Alle
motivazioni etiche che sottostanno agli emendamenti
approvati dalle Camere, ora al vaglio del Governo,
riguardanti la norma di recepimento della direttiva
2010/63 sull’uso degli animali nella sperimentazione,
andrebbero affiancate le ragioni giuridiche per il
rigetto di tale normativa o la sua profonda
modificazione, in quanto tutt’altro che secondarie. Non
è peraltro detto che tale direttiva, nonostante le
minacce di sanzioni da parte della UE all’Italia, o di
ricorso da parte degli enti interessati per eventuali
violazioni del dettato della stessa, e/o per interessi
non esclusivamente etici, venga recepita in tempi brevi.
Vi è pertanto la possibilità che il Governo, presente o futuro, cui spetta l’ultima parola in merito, visto l’impasse derivante dalla situazione di stallo generatasi a causa di uno o due emendamenti assai contrastati dalle controparti, decida per un riesame della materia.
Nell’augurarcelo, cogliamo l’opportunità di ricordare a cittadini ed Istituzioni le ragioni non solo etiche, bensì precipuamente giuridiche, per le quali la nostra associazione, assieme ad altre 18, nel 2012, ha ritenuto opportuno sottoporre a Parlamento e al Governo la richiesta (con una ‘Lettera aperta alle Istituzioni sulla direttiva 2010/63’, e sul questo blog pubblicata) di profonde modifiche all’impianto di tale norma, se non il ricorso alla Corte di Giustizia della UE per la sua totale revisione.
Tali ragioni si sommano al desiderio espresso dai cittadini europei, con l’iniziativa STOP VIVISECTION che ha raccolto oltre un milione di sottoscrizioni, di un radicale cambiamento nei metodi utilizzati per la valutazione della sicurezza ed efficacia dei prodotti chimico-farmaceutici, così come nella ricerca di base, nella didattica, ed altri campi complementari.
Per il Movimento Antispecista
Massimo Terrile
24 gennaio 2014