VuParMuà

di Corrado Fois - liberacittadinanza.it - 13/06/2023
Chi non è in grado di rompere con il passato, non sarà in grado di creare il domani – Peter Drucker

Due parole di veloce commento alle cose che ho letto, qui ed altrove, sulla morte di Silvio Berlusconi.

Tutti dicono – in modi e forme diverse - Berlusconi lascia un’eredità pesante. Boh. Sarà così, ma dato che ognuno guarda il mondo partendo dal proprio angolo di visuale, devo dire che personalmente non me ne frega granché di ogni forma di lascito berlusconiano.

Io – da persona e da cittadino -non eredito una cippa di quello che Silvio lascia. Non ho mai guardato le sue televisioni, non per opposizione preconcetta ma perché fanno cagare. Non mi riconosco nella mitologia del tombeur, buona per i cortiletti delle parrocchie. Le barzellette mi annoiano pure se a raccontarle è uno come Gigi Proietti. In quanto alla sua statura di politico ed alla visione di come gestire l’Italia - che io trovo simmetrica a quella di Prodi salvo per piccoli irrilevanti dettagli di ragioneria- penso che fosse sbagliata, interessata, superficiale. Faceva meglio soldi che governi.

Vedo molte riflessioni sofisticate e razionali condite di domande ontologiche a cui reagisco con un minimo di stupore. Forza Italia resterà senza leader? E da 1 a 10 sai quanto me ne frega! La destra diventa più reazionaria senza Silvio? Meglio, per consentire un quadro chiaro ognuno deve essere ciò che è. Altri invece la mettono sul lato umano era un simpaticone, un grande viveur, uno che se la godeva coi soldi suoi. Mica troppo, i suoi avvocati e le sue fidanzate le ho pagate io visto che stavano tutti in parlamento.

L’epitaffio più giusto per Silvio: era uno veramente, ma veramente furbo. Per questo piaceva all’Italiano medio, inteso come categoria dello spirito. Detto ciò a me il Cavaliere non era antipatico, non era nemmeno simpatico. Semplicemente non era. Stava aldilà di quella linea ideale che, a mio avviso, separa le categorie umane. Non era nella mia comunità da vivo, non lo è da morto.. perfetti sconosciuti. Mi spiace perché ogni vita è una vita. Tutto qui.

Sento di fare, in proposito a presunte perdite od eredità, una sola riflessione.

Ora sono problemi per la sedicente sinistra, per i sinceri democratici e per le anime belle. Perché Berlusconi ha riempito il vuoto pneumatico di idealità e progettualità, di capacità di impegno e lotta che affligge dalla fine del secolo scorso i partiti nel lato sinistro del parlamento.

Per 30 anni quei partiti senza identità e senza una vera guida, che avevano abiurato la via maestra del socialismo, hanno trovato fiato e consenso imboccando l'anti-berlusconismo.

Trasformare un furbetto in un mostro ha coperto le magagne strategiche di Occhetto Veltroni e giù a discendere, in compenso lo ha trasformato in un protagonista a tutto tondo. L'ombra che una mongolfiera di chiacchiere proiettò tutto intorno ha consentito alla sequenza di pallidi segretari di camuffare e di sembrare qualcosa.

Appena Berlusconi, creatura, ha dato segni di vecchiaia gli stessi hanno innalzato Salvini, francamente una mezza sega, a ruolo di diavolone. Voilà..gli hanno regalato una lunga segreteria. Diciamo che i progressisti sono stati più rapidi nella successione del ruolo di nemico/alibi, di tutta Forza Italia messa insieme.

Ed ora? se lo domandano in tanti.. Ora nulla, penso io, Silvio Berlusconi era l’espressione del capitalismo italiano, lo hanno usato quando serviva, lo hanno sostituito con Monti quando non veniva più bene. Ed è finita lì la storia politica di Silvio. Non importa la dimensione della marionetta che guardiamo, contano i fili che la muovono.

Tutto il resto è retorica.

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