In una bella intervista pubblicata su Micromega la giornalista Barbara Spinelli auspica il formarsi, in tempi brevissimi, di una lista civica nazionale alle prossime elezioni europee.
La finalità: invertire la deriva nazionalista che attualmente sta distruggendo l’ideale europeo (una deriva bifronte: da un lato il vecchio equilibrio/squilibrio fra potenze dall’altro i nazionalismi euroscettici).
La Spinelli indica in Alexis Tsipras la “terza via” fra chi dice “si” o “no” all’euro proponendo l’unione politica dell’europa secondo il disegno dei padri fondatori. Una unione politica al servizio dei cittadini proprio per superare le dinamiche che avevano portato, tramite la diffusione della povertà, ai regimi dittatoriali ed alla guerra.
Il problema è che Tsipras in Grecia, come evidenzia la stessa Spinelli ha formato “una coalizione fra le anime della sinistra radicale greca”, mentre in Italia queste posizioni (mi verrebbe da dire queste pulsioni) sono sostanzialmente occupate da Grillo che le condisce di populismo (vedi la penosa vicenda del reato di clandestinità, una norma cretina che Grillo difende per contendersi i voti con la Lega e Forza Italia); del resto già l’esperimento di Rivoluzione civile - peraltro mal gestito - ha sortito un effetto patetico.
Altro sarebbe proporre un rilancio dell’Europa come strumento di coesione sociale e di difesa del welfare senza mortificarne la matrice liberale (la difesa delle libertà e dei diritti individuali).
Lasciando a Grillo l’insidioso terreno del radicalismo politico occorre una diversa forma di radicalismo: quello delle buone pratiche, quello di chi nel mare in tempesta ripara la nave ed al tempo stesso ricerca la rotta senza affidarsi ai “trafficanti di parole”.
Il radicalismo delle liste civiche e di molti gruppi locali (anche presenti e significativamente in alcuni partiti specie del centro sinistra ma non solo) che sperimentano ogni giorno cosa vuol dire affrontare problemi e cercare di risolverli (e talvolta persino ci riescono).
Se qualcuna delle famiglie politiche europee ricercasse una condivisione ed una alleanza con questo mondo forse si potrebbe sperare che il rilancio dell’europa e dei suoi alti ideali non rimanga confinato a gruppi ristretti e dichiaratamente minoritari.
La Spinelli ha ragione sulla necessità di far presto e bene. Ma a questo punto occorre che anche i “cherici” si mettano in gioco. Non esiste una società civile migliore della politica. Esistono solo “persone” dotate di capacità (da mettere a frutto) e “persone” invece dotate di “opacità” messe al servizio dei potentati di cui parla la Spinelli ( potentati che riescono benissimo a far leva sulla disperazione di molti).
Già in passato il mondo civico ha avuto alcune opportunità per contribuire ad una svolta politica, in parte riuscendoci quando Di Pietro aprì l’Italia dei Valori a quel mondo ricavandone una forte spinta ideale ed una forte affermazione elettorale.
Questa opportunità si ripresenta ora ma le porte sono ancora più strette.
E’ venuto il momento che persone come l’ottima Spinelli diano un esempio coraggioso.
Forse il mondo civile potrebbe guardare loro con interesse e fiducia. E mettersi in gioco per salvare, con l’Europa, quello che resta di un indispensabile benessere generale.