Uno studio in marrone

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 30/07/2024
Fu semplice capire come fosse nell’animo, bastò guardarlo in faccia- cfr. da Uno studio in rosso, sir Arthur Conan-Doyle

Perché riparlare di Vannacci? Perché emblematico. Tutto ciò che per il suo stesso esistere, dimostrando l’inconsistenza e la vacuità umana, diventa emblema, specchio dei tempi, rivelatore della pochezza che attraversa la scena politica italiana , è tema cui rivolgere il pensiero. Uau.

Dopo aver detto ciò - perché fa fino e non impegna- ed avendo rispolverato all’uopo un italianuccio liceale in perfetto stile vannacciano spiattello la mia veraverità ed il losco fine di questo pezzullo agostano. Scrivo di costui perché , a sua insaputa, è una delle persone più buffe e furbesche che sia dato vedere nell’ultimo decennio. E’ agosto, fa un caldo Caronte ed è giusto lasciare i pensieri complessi alla ripresa del fresco. Chiacchieriamo di freguglie, dunque, come il generale all’incontrario. Non si può sempre parlare di cose serie come la guerra, i referendum, la Costituzione od i tarantolati di Tricarico. Ekkekka.

Cacasenno, il terzo di Bertoldo

Nel 1620 Adriano Bancheri riprese la fortunata serie di storie avviata anni prima da Giulio Cesare Croce ( nome e cognome importanti, ad occhio ) con le storie di Bertoldo prima e Bertoldino poi. Il libro di Bancheri portava un titolo autoesplicativo Novella di Cacasenno, figliuolo del semplice Bertoldino. Come ben sintetizza Wikipedia Cacasenno è il figlio nato dall'unione di Bertoldino, che con gli anni è “divenuto accorto”, con la contadina Menghina. Purtroppo, mentre Bertoldino con gli anni è “divenuto accorto”, Casasenno, come spiega l'addolorata Marcolfa, si rivela ancora “più semplice, che già non fu suo padre, e più grosso dell'acqua dei maccheroni”. Il nome Cacasenno, spiega sempre Marcolfa, gli è stato dato non perché sia un pozzo di scienza, come indicherebbe il nome, ma perché, al contrario, è un “turlulù”. Per dirla modernamente, un improvvisato.

Ma forse il nostro generale capovolto non è così turlulù come sembrerebbe a guardare la sua espressione oscillante tra Gongolo e il Feroce Saladino. Infatti ha realizzato un gran bingo di cui parleremo tra un attimo. Mesi fa, nel silenzio della sua cameretta, è stato colto da improvvisa illuminazione. Si è reso conto che in Italia abitano un certo numero di beghine e bigotti insoddisfatti e timorosi. Gente che ha in orrore gay e immigrati, il cambiamento e l’inclusione. Dei baciabanchi come vengono definiti a nord del Po. Ed allo stesso modo ha valutato l’opposizione di sedicente sinistra. Era certo che questa, non avendo visione di classe e reale antagonismo, fosse ormai sprovvista di qualsiasi argomento da dire in proprio. Intuì che si sarebbe avventata su qualsiasi bubbola in grado di fornire argomenti da sbandierare in ogni dove, pensò che questo era un insperabile vantaggio. Ha dunque scritto una mescola di cose da caserma ed ovvietà reazionarie da Circolo della Caccia certo che avrebbe goduto sia di un pubblico già definito che di una pubblicità gratuita. Mica male come business. Ed infatti andò proprio così.

Il suo libro, auto pubblicato pare, ha incassato assai più di ben altre edizioni spinto dai social, dalle improvvide sparate dei soliti intellettuali da Circolo del Bridge, dagli esorcismi delle anime belle.

A quel punto ha incontrato il suo sponsor. Un altro turlulù, il sior Salvini, il pingue. Un incontro magico tra un vero reazionario ed un falso leghista. Insieme hanno dato vita ad una mescola incredibile ( solo in Italia può esistere una cosa così! ) che fonde e fila, come in un supplì, il moralismo da vecchio scarpone iperitalico e super nazionalista con l’autonomia differenziata. Come stia in piedi una visione unitaria con la frammentazione è un mistero che nemmeno Pareto saprebbe spiegare. Eppure centinaia di migliaia di bigotti e bagoloni ci hanno creduto. Davvero gente che si puppa la qualsiasi.

Il pingue Salvini in cerca di voti e di spazi politici ormai sfilacciati candida il generale rovesciato alle Europee. La messe di bigotti&beghine che certo non ha letto una pagina del libro ma ne ha visto discettare nei talcsciò si è avventata sulle schede crociando l’amato paladino del passato. Ed ecco il Bingo : si passa da uno stipendio da generale ( più che buono ) di circa 10k al mese – così recitano le fonti, assunto che al solito in Italia superato un certo grado i livelli di trasparenza retributiva si offuscano assai – agli oltre 20k di parlamentare europeo. A questa robusta retribuzione che pesa sulle spalle di tutti noi, si aggiungono una caterva di benefit che ( sempre in assenza di trasparenza ) porterebbero il montante retributivo oltre i 30K. Inoltre va aggiunta la possibilità di assumere portaborse, chiamati pudicamente assistenti, scelti dai parlamentarie UE spesso tra sodali e familiari. Bel bingo mi pare, assunto che continuare a fare il generale presenta, di sti tempi, non pochi rischi.

A rovinargli la festa della doppia retribuzione ci ha pensato Crosetto che lo ha praticamente surgelato e gli ha dimezzato lo stipendio. Ma comunque il generale all’incontrario ha di che festeggiare. A parte qualche tediosa accusetta di peculato ( https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_febbraio_24/vannacci-indagato-peculato-truffa-falsi-rimborsi-6c67542d-9243-4a76-b10c-75017cb33xlk.shtml ) subito relegata dall’ex-forcaiolo Salvini a livello di macchina del fango o giustizia ad orologeria. Mica male per uno di quelli che sventolavano cappi ai tempi di Bossi e di mani pulite. Voilà le monde.

Ma le ciambelle non vengono tutte bene

Sulla scia del successo elettorale Salvini ha proposto il Vannacci come vicepresidente del gruppo europeo ultra reazionario definito i Patrioti ed animato da Orban e dalla Le Pen. Ebbene, costoro lo hanno rigettato ( https://www.fanpage.it/politica/la-folle-settimana-di-vannacci-degradato-dai-patrioti-non-saro-vicepresidente-il-nostro-e-un-gruppo-fluido/ ) .

Sia Jordan Bardella che Orban hanno ricusato la proposta di tale vicepresidenza imbarazzati dalle intemerate che costui, il Vannacci, sempre più gonfio di sé ed estremo, è andato spiattellando in ogni dove. Dice Repubblica in proposito: anche la destra di  Le Pen ritiene  Vannacci impresentabile. France Press , la principale agenzia di stampa transalpina, riporta una dichiarazione di un big di Rassemblement national, come Tanguy secondo la quale i lepenisti si oppongono all’elezione del generale nel ruolo di vicepresidente del nuovo gruppo europeo dei Patrioti, che comprende Rn, la Lega, gli orbaniani di Fidesz e diverse sigle sovraniste di altri Paesi. Anche il Giornale, ben di parte, annota l’imbarazzo di Bardella e di altri del gruppo Patrioti rispetto a Vannacci ed alle sue dichiarazioni pubbliche.

Pensa te che pastrocchio ha creato il pingue leghista piazzando la sua creatura subito in scranno, e guarda un po' che figura mesta hanno fatto i due, che vanno naturalmente in coppia.

Luglio si chiude con qualche dichiarazione campata per aria del leghista pasciuto e con Vannacci che definisce il gruppo dei Patrioti fluido. Aggettivo che in pasto a costui suona assurdo come sentire la Santanchi? bella fresca proporre che i turisti raggiungano la sinistrata Cogne in elicottero. La domanda lecita che ogni povero cittadino si pone guardando lo spettacolo è la seguente: ma che diamine abbiamo fatto di male per dover pagare lo stipendio a sti cosi?

E’ vero che la democrazia è un costo, ma non si potrebbe fare una scrematura delle voci di spese, dobbiamo proprio mantenere clown e ballerine come diceva a suo tempo il caustico Rino Formica?

Sono molte le critiche che possiamo rivolgere alla riforma De Gaulle, quella che ha fatto nascere l’attuale Repubblica Presidenziale francese. Di certo dobbiamo farne alcune lodi, una va all’idea del Generale ( con la maiuscola ) che impose l’ENA, l’ecole national de administration, che dava un titolo a chi volesse occuparsi della cosa pubblica. Poi anche loro hanno svaccato e così ecco comparire soggetti esotici e tipi loschi nei seggi e nelle cariche pubbliche, ma comunque ci si provò. Da noi – che abbiamo disperato bisogno visto il livello medio dei politici di ogni colore - andrebbe fatta una riforma bella tosta. Per sedere in ogni scranno, da sindaco di Cernusco sul Lambro a ministro, devi aver superato con buona votazione la formazione della Scuola di Amministrazione. Stiamo pur certi che di improvvisati turlulù come Speranza Toninelli e Di Maio, Santanchi? e Salvini avremmo fatto a meno. Avremmo un paese forse meno grottesco e paradossalmente divertente, ma di certo più funzionante in cui si vive dignitosamente senza crolli di balconi omicidi, alluvioni o siccità prevedibili ed evitabili, presidenti di regione in odor di maranza.

Un paese davvero tricolore, non monocromatico. Tutto marrone.

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