RISPOSTA DI STEFANIA SARSINI
Vivere nonostante i problemi di salute che l’affliggono non
          deve essere facile per Caterina, e a lei, contrariamente da quello che è accaduto sul
            web, va la nostra solidarietà di antispecisti. Avere 25 anni
            e non poter godere appieno della vita, e dipendere da
            macchinari e farmaci è una tragedia personale, alla quale
            però Caterina Simonsen ha voluto rispondere avallando una
            tragedia collettiva.
            
            La tragedia collettiva di cui parliamo è la vivisezione o
            sperimentazione animale, come preferiscono definirla coloro
            che la difendono, comunque la si voglia chiamare, facciamo
            riferimento a una vergogna per l’umanità tutta, una pratica
            a cui soggiace un concetto allucinante: il fine giustifica i
            mezzi; qualunque scelta o azione è lecita pur di ottenere un
            risultato utile o positivo per chi la compie. 
            Caterina dice di amare gli Animali, è vegetariana (cosa
            lodevole), si fa fotografare abbracciata al suo compagno
            canino, studia per diventare una veterinaria, insomma la si
            potrebbe definire una persona a cui stanno a cuore gli
            Animali, allo stesso tempo per far fronte alla sua
            situazione difficilissima, e umanamente comprensibile, non
            esita a utilizzare metodologie derivanti dallo sfruttamento
            degli Animali. Ben pochi avrebbero il coraggio di spingere
            la propria coerenza personale sino a tali limiti.
            
            Se quindi di comprensione e di empatia si può parlare in
            questo caso, non possiamo, in tutta onestà, condividere il
            suo appello in favore della strage di milioni di Animali in
            nome di un “bene supremo” che sarebbe la salute umana (e
            nello specifico la sua).
            Non possiamo e non vogliamo condividere un appello che
            trasforma una persona umana affetta da rare patologie in uno
            spot vivente pro-vivisezione, divenendo lei stessa strumento
            propagandistico (si spera del tutto inconsapevolmente, ma
            dubitare è lecito, visto che sul suo manifesto compare il
            nome di ELENA CATTANEO, una ricercatrice che sostiene la
            vivisezione, recentemente eletta da Napolitano neo
            senatrice) nelle mani di chi gli altri è abituato a
            strumentalizzarli – a usarli – quotidianamente;
            e ciò perché siamo assolutamente convinte/i che mai i fini
            possano giustificare i mezzi.
            
            Perché se ciò accadesse, se tale paradigma divenisse
            consuetudine universalmente condivisa (ma forse lo è già),
            non ci sarebbe limite alla violenza, alla sofferenza e al
            dominio sull’altro.
            
            Molti in ambito animalista hanno accomunato le pratiche
            mediche naziste inflitte agli ebrei ai protocolli
            sperimentali con l’utilizzo di Animali, se il paragone può
            sembrare esagerato o retorico (ma del resto adeguato alla
            situazione visto e considerato che la stessa Caterina ha
            usato pubblicamente il termine “nazi-animalisti”), a
            sgombrare il campo dagli indugi basterebbe elencare le
            numerose conoscenze mediche, biochimiche e fisiologiche, le
            sostanze chimiche, che ancora oggi vengono utilizzate per il
            “bene supremo” umano, e che sono derivanti da torture
            inflitte agli ebrei nei campi di concentramento e sterminio
            nazisti: come il comune test di Clauberg sulla fertilità
            (per maggiori informazioni si legga: www.veganzetta.org/?p=3756),
            o sostanze di derivazione ormonale come il Progynon e il
            Proluton, largamente impiegate nei casi di sterilità e di
            rischio di aborto nella donne; sostanze che possono salvare
            la vita di un nascituro, o dare la gioia a una persona di
            avere un figlio.
            
            Chi siamo noi per giudicare delle persone che ricorrono a
            queste soluzioni nella speranza di guarire da una patologia
            che le ha colpite?
            Ma allo stesso modo chi siamo noi per giustificare i metodi
            raccapriccianti che hanno portato alla messa a punto di tali
            sostanze?
            Per Caterina le medicine che assume significano vivere, per
            molti altri esseri senzienti hanno significato dolore e
            morte
            
            .Caterina diviene vittima di malattie che possono, a oggi,
            essere curate con sostanze che hanno causato vittime non
            umane a migliaia: lei non ha colpa di tutto ciò.
            Ma ne diviene complice nel momento in cui decide di
            difendere pubblicamente tali metodi: non ne ha alcun diritto
            né come persona umana, né come malata.
            E’ questo il suo grande errore, ed è questo che non possiamo
            e non vogliamo condividere, e che anzi condanniamo
            fermamente.
            Nessun fine può giustificare i mezzi, nessuno oserebbe
            affermare ciò che afferma Caterina se le vittime sacrificali
            fossero i propri cari, la propria famiglia, o anche il
            proprio Cane (lo stesso della foto di cui si parlava prima,
            per esempio), questo perché saremmo colpiti nei nostri
            sentimenti, nei nostri affetti più profondi: meglio che
            accada ad altri, lontani, distanti da noi, diversi. In fin
            dei conti le vittime di Clauberg erano per i nazisti “solo
            ebrei”, quindi meno che umani, e le vittime dei farmaci che
            assume Caterina erano “solo animali”, quindi nemmeno umani.
            
            Di sicuro molte persone si sentono più sicure perché
            protette da eserciti e da servizi segreti pronti a tutto pur
            di difendere un determinato modello di vita, anche a costo
            di torturare Umani, di imprigionarli, di ucciderli, di
            richiuderli ed espellerli come si fa con oggetti non
            desiderati. Ma ciò può essere sopportato solo da chi da
            queste vergogne trae giovamento, da chi ha la fortuna di
            trovarsi dalla parte del più forte.
            Ma a quale prezzo?
            Ci sarà mai fine a questo macello quotidiano che smembra
            Animali, Umani e il Pianeta stesso? E’ questo egoismo
            assurdo che abbiamo il dovere morale di sconfiggere,
            partendo da chi è l’ultimo degli ultimi: il non umano,
            vittima anche delle cure che salvano Caterina e in
            definitiva tutte/i noi.
            Vorremmo vedere il sorriso di Caterina senza una maschera di
            plastica, ma allo stesso tempo vorremmo che tale sorriso non
            significasse lo strazio di milioni di altri esseri senzienti
            che hanno il suo stesso diritto a vivere una vita serena.
            Affermare che ora non si può fare altrimenti non può essere
            una giustificazione, sarebbe solo una resa ipocrita e una
            degradazione morale.
            
            Una scienza priva di un’adeguata riflessione etica è solo
            un’aberrazione della nostra propensione alla conoscenza, e
            può solo generare mostruosità, ingiustizie e dolore. La fine
            della sperimentazione sugli Animali non è una questione
            legata al superamento di necessità contingenti, ma è
            meramente una questione di volontà, di ETICA.
            
            Per quanto esposto ci dissociamo da chi augura la morte a
            Caterina Simonsen, ma anche dalla sua presa di posizione a
            favore della tortura animale.
            
            Saluti antispecisti
            Stefania Sarsini
            
            
            
            Veganzetta
            Forumetici
            Gallinae in Fabula
            Manifesto antispecista
            Mappa Vegana ItDa
          

    
