Su l'Unità di venerdì nella sua analisi sui "BENI COMUNI DIMENTICATI" Francesco Cundari ad un certo punto si chiede "quanto tempo è passato dai referendum, da quella clamorosa vittoria dei movimenti in difesa dei beni comuni, da quel «vento nuovo» che spirava sul Paese? Risposta: due mesi. Dal 12 giugno al 12 agosto 2011".
E' passato pochissimo tempo ma sembra una eternità e "dalla contestazione di precise scelte politiche attuate da un preciso governo (il governo Berlusconi), siamo passati alla contestazione della politica e dei partiti senza distinzioni, guidata per giunta proprio da Berlusconi" per cui ci troviamo nella paradossale ed assurda situazione di oggi "in cui sembra quasi che il taglio delle province o del vitalizio dei parlamentari renderebbe accettabili i tagli a pensioni e sanità, alle agevolazioni per i figli a carico, la cancellazione dell'articolo 18 per i lavoratori e via elencando".
Io mi voglio sforzare di credere che non sia così, ma lo dobbiamo dimostrare ritrovando quell'energia di appena 60 giorni fa ed allora da cittadino vi chiedo: Popolo Viola, Popolo dei Referendum, Popolo Rosa, movimenti e associazioni a vario titolo e vario colore, DOVE SIETE? Fatevi sentire.
Lasciate (lasciamo) da parte rancori, personalismi, bisogno di segnare il territorio e insieme affiancate (affianchiamo) le forze di opposizione nella battaglia parlamentare ; necessaria ma non sufficiente a creare con la sola ed esigua forza dei numeri quella consapevolezza nel Paese, per prima cambiare la manovra e ,dopo, con il voto, la maggioranza politica ed il governo.
Al Partito a cui sono iscritto (il PD) chiedo di aprirsi alla società civile per ascoltarne le proposte ed integrare (migliorandoli) i 7 punti della "Contromanovra"; alla società civile chiedo di uscire dal silenzio (per non lasciar pensare che sia assenso) perché è il momento di dare un contributo per non farci rubare il futuro:
SE NON ORA QUANDO!!?
UNA PROPOSTA OPERATIVA
Quando ci sarà la discussione della manovra in parlamento la "società civile" deve essere li presente con il fiato sul collo al governo; organizziamo dei presidi permanenti (24 ore su 24) davanti al parlamento ed alle prefetture di ogni capoluogo di regione. Concentriamoci sui tempi dell'iter del decreto, dall'inizio della discussione alla sua approvazione con o senza modifiche; sono tempi molto stretti e in mezzo ci siamo noi società civile, i cittadini, la gente comune che pagherà la manovra e che non potrà scappare alla macelleria sociale. Usiamo al meglio questa possibilità di condizionare la discussione facendo pesare il nostro voto; noi in fondo siamo i loro "datori di lavoro" e questa maggioranza, questo governo indecente che ne è espressione, debbono avere ben chiaro che anche loro sono dei precari (anche se di lusso) perché hanno con noi elettori un contratto a tempo determinato, che noi possiamo interrompere ( licenziandoli ) prima della scadenza naturale in qualsiasi momento, con giustificato motivo oggettivo e senza preavviso. E' una occasione unica ed irripetibile, non sprechiamola.