Tutta la partitocrazia cittadina con i relativi
tirapiedi sta mostrando chiaramente di non voler fare gli interessi
della città di Napoli e segue le direttive del governo di larghe intese
al quale a sua volta è permesso di esistere solo se dà corso alle
riforme strutturali (abbassamento del costo del lavoro); a politica
fiscale sempre più aggressiva; a tagli alla spesa pubblica; ad ampi
piani per la privatizzazione dei beni pubblici: acqua , municipalizzate,
poste, sanità…… Il governo centrale ma anche la regione non fanno più
gli interessi delle comunità locali.
Ormai tutti i servizi e gli enti
ancora autonomi si devono piegare alla logica della esternalizzazione e
della delega ad altri nella gestione del bene pubblico. Alle comunità
sono imposte leggi e piani di risanamento che le impoveriscono, che
cancellano diritti e garanzie, destrutturano il tessuto sociale perchè,
con l'austerità, le vengono sottratte le risorse necessarie anche
all'organizzazione di una vita cittadina con standard di civiltà e di
cultura.
Si usa la crisi (volutamente indotta?) per dare corso a
svendite del nostro patrimonio e a politiche che favoriscono la
corruzione, gli sprechi e l'inefficienza in modo da preparare il terreno
alle privatizzazioni. Un altra strategia molto usata è quella di
imporre dei prestiti stabilendo modalità e condizioni capestro per la
restituzione. E' la logica adottata dalle banche tedesche e dal Fondo
Monetario Internazionale nei confronti della Grecia, per esempio. Oppure
si presta ad un paese perchè acquisti dall'estero a prezzi vantaggiosi
impoverendo l'industria locale che non avendo più domanda deve chiudere
svendendosi poi a quegli stessi capitali che hanno prestato in
precedenza, quello che sta accadendo a noi con la Germania.
La stessa
cosa è avvenuta con le condizioni capestro imposte dal prestito del
decr.174 (decr. salvacomuni) al comune di Napoli. Per spezzare questo
accerchiamento, nel caso San Carlo, la mossa del sindaco è stata quella
di ricapitalizzare la fondazione con 40 milioni a fronte dei 100,
previsti dal decreto "valore cultura", da spartire e imporre come
prestito alle 14 fondazioni lirico sinfoniche nazionali. Purtroppo il
ministro, Regione, Provincia e soci vari... avevano già stabilito che il
San Carlo, volente o nolente, dovesse per forza aderire al decreto con
queste conseguenze: semi-commissariamento, tagli al personale, tagli del
35% agli stipendi, spesa delle risorse per esternalizzare.
I cittadini
napoletani devono difendere i lavoratori del San Carlo e di conseguenza
difendere il sindaco De Magistris dagli attacchi del governo e della
partitocrazia affaristica cittadina! Senza dimenticare che le agenzie di
valutazione finanziaria hanno individuato nelle municipalizzate la vera
ricchezza del nostro paese, ancora più dei gioielli di famiglia IRI,
FINMECCANICA, POSTE ecc. e che letta si è recato negli USA proprio per
definire il passaggio di proprietà dei beni pubblici nelle mani della
finanza, delle banche d'affari americane e delle multinazionali, è
questo il senso dell'andare a cercare oltre oceano gli "investitori
esteri".
Ora con il TTIP, accordo transatlantico per il libero commercio e la libertà degli investimenti, questi ultimi, sono ben pronti a lanciarsi a capofitto su quello che resta della ricchezza pubblica del nostro paese. Il Sindaco De Magistris risulta l'unico politico con una carica istituzionale che si sta spendendo nei fatti per la difesa dei beni comuni e per questo va difeso!