La posta in gioco non era il governo italiano, ma la sopravvivenza e la conferma di un'Europa democratica e liberale.
Una misera manciata di seggi in più per i fascisti e gli estremisti di destra e un vastissimo blocco di rappresentanza democratica ci rassicurano e ci rincuorano, per di più sarà obbligato ad una politica sociale più fortemente avanzata e solidale e obbligherà la sinistra a riorganizzarsi in fretta.
In Italia è noto che le elezioni europee sono l'occasione della protesta e della libera di aggregazione ,ancora più eclatante.
Fu cosi per il P.C.I. di Berlinguer e il famoso sorpasso sulla D.C. ,fu cosi per Renzi e il suo PD snaturato. La debacle dei “5 stelle” è grave perché erano loro "la protesta" e invece ora si ritrovano a gestire un'identità sfocata e sfregiata, quasi del tutto perduta con la sola eccezione, modestamente in parte, del blocco sociale meridionale.
Migliore occasione non c'è per il PD e quel che resta a sinistra di coalizzarsi e cercare di aggregare con una politica seria di alleanze un fronte antifascista e antisovranista, con solide spalle di copertura europee.
Un solo grave pericolo incombe: l'attacco da sferrare alla Costituzione. Qui si gioca il presente e il futuro della nostra Democrazia, che non diventi il Paese di un altro Orban.
Noi siamo pronti. Nessuno verrà meno al giuramento di 73 anni fa.