Sembra che ci siano sostenitori del PD che appoggiano Renzi, nonostante i disastri che sta combinando, soltanto perché 'Con lui il partito finalmente vince'.
Dimenticano così di aver votato nel 2013 per un programma elettorale che iniziava con due punti fermi: l'alternatività a Berlusconi e la difesa della Costituzione.
Ora il loro rampante segretario-duce sta distruggendo la Costituzione in accordo (segreto) con Berlusconi; fa cioè esattamente il contrario di quanto promesso agli elettori che gli hanno consegnato, grazie a una legge elettorale incostituzionale, una maggioranza blindata alla Camera che gli permette di sfoggiare una arroganza che denuncia solo la sua immaturità.
In realtà è difficile negare che il PD, partito che pretenderebbe di essere l'erede di due grandi culture politiche che, nel bene e nel male, hanno fatto la storia di questo Paese e hanno trovato nella Costituzione del 1948 una convergenza di altissimo peso etico, sia stato oggetto di una 'scalata ostile', che ha portato al suo vertice un giovanotto che rappresenta solo la parte più rampante e meno 'politica' della sua burocrazia interna. Con l'aiuto esplicito (e invocato) di votanti alle primarie che con il PD non avevano alcun rapporto.
Le origini di questo 'ribaltone' interno dovrebbero essere ricercate nella involuzione genetica che ha portato alla fusione fra due forze politiche che forse avevano in comune solo la necessità di salvare i propri gruppi dirigenti e le posizioni di potere anche economico che gestivano dalla sfiducia dilagante dell'elettorato, ma non possiamo che prenderne atto.
Ora Renzi chiede sostanzialmente di essere giudicato fra 'mille giorni', e pretende obbedienza assoluta, assumendosi la responsabilità personale delle sue (??) politiche. Confesso però che a me non interessa il destino politico dell'ex-sindaco di Firenze, se nel frattempo il Paese rischierà di subire tali e tanti stravolgimenti sul piano delle Istituzioni e della situazione socio-economica da non essere più in grado di recuperare il ruolo che gli spetta fra le nazioni democratiche.
Dobbiamo dunque sperare che anche nel suo partito si faccia strada lo spirito critico di chi rivendica pluralismo e dialogo, e pretende la fine della collusione col pregiudicato di Arcore, che tanta responsabilità ha nel disastro morale, oltre che economico, del Paese.
Dobbiamo sperare che prima o poi anche gli elettori di Renzi si rendano conto che 'vincere' sposando le posizioni dell'avversario è come se, in una partita di calcio, la squadra perdente iniziasse a fare autogoal pur di festeggiare la vittoria insieme agli avversari.