Ecco cosa fare per risolvere le stragi delle morti sul lavoro

di Umberto Franchi - 18/10/2025
COME IMPEDIRE GLI OMICIDI SUL LAVORO. SAGGIO SUI MOTIVI DELLA TRAGEDIA DEI MORTI SUL LAVORO ED IL COSA FARE

In Italia , la certificazione dei dati INAIL per  i primi 8 mesi  dell’anno 2025,  da gennaio compreso il mese di agosto (dove la maggioranza delle aziende sono chiuse per ferie) le morti sul lavoro sono state 681. 2,84 morti al giorno, mentre gli infortuni sul lavoro sono stati 384.007 .Ma l’Inail non conteggia i lavoratori agricoli  ( 91 nei primi 8 mesi che non sono coperti dall’INAIL) e quindi vanno aggiunti,  non conteggia  quelli a nero, nemmeno quelli finti autonomi che a partita iva, che complessivamente  raggiungano  circa 900 morti l’anno che fanno 3,75 morti sul lavoro ogni giorno, se poi consideriamo i morti anche in itinere, la cifra arriva a 1.200 morti, circa 150 morti al mese .

 
Ora per capire cosa dobbiamo fare sia a livello legislativo che all’interno dei luoghi di lavoro, per ridurre drasticamente le morti e gli infortuni sul lavoro  , è necessario   verificare che cosa fanno i soggetti interessati che sono :
 
 Il Governo, le aziende,  le OO.SS. dei lavoratori.
 

COSA FA IL GOVERNO?

 
 La prima cosa che verifichiamo  riguarda il ruolo del Governo e cioè cosa sta facendo il governo Meloni per far diminuire i 100/150 morti al mese che si registrano nelle aziende italiane.  Le misure intraprese Sono  efficaci?  La prevenzione e sicurezza, sono una priorità del governo o sono solo aria fritta?
 
Queste le misure adottate in tre anni di governo:
 
il governo Meloni nel 2024 ha provveduto ad effettuare l’assunzione di 1.600 Ispettori del Lavoro ed oggi in Italia ci sono 4.585 Ispettori che fanno controlli nelle aziende sulla sicurezza del  lavoro, così suddivisi : 3.160 che fanno parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, 182 dell’INAIL, 761 dell’INPS, 482 dell’Arma dei Carabinieri.
 
Bisogna però considerare che le aziende in Italia da controllare son 5,1 milioni.
 
Ora allo stato attuale ogni Ispettore del lavoro dei 4.585 Ispettori sopra menzionati controlla 35 aziende ogni anno, mentre per coprire tutti i 5,1 milioni di aziende, ne dovrebbe controllare  non 35 ma ben  1.112 aziende ogni anno. Questo significa che una azienda rischia di essere controllata una volta solo nell’arco di 32 anni.
 
Quindi le 1.600 assunzioni non servono assolutamente a risolvere il problema dei controlli necessari per ridurre  gli infortuni ed i morti sul lavoro , cosa del tutto impossibile con gli organici esistenti. Credo anche ( come vedremo i seguito) che sarebbe del tutto sbagliato delegare la questione della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro ai soli controlli ispettivi.  
 
L’altra misura del governo delle destre riguarda la patente a punti  per le imprese che operano nei cantieri edili . Si tratta di un sistema che assegna un punteggio se l’azienda rispetta le norme per la sicurezza, con dei crediti che possono essere aumentati o decurtati a chi non rispetta le norme previste dalla legge detta  “Testo Unico sulla Scurezza”  e le norme assicurative previste dall’Inps. Ma si tratta di un provvedimento del tutto aleatorio , visto che un’azienda anche se solo nel settore edilizio, rischia  di essere   controllata solo una volta nell’arco di 12 anni.
 
Infine in merito alla formazione ed informazione, il governo ha dichiarato che prossimamente verrà discusso nel Consiglio dei Ministri la possibilità di fare informazione  ai ragazzi delle scuole , mentre (sic) continua ad esistere una normativa di legge che obbliga gli studenti alla “scuola lavoro” con ben 14 casi di ragazzi studenti morti  nelle aziende dove lavoravano gratuitamente .
 

Quindi i provvedimenti del Governo non servono a niente e sono solo “aria Fritta”.

Ecco invece quali provvedimenti dovrebbe prendere  il governo, tra l’altro   a costo zero, che invece non fa :

Visto che la maggioranza dei lavoratori morti erano dipendenti di aziende in appalto, subappalto, partite iva e   precari , il governo potrebbe abolire o ridurre le casistiche di assunzioni previste dalla legge n. 30 fatta nel 2003 da governo Berlusconi con il ministro del lavoro Maroni. Essa  prevede ben 45 forme di lavoro precario, frantumato, flessibile… Oggi  c’è   l’impossibilità di chi lavora in modo   precario a rifiutare il lavoro a rischio ;

  • Potrebbe abolire la legge Jobs Act , che con dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (Renzi 2015), oggi il padrone può dire : “ lavora come ti comando anche senza dispositivi di sicurezza oppure ti licenzio”;
  • Sempre a livello legislativo, il governo dovrebbe introdurre nel  Testo Unico sulla Sicurezza il reato di omicidio sul lavoro ed invece molti articoli sono stati depenalizzati a partire dall’ultimo governo di Berlusconi e le aziende non in regola se la cavano con un multa  ;
  • il governo potrebbe abolire la Legge Salvini sulla che prevede gli appalti a Cascata con sub appalti al a massimo ribasso riducendo i costi della prevenzione e sicurezza sul lavoro;
  • per ultimo il governo potrebbe abolire o rivedere la legge n.189 chiamata “Bossi/Fini” che considera clandestini e senza diritti chi cerca lavoro ma non proviene da Pesi in guerra. Essi vengono in teoria espulsi ma  solo apparentemente di fatto restano in Italia,  perché non essendoci accordi con i Paesi di provenienza restano tutti in Italia e lavorano a nero senza nessun diritto a rischio maggiore di incidenti sul lavoro che in gran parte non vengono mai denunciati.
 
 

COSA FANNO LE IMPRESE ?

 

Ecco le responsabilità  delle imprese : il cosa fanno e il cosa dovrebbero fare.

 
Occorre  rilevare che la mattanza dei morti sul lavoro, ha   soprattutto  delle cause profondamente legate all’organizzazione del lavoro ed alle responsabilità dei datori di lavoro.
 
Negli ultimi 30 anni,  abbiamo assistito alla più radicale trasformazione del mondo di produzione che il  capitalismo abbia mai subito nel corso della  sua storia. E’ cambiata la tecnologia,  con l’avvento delle reti dei computer che hanno rivoluzionato i contenuti del lavoro sempre più immateriali e terziarizzati, con una organizzazione distribuita in modo sempre più orizzontale e capace di penetrare in ogni poro della vita sociale.
 

In questo contesto di cambiamenti organizzativi, la scienza ci dice che ci sono accorgimenti tecnici con i quali è possibile abolire ogni forma di incidente sul lavoro, persino quelli che un addetto alla catena di montaggio od ad altri lavoratori dovessero provocare con dolo (cosa mai avvenuta). Naturalmente  si tratta solo di effettuare gli investimenti necessari , che invece non vengono fatti.

 

Quello che non è minimamente cambiato rispetto al passato, è la ricerca continua del risparmio su tutti i costi,  al fine di fare più profitti,  da parte della maggioranza delle aziende.

 

I datori di lavoro   con una logica profondamente falsa,  cercano  di risparmiare sul costo del lavoro compreso i costi per la prevenzione e sicurezza… mentre per essere più competitive le aziende dovrebbero fare l’esatto contrario ed investire in prevenzione e sicurezza ed investire nell’innovazione di processo e di prodotto.

 

In realtà sono una minoranza le fabbriche dove si fa prevenzione adeguata,  mentre vi sono anche molte aziende che non solo non fanno investimenti necessari , ma per aumentare i ritmi di lavoro, la produzione ed i profitti,  tolgono anche le sicurezze esistenti… Come dimenticare il caso di Luana d’Orazio stritolata  risucchiata  dall’orditoio dove lavorava , perché la titolare di una azienda di Prato dove lavorava,  per mandare la macchina  più veloce  e produrre di più, aveva tolto i dispositivi di sicurezza ?  

 
Occorre anche rilevare che l’organizzazione del lavoro odierna, vede la ricerca del maggiore profitto attraverso l’incremento dei carichi e dei ritmi  di lavoro riducendo il personale all’osso; l’incremento del lavoro straordinario che a causa dei bassi salari i lavoratori sono obbligati a fare; una mancanza di formazione, informazione ed addestramento adeguato;  una mano d’opera sempre più precaria e non preparata professionalmente .
 

 Quindi cosa dovrebbero fare i datori di lavoro ?

 

 Dovrebbero  capire che   è tutta l’organizzazione del lavoro che deve essere profondamente mutata, anche a costo di ridurre i loro elevati profitti.

 

 I datori di lavoro dovrebbero fare il proprio mestiere di fare impresa, che è quello di rischiare i propri capitali investendo nell’innovazione di processo e  prodotto, nella prevenzione e sicurezza sugli  impianti, nel non cercare il massimo sfruttamento della manodopera,  e non spostare i propri capitali verso la speculazione finanziaria come invece stanno facendo.

 

COSA DEVE FARE IL SINDACATO ?

 

E’  anche il sindacato che deve cambiare la propria strategia di intervento nei luoghi di lavoro.

 
Se è vero come è vero    che “ gli incidenti sul lavoro” non sono causati dal destino cinico e baro,  credo che sia necessaria una forte ripresa della  contrattazione e lotta di classe nelle fabbriche per modificare tutta l’organizzazione del lavoro, e far fare alle aziende,  gli investimenti alla “fonte” su impianti ed ambiente, o gli “omicidi bianchi”    sono destinati ad aumentare.
 

Ma per fare quanto sopra bisogna anche cambiare un articolo fondamentale  merito alle legge esistente (Testo Unico Sulla Sicurezza”) sulla prevenzione e sicurezza,  a partire da questa considerazione : 

 

  la legge 626 del 1994, recepita e riformata con il Testo Unico sulla Sicurezza n. 81 del 2008, pur essendo una buona legge, a 30 anni di distanza , abbiamo  visto che vi è una grave lacuna che impedisce una vera contrattazione sulle tematiche riguardanti la cause degli incidenti sul lavoro e  quindi va modificata nel suo impianto centrale.

 

A mio parere quello che va cambiato è l’articolo n. 35 del Testo Unico sulla  Sicurezza, riguardante la disciplina in merito alla riunione periodica sul documento riguardante la valutazione dei rischi che è obbligatorio.

 

La valutazione dei rischi viene fatta su un documento sui rischi esistenti predisposto dall’azienda,  in una riunione  svolta tra il datore di lavoro, il medico competente, il servizio di prevenzione e protezione dell’azienda (RSPP), il Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (RLS).

 Durante la riunione che viene svolta almeno una volta l’anno, in teoria si analizza il documento sui rischi esistenti, l’andamento degli infortuni e malattie professionali,

 gli interventi  di prevenzione svolti o programmati, la formazione fatta o da fare, ed eventualmente se i soggetti interessati valutano inadeguato ciò che è stato fatto in azienda, possono essere intraprese azioni ulteriori al fine del miglioramento degli infortuni, salute, sicurezza.

 In realtà quello che avviene nelle riunione sopra menzionate vede tre soggetti di parte datoriale e uno in rappresentanza dei lavoratori, che viene “ingabbiato” in una logica del datore di lavoro dove “tutto va bene”, di  norma viene convinto che è stato fatto tutto il possibile ed anche se esprime una sua contrarietà , esso è molto debole perché in precedenza non c’è stato alcun coinvolgimento dei lavoratori, non ha nessun mandato a contrattare e può solo riferire successivamente alla RSU ed all’assemblea dei lavoratori , cosa che peraltro avviene molto raramente . 

Quindi il sindacato a partire dalla CGIL deve cambiare la sua strategia e chiedere anche una modifica dell’art. 35  che va riformato inserendo l’obbligo dell’indagine tecnica e medica da svolgere, solo dopo l’individuazione dei rischi esistenti con i “gruppi omogenei” dei lavoratori e prima del confronto annuale sulla valutazione dei rischi.

  E’ innanzitutto necessario  ricostruire il protagonismo dei lavoratori nelle aziende ,  a partire dalla a individuazione dei rischi esistenti nei luoghi di lavoro,  senza aspettare le riunioni periodiche per farceli elencare dal datore di lavoro, RSPP, Medico Competente in sicurezza, che come abbiamo detto sono di parte. E senza nemmeno aspettare che sia il controllo dell’Ispettorato del lavoro a risolvere i problemi esistenti in azienda.

 

  Occorre allora che il sindacato  torni (come negli anni 70) a valorizzare   la soggettività di chi lavora attraverso i “gruppi omogenei” , in apposite assemblee di lavoratori, con le RLS , le RSU, i tecnici delle ASL preposti a fare le indagini sui rischi esistenti, il medico competente.

 

È nell’assemblea   che, anche tramite appositi questionari è possibile individuare i rischi esistenti sugli impianti, polveri, rumore, microclima ecc…  ma anche quelli causati  dai carichi e ritmi di lavoro, dallo stress, dalla monotonia,  dai turni di lavoro, dagli orari gravosi, dagli organici insufficienti, ecc… ecc…

 

E’  insieme a tutti  i lavoratori, che una volta individuati rischi esistenti sull’organizzazione complessiva del lavoro, viene dato mandato ai tecnici di fare l’indagine sui rischi esistenti in ogni reparto, ed al medico competente di effettuare visite mirate in relazione dei rischi esistenti.

 Solo successivamente non solo la RLS ma anche la RSU, i lavoratori  e tutto il sindacato di categoria,  è in grado di aprire un confronto vertenziale con la Direzione aziendale , con il mandato dei lavoratori per abolire i rischi individuati  non solo quelli sulla sicurezza degli  impianti, microclima, fattori nocivi…  ma anche quelli che riguardano tutta l’organizzazione del lavoro : Quantità e qualità degli  organici in ogni reparto , prodotti lavorati,  orari necessari, carichi di lavoro, turni di lavoro,  qualità della formazione informazione addestramento. Insomma poter stabilire il come ed il per cosa si lavora.

 Solo così è possibile ricreare un nuovo protagonismo dei lavoratori,   recuperare una nuova cultura di rifiuto di ogni lavoro a rischio e acquisire   un reale potere di contrattazione. Potere di contrattazione che va perseguito  e sostenuto dalle azioni di lotta necessarie,  su tutta l’organizzazione del lavoro,  compreso gli orari e gli organici necessari ,  andando a stabilire gli investimenti da fare alla fonte,  il come si lavora, con quanti organici  si lavora, per cosa si lavora, quali investimenti l’azienda deve fare destinati  alla  prevenzione dai rischi esistenti. Tutto con il sostegno di tecnici e medici esperti.

Ecco credo che solo agendo in questo modo sia possibile    ridurre drasticamente sia gli infortuni che le morti sul lavoro .

 
Umberto Franchi ex Responsabile della FIOM e CGIL Toscana della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Questo articolo parla di:

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Umberto Franchi
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