Chi si preoccupa

di Francesco Baicchi - 02/02/2014
Il Presidente Napolitano si è detto preoccupato per quanto accaduto alla Camera, riferendosi ovviamente alle intemperanze dei M5S, ma ben altre dovrebbero essere le sue preoccupazioni.

Potrebbe preoccuparsi, ad esempio, che, per la prima volta nella storia della Repubblica, si sia fatto ricorso a una norma che impedisce al Parlamento di dibattere, per imporre l'approvazione di un decreto che non aveva la necessaria caratteristica di urgenza. Era anzi un clamoroso esempio di menzogna politica, per il tentativo di nascondere dietro un provvedimento di cui è stata artificiosamente creata l'attesa (l'abolizione dell'IMU), il salvataggio delle banche 'amiche' a spese dei contribuenti.

Dovrebbe anche essere preoccupato che si cerchi di convincere l'opinione pubblica che, come dice J.P.Morgan, modificare la Costituzione riducendo diritti e garanzie serva a uscire dalla crisi, e che l'importante sia 'fare qualcosa', e non 'fare la cosa giusta'.

Il Presidente dovrebbe essere preoccupato del sistematico ricorso alla disinformazione da parte della maggioranza governativa anche per giustificare il tentativo esplicito di escludere dalla rappresentanza parlamentare un numero sempre crescente di italiani.

Perché la legge elettorale che fa comodo a Berlusconi, e che Renzi ha accettato, ripropone gli stessi elementi di incostituzionalità denunciati dalla Corte Costituzionale e rischia di aprire la strada a un ulteriore ventennio di abuso del potere (dopo quello mussoliniano e il primo berlusconiano) con l'instaurazione della 'dittatura' di una minoranza, che solo fantasiose ingegnerie trasformerebbero in maggioranza.

Il meccanismo del 'ballottaggio' nazionale allontana ancora di più la possibilità per l'elettore di scegliere da chi farsi rappresentare, ma soprattutto rende possibile (e probabile) che la maggioranza del Parlamento venga assegnata a una forza politica che ha raccolto al primo turno anche meno di un terzo dei consensi; mentre l'assurda soglia dell'8% impedirà a milioni di italiani di essere rappresentati.

Dovrebbe soprattutto essere preoccupato delle conseguenze destabilizzanti di un meccanismo che, fra astensione, protesta e effetto delle 'soglie', e in aperta violazione della nostra Costituzione repubblicana, produrrebbe un Parlamento rappresentativo solo di una minoranza dell'elettorato, e un Governo (con poteri quasi assoluti) con un consenso ancora inferiore. Anche perché alla crescente area del dissenso, non rimarrebbero che strumenti extra-parlamentari per esprimersi.

Ma forse il Presidente Napolitano, che pure la Costituzione ha giurato di difenderla, non si preoccupa delle stesse cose di cui si preoccupano gli Italiani.

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