Nonostante le pesanti interferenze e il clima ricattatorio creato dai partiti e dal governo che hanno sostenuto la ‘riforma’, i voti favorevoli sono stati solo 183 su 315 aventi diritto. Con questo atto, che per il suo esito avrebbe dovuto ragionevolmente consigliare ai presentatori il definitivo ritiro del testo, si è comunque aperta la strada per capovolgere la Costituzione repubblicana che dal 1948 ha garantito in questo Paese una democrazia rappresentativa e pluralista.
Invece di affrontare i problemi reali del Paese, la anomala maggioranza PD-Forza Italia ha bloccato a lungo il Parlamento in una ingiustificata quanto forsennata corsa a cambiare le regole dettate per la convivenza civile democratica.
I cittadini italiani sono stati esclusi da ogni forma di conoscenza e di partecipazione sui veri obiettivi del progetto e i reali contenuti di questa “riforma” destinata a regolare per decenni la vita civile della Nazione.
I cittadini non hanno mai chiesto di cambiare la Costituzione.
Le richieste degli Italiani sono altre. Un Paese che è in stato di recessione, unico tra i Paesi europei, si aspetta che Camera e Senato diano avvio immediato ai disegni di legge che riguardano l'economia e il lavoro e che il potere esecutivo ponga in essere immediatamente le misure necessarie per la ripresa economica.
Il ddl approvato oggi in Senato è l'illegittimo risultato di settimane di sedute svolte a Palazzo Madama all'insegna della manifesta violazione di ogni regola procedurale.
Per soffocare la voce delle opposizioni, la presidenza del Senato ha esplicitamente deciso di schierarsi apertamente con una maggioranza forte in Parlamento ma manifestamente priva di ogni principio democratico, violando persino i regolamenti per imporre con la forza dei numeri una costituzione contraria a quella vigente, totalmente nuova e funzionale a una svolta autoritaria.
Se intendiamo continuare a vivere in una democrazia, dobbiamo assumerci la nostra responsabilità di cittadini. Dobbiamo sbarrare la strada a questo tentativo, palesemente incostituzionale ed eversivo, di stravolgere la legge fondamentale della nostra Repubblica ad opera di un Parlamento delegittimato da una sentenza che l'ha dichiarato incostituzionale.
L’insuccesso del tentativo di ottenere un consenso ampio su un modello di ‘democrazia di investitura’ deve sostenerci nell’impegno di respingere questa controriforma che cancellerebbe la democrazia nel Paese.
I cittadini di Rete per la Costituzione
8 agosto 2014