Il PD è stato al governo negli ultimi lustri a turno più o meno con tutti ed è responsabile nazionale e regionale di ogni sfascio. Meloni non sta facendo peggio di quello che una malaccorta e corrotta gestione progressista ha lasciato in eredità. L’opposizione – ex potere - non fa molto di più che starnazzare sciocchezze di secondaria importanza, tipo la separazione delle carriere nella Magistratura che di fatto già conoscete in Francia esiste in Germania per non parlare dell’Inghilterra. Sarà un tentativo di blandire una Magistratura italiana che conta pochi straordinari e luminosi eroi ma ha molti astuti politici nei suoi vari albi. La segretaria del PD Schlein, messa li perché la destra aveva messo una donna come premier sbalestrando ogni paradigma precedente, è una persona politica sostanzialmente innocua prevalentemente assente e talvolta capace di inopportuni giochetti di parole rivolti alla Meloni, un filino infantili, purtroppo intraducibili dall’italiano.
La ex sinistra anche qui in Italia- e ben prima che in Francia- appare dispersa. Larghe parti dell’elettorato si sono ritirate dal voto. In Italia va peggio che nel resto di Europa, vota meno di 1 su due elettori. Una consistente parte di nuovi astenuti sono la base elettorale della sinistra storica che non può e non vuole più riconoscersi in quella parte che è stata castrata politicamente da una classe dirigente democristiana come Renzi, Gentiloni, Letta. Tutti segretari PD e/o premier figlioli di Prodi e suoi epigoni senza però averne i legami internazionali con quella vecchia classe dirigente liberale che ha governato l’Europa e l’America fino a poco fa.
Non esiste alcuna reale opposizione in Italia perché non esiste alcun progetto politico alternativo nella forma di società, nelle strategie economiche, nella visione sociale.
C’è solo una stizzita parte perdente così tanto abituata ad essere potere da non riuscire a capacitarsi della sconfitta. Gente che nel recente passato ha colonizzato la RAI, il cinema, persino le sagre musicali piazzando sodali e famigli che ora si trovano buttati fuori da ogni carrozzone a calci nel sedere. Una corte dei miracoli di amichetti e cugini si è trovata senz’arte ne parte e sono i più rumorosi. Per contro famigli, amanti, sodali e servitù varia della destra si e trovata proiettata dentro ministeri da cui alcuni sono già stati cacciati, come il patetico ometto Sangiuliano cacciato dal ministero della cultura per una storia di mutande libertine, meno epiche dell’era Berlusconi, più casarecce diremmo qui. Al suo posto hanno paracadutato un tipo esotico che ha confuso il parlare chiaro con la retorica, e si è laureato ora, da ministro della cultura, a 50 anni. Grande esempio per un paese dove l’abbandono scolastico è il più alto d’Europa.
Dunque in estrema sintesi: in Italia siamo davanti ad una opposizione inconsistente, vaga, senza identità e senza progetto e senza nemmeno quella capacità di fare cortile, non dico squadra, che aveva l’era Prodi.
La vitalità politica in Italia si è ridotta a zero, l’opposizione e l’affermazione del potere si è trasformata in una sgangherata ed insopportabile canea agitata da ex neofascisti da una parte ed ex democristiani dall’altra. Personalmente per definire il quadro attuale, la sua natura generale posso usare una frase tipica di Ettore Petrolini, famoso satirico degli anni 30 : io so che dico sciocchezze, ma so anche di che parlo.
Per quanto riguarda il futuro almeno prossimo della sinistra in Italia, assunto che non ha un presente, lo vedo come testimonianza simbolica più che fattuale. Un pochino in scia con Cambronne. Merda la guardia muore , ma non si arrende. Ecco diciamo che lui l’ha detto in un tempo in cui la bella morte aveva un significativo anche politico, anche di esempio. Oggi no. Oggi grazie alle cloache social volute dal signore del capitalismo under 40 – mr Zuckemberg -qualsiasi cosa viene avvolta nel guano e risucchiata nel blob. E’ la fine del bel gesto in generale.
Per cui è meglio vivere, vedere come va a finire ed in una qualche misura riuscire a fottersene.