Per la comunità che dette vita ai movimenti contro le leggi vergogna del governo Berlusconi, e in particolare ai Girotondi, Silvia Bonucci è indimenticabile. Il suo slancio personale riempie i ricordi di quei giorni. Spicca il presidio spontaneo e affollatissimo nella Corsia Agonale -di fronte all'ingresso principale del Senato, oggi ormai chiuso da anni a qualsiasi manifestazione- che il 30 luglio del 2002 propose alla cittadinanza attiva l'appuntamento per un grande raduno il 14 settembre. Seguirono giorni fitti di appuntamenti frenetici per la riuscita di una manifestazione che all'inizio doveva tenersi in Piazza del Popolo e che, quando si capì che la partecipazione sarebbe stata enorme, fu spostata a Piazza San Giovanni dove arrivò davvero un milione di persone.
Per sottrarre all'espressione "società civile" quel peso retorico che qualcuno vuole vedervi contro la "società politica" basta pensare a Silvia. Traduttrice di professione, poi in seguito scrittrice, priva di preparazione politica specifica, si buttò con entusiasmo in un'avventura di politica nuova, contro l'orrenda anomalia italiana ma anche critica verso l'inerzia del centrosinistra che l'aveva resa possibile.
Silvia aveva un carattere speciale, che si manifestava sia nelle riunioni ristrette che nelle occasioni pubbliche. In apparenza fragile ma determinata nelle convinzioni, tesa alla proposta positiva ma capace di ripensamenti critici, audace nel ribattere le opinioni di chi riconosceva come più preparato di lei e al tempo stesso priva di presunzione. La sua svelta figuretta, la sua spontanea freschezza conferivano una grazia singolare ai suoi interventi, in un impegno che non è mai venuto meno fino a ieri.
La comunità che ha lottato insieme a lei e che le ha voluto bene, davanti alla sua ingiusta morte affronta ora un dolore irrimediabile e la ricorda con estremo affetto.