ECCO PERCHE' E' NECESSARIO RIRPISTINARE L'ART. 18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI

di Umberto Franchi - 01/06/2025
ART.18 DELLO STATUTO DEI LAVORATORI: LA MIA MEMORIA STORICA
A partire dal mese di maggio del 1970 all’età di 20 anni, sono entrai nella Segreteria dei tessili e calzaturieri, dipendente della FILCEA-CGIL in qualità di  responsabile di tutto il Settore Calzaturiero e di altre aziende tessili della Piana di Lucca .
 
  La prima assemblea sindacale la feci in un maglificio di nome May Styles. Nella fabbrica ci lavoravano circa 100 persone quasi tutte giovani ragazze.
 
 L’azienda  non era organizzata sindacalmente .  Ci andai assieme ad una sindacalista  Segretaria della Filta  CISL . Spiegai cos’èra il Sindacato, quali erano gli obbiettivi rivendicativi del Contratto Nazionale da rinnovare perché scaduto, la necessità di sviluppare anche la contrattazione aziendale per migliore le proprie condizioni di lavoro, economiche e normative, infine  richiamai  i lavoratori presenti  anche alla necessità di darsi  un’organizzazione sindacale aziendale attraverso la nomina del Consiglio di Fabbrica.
 
 Al termine  dell’assemblea chiesi alle lavoratrici di iscriversi al sindacato e su circa 60 lavoratori presenti 20 operaie si iscrissero alla CGIL e 4 alla CISL.
 
 Il Giorno dopo mandammo per raccomandata le deleghe di iscrizione firmate dai lavoratori alla Direzione dell’azienda.
 
 Il  padrone del maglificio appena ricevuta la raccomandata con le deleghe firmate,  licenzio tutte le 24 lavoratrici che avevano deciso di iscriversi al sindacato.
 
Sembra una storia incredibile, ma a quei tempi spesso andava così. 
 
 Come CGIL e CISL UIL della provincia di Lucca, promuovemmo subito una lotta, chiedendo agli altri lavoratori di scioperare per fare riassumere le lavoratrici , ingiustamente licenziate, ma furono in pochi a scioperare, chi era rimasto aveva paura a scioperare , perché sapeva che poteva  essere licenziato come era avvenuto alle altre compagne di lavoro. Decidemmo allora di fare un picchettaggio davanti al cancello dell’azienda,  per impedire a quelli che chiamavamo “crumiri” di andare al lavoro. Ci riuscimmo per diversi giorni, ma dopo circa una settimana , si presentarono a circa 200 metri dal cancello un gruppo di operai “crumiri” capeggiati dal padrone che volevano entrare in azienda ad ogni costo.
 
Il padrone assistito da un reparto di carabinieri, si mise a capo di un corteo di persone che volevano ad ogni costo sfondare il picchetto per entrare in fabbrica per lavorare facendo fallire lo sciopero.
 
Cercammo  di non farli entrare in fabbrica. Io mi sdraiai per terra  di traverso sulla strada. Una camionetta di carabinieri mi venne incontro a forte velocità facendomi capire che mi avrebbero investito, ma io rimasi immobile e la camionetta frenò per fermarsi a circa 20 centimetri dal mio torace. Allora mi spostarono di peso in una camionetta e dopo fecero polizia con i manganelli di tutti quelli che picchettavano.  Restò solo Enzo , un compagno insegnate molto preparato e militante del PSIUP che sferrò un calcione nel sedere del padrone mentre sfilava   in testa al corteo ed entrava in fabbrica. Naturalmente fummo tutti identificati e denunciati.
 
 
     Proprio in quel mese di maggio del 1970 , il nuovo governo di Centro Sinistra (PSI DC  PRI PSDI) che aveva Ministro del Lavoro il Socialista Brodolini, incalzato dalle forti lotte sui diritti presenti nelle fabbriche in tutto il Paese, fece una legge chiamata Statuto dei Diritti dei lavoratori. Legge n. 300 del 20 maggio 1970.
 
Tramite l’avvocato della CGIL Mario Frezza, fui il promotore di un ricorso al giudice del lavoro per attività antisindacale in base all’art 28 e 18 della legge appena approvata, ed il Giudice udite le parti, nell’arco di tre giorni condannò l’azienda a riassumere tutte e 24 lavoratrici licenziate.
 
 
Fu la prima causa vinta in Italia con l’utilizzo del nuovo Statuto dei Lavoratori: il titolare dell’azienda fu condannato per attività antisindacale a riassumere tutte le 24 lavoratrici licenziate ed a pagargli tutte le giornate che avevano perso.
 
. Una bella vittoria, andammo a festeggiarla in un ristorante . ma oggi purtroppo nell’arco degli ultimi 30 anni , hanno rimangiato molti dei diritti conquistati in quell’epoca… per cui diventa necessario cercare di riconquistarli adoperando anche lo strumento del REFERENDUM . Per questi motivi è molto importante l’8 ed il 9 giugno andare a votare e votare SI ai quesiti sul lavoro.
  
 
Umberto Franchi- già Dirigente Sindacale CGIL   29 maggio 2025

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