A difesa del San Carlo, patrimonio della città di Napoli

di Salvatore Penzone - Napoli - 15/01/2014
Pubblichiamo il post di un nostro lettore di Napoli

Tutta la partitocrazia cittadina con i relativi tirapiedi sta mostrando chiaramente di non voler fare gli interessi della città di Napoli e segue le direttive del governo di larghe intese al quale a sua volta è permesso di esistere solo se dà corso alle riforme strutturali (abbassamento del costo del lavoro); a politica fiscale sempre più aggressiva; a tagli alla spesa pubblica; ad ampi piani per la privatizzazione dei beni pubblici: acqua , municipalizzate, poste, sanità…… Il governo centrale ma anche la regione non fanno più gli interessi delle comunità locali.

Ormai tutti i servizi e gli enti ancora autonomi si devono piegare alla logica della esternalizzazione e della delega ad altri nella gestione del bene pubblico. Alle comunità sono imposte leggi e piani di risanamento che le impoveriscono, che cancellano diritti e garanzie, destrutturano il tessuto sociale perchè, con l'austerità, le vengono sottratte le risorse necessarie anche all'organizzazione di una vita cittadina con standard di civiltà e di cultura.

Si usa la crisi (volutamente indotta?) per dare corso a svendite del nostro patrimonio e a politiche che favoriscono la corruzione, gli sprechi e l'inefficienza in modo da preparare il terreno alle privatizzazioni. Un altra strategia molto usata è quella di imporre dei prestiti stabilendo modalità e condizioni capestro per la restituzione. E' la logica adottata dalle banche tedesche e dal Fondo Monetario Internazionale nei confronti della Grecia, per esempio. Oppure si presta ad un paese perchè acquisti dall'estero a prezzi vantaggiosi impoverendo l'industria locale che non avendo più domanda deve chiudere svendendosi poi a quegli stessi capitali che hanno prestato in precedenza, quello che sta accadendo a noi con la Germania.

La stessa cosa è avvenuta con le condizioni capestro imposte dal prestito del decr.174 (decr. salvacomuni) al comune di Napoli. Per spezzare questo accerchiamento, nel caso San Carlo, la mossa del sindaco è stata quella di ricapitalizzare la fondazione con 40 milioni a fronte dei 100, previsti dal decreto "valore cultura", da spartire e imporre come prestito alle 14 fondazioni lirico sinfoniche nazionali. Purtroppo il ministro, Regione, Provincia e soci vari... avevano già stabilito che il San Carlo, volente o nolente, dovesse per forza aderire al decreto con queste conseguenze: semi-commissariamento, tagli al personale, tagli del 35% agli stipendi, spesa delle risorse per esternalizzare.

I cittadini napoletani devono difendere i lavoratori del San Carlo e di conseguenza difendere il sindaco De Magistris dagli attacchi del governo e della partitocrazia affaristica cittadina! Senza dimenticare che le agenzie di valutazione finanziaria hanno individuato nelle municipalizzate la vera ricchezza del nostro paese, ancora più dei gioielli di famiglia IRI, FINMECCANICA, POSTE ecc. e che letta si è recato negli USA proprio per definire il passaggio di proprietà dei beni pubblici nelle mani della finanza, delle banche d'affari americane e delle multinazionali, è questo il senso dell'andare a cercare oltre oceano gli "investitori esteri".

Ora con il TTIP, accordo transatlantico per il libero commercio e la libertà degli investimenti, questi ultimi, sono ben pronti a lanciarsi a capofitto su quello che resta della ricchezza pubblica del nostro paese. Il Sindaco De Magistris risulta l'unico politico con una carica istituzionale che si sta spendendo nei fatti per la difesa dei beni comuni e per questo va difeso!

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