La storia separa il bene dal male, però lo fa dopo, mai durante o prima.
Capirlo prima e combatterlo durante è compito degli Esseri Umani. Compito che spesso falliscono perché mediamente più intelligenti del necessario . Così qualche anima bella del progressismo, qualche sincero democratico si attarda a pensare troppo. Fin quando il male non gli si rovescia addosso.. o non se lo versa in testa da solo..
E’ questo tendere alla incerta contemplazione , tipico del pensiero progressista garantista, che ha permesso al male di devastare il mondo, di corrompere la politica, di sterilizzare il dissenso..
Eppure quel che dice Michelangelo è così ovvio .. il bene difficilmente sta da una parte sola, non vive in un solo luogo politico e umano. Ma il male si, il male ha un suo posto preciso. Una storia ed un comportamento evidente. Una frasario chiarissimo. Una collocazione politica. E sappiamo bene dov’è e come opererà se la smettiamo di fare i fighetti perbene, buonisti e democratici.
Il mio modo politico di intendere le cose umane è molto, molto semplice, da vero zuccone.
I buoni sono evidenti.. stanno dalla parte dei più deboli e della natura, della giustizia sociale e delle minoranze, delle libertà individuali e del benessere collettivo .I buoni lavorano per i molti che lottano per vivere e non per quelli che hanno tutto. I buoni credono che il mondo appartenga ad ogni essere umano, che ci sia spazio per ognuno e che tutti possano andare liberamente dove vogliono purché rispettino le leggi e gli usi della comunità ospitante.
I cattivi fanno alla rovescia .. sventolano stendardi nazionali e difendono confini astratti e fasulli .. sono i bianchi europei nipotini di quelli che sbarcavano dove gli pareva e sparavano in faccia a chi si metteva di mezzo, come i mafiosi di Gomorra. Si chiama imperialismo. Ne paghiamo ovunque e tutti le conseguenze. Prevedibili.
Chiunque pensi che questa suddivisione buoni/cattivi sia arbitraria ed infantile è un nemico del Popolo. ( ohi prima che qualcuno ci creda.. scherzo! Vabbè che sono fazioso , ma insomma… )
Intanto .. ecco che nelle elezioni presidenziali francesi appare questo nuovo astro .. mr. Zammour tra polemiche filosofiche , scene isteriche di accanite cougar con le labbra a canotto modello Santanchì? ed all’opposto del soggetto .. in piazza.. si contano poche sfilacciate, male organizzate e buoniste manifestazioni di varia natura e credo . Vabbè.. comment ca marche la gloire du monde.
Guardandolo parlare, leggendo ciò che ha scritto, scrutandone lo sguardo sono in grado di dire, a mio modesto avviso e senza alcuna volontà polemica .. questo tizio è l’ennesimo coglione.
Somaticamente Eric Zammour non è nemmeno minaccioso o volgare. E’ un omino magro e compunto che sembra il cugino antipatico di Gad Lerner. A guardarlo muoversi e gesticolare capisci subito che non è un uomo d’azione , non si è fatto le ossa nei servizi d’ordine del FN. Infatti Eric scriveva fin da ragazzino. Oggi è un affermato giornalista, un incrocio tra Sallusti e Feltri più un filino di Goebbels. Così per capirlo si va a leggerlo ..e si scopre che fa bene il mestiere. Stile secco incisivo , concetti veloci, frasi ad effetto, dichiarazioni sprezzanti. Peccato che il contenuto sia una spadellata di cazzate col botto. La Francia smarrita.. l’identità cristiana ..il pericolo musulmano .. le solite minchiate buone per la sora Peppa e zio Basilio che ancora guardano smarriti le facce scure dei venditori di ombrelli..
Lui ( e come lui i pari suoi di ogni paese o nazione ..) si atteggia a salvatore della patria. Con la fronte corrugata da tristi pensieri si affaccia sul palco. Da li, nonostante sfoderi un’espressione da avvoltoio cocainomane, frigna come un polletto per il suo bel paese invaso. Mi domando ..ma parla proprio della douce France .. cioè di quel paese squisito che si è fottuto le ricchezze del rinascimento italiano con le baionette di Napoleone e poi ha devastato ed invaso il nord africa, l’estremo oriente, il mediterraneo? Si .. parla di quello.
Al suo potenziale elettorato Zammour dice .. la Francia ha perso natura e identità. Come molte parti d’Europa. Inutile fingere che non sia vero. Chiunque abbia visto il quartiere di Saint Denis , dove c’è la bellissima cattedrale, diventare un suk algerino che trasuda odor di fritto ha pensato ..ma che diamine succede? Nella piazza irriconoscibile si aggirano bande di pie donne infagottate come quelli del KuKluxKlan seguite da pingui e pigri mariti in accappatoio e berrettino che le scrutano sospettosi. Il fatto che siano immigrati è una condizione anagrafica, non li rende migliori o peggiori di nessuno. Sono maschietti nordafricani retrivi, bigotti ed ipocriti ..voterebbero per Zammour se non gliela menasse tanto. . Poi..se ci si gira a guardare intorno lungo l’ampio perimetro del piazzale, già ingombro di discutibili edifici, si noterà un’altra fauna. Qui e la nei bar od attorno alle bancarelle, bivaccano ragazzotti che sembrano la caricatura di Genny Savastano .. delinquenti, casseurs, spacciatori , come quelli che vedi sui treni delle Ferrovie Nord Milano o nel centro di Palermo.. Colonia o Londra.
Questo risultato lo si deve proprio alla gente come il giornalista.. a quei comodi francesi ( italiani ..spagnoli ) della borghesia rurale , ai piccoli imprenditori delle periferie di Parigi ( Milano.. Stoccarda ) che hanno sfruttato già dal dopoguerra l’arrivo dai paesi occupati per avere mano d’opera a basso costo e zero tutela.
Cosa si aspettavano questi signori del capitalismo europeo, di importare sottili esegeti sufi? La gente che ha studiato la vediamo comparire solo ora tra gli immigrati.. ora che la bella amministrazione USA ha sfasciato Siria e nord africa. Per anni nei paesi imperialisti è arrivato quello che i paronzini volevano .. un sottoproletariato analfabeta da pagare niente perché era già senza futuro nella sua stessa terra d’origine. Gente che ha portato nelle strade d’Europa, gli usi ed i costumi più rudimentali della loro cultura contadina. Come fecero gli irlandesi di Shannon o gli emigrati di Corleone, in America..
Per altro..la bella Francia coloniale ha accolto questi immigrati a calci in bocca , e quell’altra.. fighetta ed umanitaria.. degli anni 70 non ha speso nulla per includerli. Non ce l’aveva manco in nota di investire denaro nel rispetto umano, solo qualche parola vuota e tanto cemento per incassare mazzette.. . Gli emigrati sono stati emarginati. Chiusi senza futuro in orrendi quartieri simili a Scampia od allo Zen di Palermo . Lasciati senza progetti di vita e senza protezione .. in balia delle gang delle mafie algerine e tunisine. .. alle quali i più giovani, arrabbiati e disperati, si sono in larga parte affiliati.
Ed ecco ..ora che lo sfascio appare evidente i cialtroni della destra francese, uguali ai nostri piccoli nullafacenti della stessa parrocchia, incanalano il malumore degli ex sfruttatori, ora intimoriti e chiusi nelle loro casette blindate, e cercano di farsi eleggere .. od almeno di riuscire a ricattare il probabile vincitore per mangiucchiare gli avanzi del potere in un paese, in un continente, in una cultura ormai sul viale del tramonto.
Povero Zammour.. l’ Africa gli è scoppiata in salotto.
L’Africa degli emarginati .. dei più poveri, della gente fuggita da quei paesini in lamiera e cartone costruiti ai margini delle città come Kinshasa od Orano. Gente che ha attraversato mezzo mondo od almeno un mare per ritrovarsi ai margini di Parigi .. nelle tristi strade verso Sarcelle ..dentro gli stessi cubi di merda e mattoni rotti. Gente un filino incazzata.
Leopold Senghor , il grande poeta ed intellettuale senegalese scriveva : La vera cultura è mettere radici e sradicarsi. Mettere radici nel più profondo della terra natia. Nella sua eredità spirituale. Ma è anche sradicarsi e cioè aprirsi alla pioggia e al sole, ai fecondi apporti delle civiltà straniere… Ci credeva nonostante il contatto con le civiltà straniere per il suo paese significasse beccarsi in casa i parà francesi. Ma la contaminazione faceva parte del grande sogno africano, della negritudine. Leopold non era come Malcom X ..non si domandava .. non basta mai a noi neri vivere da vittime? Ci hanno strappato dall’Africa per portarci qui a prenderci a calci in bocca e poi sono venuti fino in Africa per continuare a prenderci a calci, ma in casa nostra! Senghor era diverso, pensava che si potesse trovare un dialogo ed uno scambio proficuo. I fatti attuali in Congo, in Sudan, in Libia o Tunisia dimostrano che si sbagliava. Che aveva ragione l’ultimo Malcom, quello rivoluzionario , socialista interraziale ed internazionalista. Quello che hanno ucciso.
Che accordi puoi fare con chi sfrutta il proprio popolo? Sfrutterà i popoli vicini e lontani. Che dialogo si può avere con chi considera l’essere umano come merce o carburante? Che siano politici scuri a schiacciare il loro continente per massimizzare i profitti, o quelli chiari delle multinazionali poco cambia. La sostanza è identica. Il male sta sempre da una parte, il suo luogo è preciso.
Il fatto che questo qui, questo Zammour si agiti turpiloquiando sull’immigrazione dimostra che in ogni paese puoi cambiare la lingua , ma lo specchietto per le allodole è lo stesso ..qui la Sora Giorgia li Eric il cachettico due facce della stessa moneta.
Nei guai scivola madame Le Pen ( come da noi Matteo il paffuto ) che ha giocato la carta istituzionale ed ora si trova a destra l’omarino berciante. Che farà? Se si mette ad inseguire le farneticazioni estremiste da ragione a son père se prosegue sulla via della redenzione borghese si mangia un 5% reale che potrebbe toglierla dal ballottaggio lasciando campo a Valerie Pecresse la candidata dei Republicans in piena ascesa.
Macron, il boy scout dell’ istituzionalismo , sta alla finestra e fa il piccione girando la testa qui e là ben seduto e comodo... Che si scannino tra loro va bene così.
Ma in questa elezione qualcosa sembra cambiare …. Forse..si spera. Vedremo.
Melanchon ha creato la nouvelle gauche ed ha lanciato un appello ad unire le forze socialiste, ricompattare gli elettori dispersi, re ingaggiare gli intellettuali .
Ha in mano un programmo politico economico preciso? Potrebbe contare su pensatori ed economisti come Thomas Picketty per stilare un piano sociale alternativo, una forma di economia politica innovativa basata sulle riformi strutturali. Ed infatti lo fa.
Apre ad una collaborazione coraggiosa ed interessante con Thomas e con André Montebourg
Non conosco il sentimento dell‘invidia , non me l’hanno mai insegnato.. ma c’è da invidiare!
Melanchon , ed il suo team, ha le idee chiare, un progetto per mettere la transizione ecologica sotto controllo diretto dei Cittadini, ha progetti sulla gestione fiscale della diseguaglianza. Vuole riformare lo stato, la burocrazia, vuole creare percorsi di inclusione multiculturale vere e concrete ..senza ipocrisie da fighetti come la storia del Buon Natale. .ma che diamine!
Schiera in campo un’identità socialista senza ambiguità. Ha capito che l’ecumenismo non paga, pagano invece le idee chiare , la volontà di agirle, la forza di tentare sempre, l’identità politica.
Mentre Eric Zammour sta snidando la destra più conservatrice , che si nascondeva dietro LePen , dando almeno chiarezza su cosa sia davvero il loro progetto di nazione, Melanchon rilancia il socialismo e mette in chiaro il suo progetto di riforma e di nuova qualità della vita per tutti i francesi di ogni credo e colore . Estremi totalmente incompatibili tra loro e dunque dirimenti.
Bisogna scegliere. Questa è la vera prassi democratica.. scegliere tra identità definite. E’ compito del Popolo scrivere il suo futuro e definire cosa vuole essere, come vuole vivere, che identità dare a se stesso. Che sbagli o faccia bene è un tema dibattuto da faziosi come me, ma nella prassi gestionale democratica conta solo che il Popolo scelga, in piena coscienza.. si spera.
La strada che traccia Jean Luc Melanchon è dunque questa .. chiarezza identitaria. Aspra è saporita non quella pasta scotta italiana cucinata da democristiani ora rigirati a progressisti che mettono intorno al nulla avvocati di destrasinistracentro ex bambini prodigio e lobbisti toscani. Puttanate.
Dunque .. sta bene mr. Zammour , bene così .. almeno il suo discorso chiarisce a tutti cos’è davvero la destra e chi la vota se la puppi sapendo che va incontro a gente di fronte alla quale Petain sembra uno dei Rolling Stones.
Felice mr Melanchon di risentire la voce del socialismo che si dichiara con orgoglio , che vuole vincere e non teme di perdere perché sa perfettamente che un’opposizione forte e con le idee chiare è in grado di condizionare il potere.
Nessuno dei due può essere presidente, come non può l’eterna LePen. Il ballottaggio sarà tra la Pecresse e Macron .. ci scommetto 5 euro.
Tra i perdenti a mio avviso Zammour farà la figura del pupo di pezza, ma sicuramente a lui va bene lo stesso.. dopo l’exploit avrà un mucchio di spettatori paganti alle sue conferenze ed ampio seguito per i suoi scritti o programmi tv finanziati da mr. Bolloré .
Al contrario Melanchon, pur non avendo chance di vittoria, ha tracciato la strada della nuova politica. Una strada che il socialismo francese può, se vuole, seguire costruendo un grande progetto di trasformazione in grado, forse, di riportarlo tra qualche anno alla guida del paese.
Comunque vada Melanchon, Monteburg e gli altri del team sanno , come dicevamo, che un’opposizione forte e determinata condiziona, indirizza e provoca trasformazioni.
Anche in Italia un tempo lo sapevamo . Era chiaro al PCI, allo PSIUP, al Manifesto che pur dibattendo aspramente tra loro erano in grado dare .. insieme.. impulso a certi passaggi repubblicani.
Purtroppo .. nel tempo uno si è perso nel fumo craxiano, l’altro è scomparso dai radar ed il più grande è stato assassinato, a fine secolo scorso, da una cospirazione girondina come Jean Paul Marat . Lo hanno fatto fuori, il più grande partito d’Europa, al grido di ‘ bisogna guardare in una prospettiva storica!’ .
Già .. la prospettiva storica. Quante nostre colpe imputiamo alla storia.
Peccato che la prassi seguita dai girondini per quella triste fine fosse la fiera della manipolazione. Nascosti dietro gli errori dei gestori ( che peraltro avevano sempre venerato ) ..da Stalin a Gorbaciov.. temendo di perdere consensi elettorali hanno buttato via proprio quella prospettiva ..la sola che potesse offrire svolte alla storia.
Complimenti a tutta la guida politica del PCI , ai vecchi dirigenti ed i giovani leoni D’Alema e Veltroni. Bravi. Bel lavoro. Nessun democristiano avrebbe fatto meglio … E’ proprio vero quello che diceva Michelangelo..il male ha un luogo preciso. Le segreterie ed i corridoi dei partiti.
Vabbè dai, parlo di archeologia politica .. in fondo rozza e retriva rispetto alla prospettiva storica offerta da questa splendida modernità così sagacemente fornita da uomini illustri come Letta, Conte, Calenda e Renzi.