Attuare la
Costituzione. Restituire il potere ai Cittadini.
In questo fine settimana a Roma una grandissima partecipazione dei
rappresentanti dei comitati per il No e di ogni genere di realtà associativa
che hanno retto il peso assai duro della difesa della Costituzione al recente
referendum del 4 dicembre ha segnato una volontà forte e omogena - specchio di
tutte le realta territoriali italiane - di "esserci" e di
"restare" uniti e fortemente motivati nella traduzione positiva della
vittoria che ha fatto argine allo stravolgimento dell'assetto istituzionale
della Repubblica.
Un amplissimo dibattito,la presenza di tante grandi intelligenze e di autorevolezze costituzionali e giuridiche formidabili,ma anche la semplicità del coraggio di intervenire di tantissimi "comuni" cittadini,mi ha sicuramente rincuorato e confermato nella volontà di proseguire la dura lotta.
In verità ,si sono
confrontate anche due " anime " del Movimento : da una parte chi,come
me, traendo spunto dal fatto che la partecipazione straordinaria dei cittadini
italiani al voto e l'ancòra piu straordinaria maggioranza di popolo che si è
venuta a creare,significassero anche e non solo la difesa della
Costitzione,bensì la nascita di un vero nuovo BLOCCO SOCIALE che poneva
un'accorata domanda di rappresentanza e di cambiamento degli attori della
Politica,intesa come sede naturale delle decisioni che in democrazia sono
quelle che cambiano e modificano l'assetto sociale del Paese,inteso come
persone ,con le loro enormi difficolta esistenziali.
Che occorresse quindi , PRENDERE ATTO di questo formidabile STATO NASCENTE e
soprattutto sapere leggere e vedere che nel paese si era già relaizzato quel
nuovo soggetto politico da tante parti auspicato e atteso , e che questo era
avvenuto anche ripristinando quei "LUOGHI DELLA POLITICA " ( Sartori
) che da tempo sono stati distrutti dalla casta e dalla consorteria dello
straopotere economico finanziario che ha "spostato" irrevocabilmente
le sedi delle decisioni politiche dal Parlamneto e dalla base dei corpi
intermedi alle elites ristrette di una oligarchia micidiale.
E' prevalsa,però,il timore che la creazione di un NUOVO SOGGETTO POLITICO , (
la parola stessa "Partito" viene recepito come innominabile,un male
in sè..malgrado l'assunto costituzionale che li riguarda in primissio piano )
potesse costituire una sorta di "suicidio" morale .
A mio parere ( e anche di altri,anche se minoranza ) questo è causato da una
serie di ragioni molto importanti ; provo ad elencarne alcuni:
Una sorta di "egotismo intellettuale associativo" specie quando è figlio di associazioni di notevole consistenza e di notevole qualità elaborativa sul piano ideale
Una sorta di difesa - inconscia - del protagonismo consolidato nel proprio habitat territoriale che vede - in perfetta buona fede - la contaminazione generale come una perdita di "primazia" intelletuale
L'età media dei componenti,assai elevata, e con pochissime eccezioni giovanili ( mentre fortissima è stata la componente giovanile nel successo elettorale;decisiva..) e con essa la difficoltà anche umana di rinunciare ad un "habitat esistenziale" per sua natura stessa tendente alla conservazione e difficilmente dialettico
La presenza di "isole" di aderenti ai "partiti" o a quel che resta di essi,che vedono il movimento principalmente come momento di sbarramento e occasione di lotta politica interna a questo o quel soggetto, o gruppo conferendo alla partecipazione a i comitati di base come succedanea alla supremazia politica interna od elettorale
Infine,una posizione ideale rispettabilissima e assolutamente radicale ( che è stata a lungo anche la mia...)che continua a non ritenere possibile realizzare una autentica democrazia partecipativa,ai nostri tempi, nelle forma di associazionismo del Partito
Da ciò nasce la netta predominanza di privilegiare le forme partecipative non strutturate in forma piramidale e delegata o rappresentativa,bensi nelle moderne forme virtuali,di rete, di connessione, di liquidità ed estemporaneità organizzativa e decisionale proprie dei tempi
Io credo che considerare ,pur strutturandoli in un serio coordinamento nazionale come si vuole fare, solo come luoghi occasionali della partecipazione democratica,come dei "soviet" di strada, come "riserva" democratica essenziale da mobilitare nelle emergenze istituzionali quasi fosse una sorta di legione de veterani ,o affidare ad essi il pur dovuto e indispensabile compito di formazione e informazione,di studio ( scuole e Università) e approfondimento,di proponimento legislativo popolare dal basso con le proposte legislativa di iniiziativa popolare,sia un errore.
Perchè:
a) per le ragioni di cui sopra,rischia di sfiancare e demotivare anche i più
idealisti dei partecipanti ( vedi età e insufficienze organizzatibe,e
autoreferenzialitàà...)
b) Non corrisponde alla risposta fondamentale alla DOMANDA che noi del comitati
abbiamo evocato con la strabiliante partecipazione del cittadino medio:
abbiamo difeso la Costituzione,bene ! "Cambierà" qualcosa ?
La Politica cmabierà i suoi modi di rappresenatanza ?
I uoghi e le le decisioni in cui essa è chiamata ad agire saranno finalmete le
nostre case ,le nostre vite,la nostra rave crisi,economica e morale " ?
Abbiamo voluto "mandare a casa" con un autentico plebiscito il
renzismo e la oligarchia dellpotere econimco finaziari,adesso potremo
rivolgerci a qualcosa di nuovo ?
Di autentico,che ci rappresenti e di cui possiamo fidarci ?
Se la risposta è "No" allora sarà difficile incontrali
di nuovo ai banchini all'angolo delle piazze.
Resteranno irrisolti i due grandissimi problemi : la NATURA E MODO" della
RAPPRESENTANZA e il soddisfacimento della "utilità" sociale ed
esistenziale della partecipazione e della mobilitazione popolare.
Insomma,del POTERE AI CITTADINI.
Ora, è il tempo di dire anche " SI" .