In una rara ma pungente serata di neve, a Firenze, più di dieci anni fa (2003 o 2004), Luciano Gallino venne a una serata di dibattito organizzata dal Laboratorio per la Democrazia a discutere di "Scuola, lavoro e Costituzione" insieme a Rossanda, Starnone e Ambrosini.
Lo conoscevamo in bibliografia ma non l'avevamo mai incontrato. Ci fece una grande impressione. Documentato, analitico, a tratti sobriamente ironico.
Ci viene a mancare un maestro. Non solo del pensiero ma della tenacia. Anche nei momenti più difficili, quando lo smarrimento scivola nella delusione e precipita nella rinuncia, Luciano Gallino ha rappresentato la forza della ragione che non si piega alla potenza dei poteri.
La sua critica serrata all'imperio del mercato, la sua agilità d'indagine nella aggrovigliata dinamica delle classi sociali, la sua sintesi continuamente aggiornata sulla lotta di classe (la fanno i ricchi contro i poveri, chi ha potere contro chi non l'ha), testimoniano la freschezza giovanile di un ricercatore vecchio solo per l'anagrafe.
In omaggio alla sua memoria, rileggeremo i suoi scritti, sempre capaci di suggerimenti imprevedibili.
Lo terremo come interlocutore attivo e capace di aperture audaci.
Caro Luciano ti salutiamo con affetto.