Art.1 Cost.: "l'Italia è una Repubblica democratica, FONDATA SUL LAVORO";
Art.4 Cost.: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il DIRITTO AL LAVORO e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto...".
Non si può quindi affermare che i nostri Padri costituenti non avessero le IDEE CHIARE !
Ma allora, PERCHÈ IL LAVORO NON C'È in Italia?
Le
statistiche (internazionali) ci dicono che il tasso di OCCUPAZIONE nel
nostro Paese è all'intorno del 62%, mentre nella media dei Paesi dell'UE
è al 72%, ben 10 punti in più...
COSA COMPORTA CIÒ ?
Evidentemente,
innanzitutto, gravi sofferenze di tanti nostri Concittadini che essendo
disoccupati o che nemmeno cercano più lavoro, non hanno più fiducia nel
futuro (loro e del Paese!) e restano ai bordi della società..., con
tutti i problemi che ciò comporta.
Poi, altrettanto evidentemente,
questa scarsità di lavoro produce una grave carenza di consumi, il che
'matematicamente' comporta deficienza di produzione, e insufficiente
capacitá di entrate fiscali per lo Stato.
Questi problemi fanno
'avvitare il sistema economico nazionale', in quanto lo Stato non avendo
risorse da investire in sviluppo, continua a fare deficit annuali dei
suoi Conti Pubblici, aumentando sempre più l'immane Debito, tuttora a
livelli di record storico (2.286 miliardi di euro !).
Dunque: non c'è lavoro, di qui scarsi consumi e insufficiente reperimento di risorse da parte dello Stato. Il classico 'cane che si morde la coda'!
Eppure
con una più moderna ed equa visione politica da parte dell'intera
nostra classe dirigente, che volesse FINALMENTE porre al centro della
sua attività il BENE COMUNE (e non il 'bene' proprio e dei propri
'amici'...), in breve si potrebbe riuscire a ribaltare la situazione di
stallo in cui il Paese è immerso da alcuni decenni.
Occorre fare una cosa molto SEMPLICE!
Una
REDISTRIBUZIONE interna di redditi e ricchezze, mediante una Riforma
Fiscale che spostasse il prelievo tributario dalle fasce medio-basse e
medie a quelle maggiormente benestanti, con l'applicazione integrale del
dettato dell'Art.53 Cost. (Ciò è fra l'altro anche il Consiglio
all'Italia del FMI e dell'OCSE, come manifestato esplicitamente proprio
anche in questi ultimi giorni da quegli Istituti!).
Un maggior potere
d'acquisto delle fasce popolari maggioritarie porterebbe in breve tempo
ad un correlativo incremento dei consumi, innescando la riattivazione
dello sviluppo economico del nostro Paese ('matematicamente'...).
Il NUOVO GOVERNO sarà l'ultima spiaggia: o chi andrà a governare vorrà CAPIRE come stanno le cose, agendo di conseguenza, oppure saranno purtroppo grandi DOLORI !!!
Maurizio Sbrana