Fassina e de Magistris, patto anti-austerity. E anti-Renzi

di Adriana Pollice - Il Manifesto - 08/10/2015
Sinistra. Gruppi unici in parlamento per contrastare la manovra

Era arri­vato a Napoli agli inizi di ago­sto, dopo il varo del suo movi­mento poli­tico Futuro a sini­stra, ieri Ste­fano Fas­sina è tor­nato in città per pre­sen­tare il piano eco­no­mico alter­na­tivo al patto di sta­bi­lità, pre­senti in sala il sin­daco Luigi de Magi­stris accanto ai col­le­ghi dell’hinterland par­te­no­peo, espo­nenti di Sel e Prc. «Renzi vanta i risul­tati eco­no­mici dell’Italia — attacca Fas­sina — ma il paese cre­sce la metà della media euro­pea. Il Jobs act dà risul­tati delu­denti. Non deve per forza andare così».

Punto di par­tenza del ragio­na­mento sulla mano­vra del governo è la foto dram­ma­tica del Mez­zo­giorno fatta dalla Svi­mez: «Il modello libe­ri­sta dell’eurozona non fun­ziona, soprat­tutto dove ci sono dif­fi­coltà eco­no­mi­che. La legge di sta­bi­lità che il governo porta in aula la pros­sima set­ti­mana è di stampo elet­to­rale. Il taglio indi­scri­mi­nato della Tasi, anche ai ric­chi, serve solo a fare pro­pa­ganda per le ammi­ni­stra­tive di pri­ma­vera. Così non ce la fa il Mez­zo­giorno e non ce la fa l’Italia». Nem­meno un euro per poli­ti­che di con­tra­sto alla povertà, i sin­daci lasciati soli «con le mani legate per i tagli dell’esecutivo — pro­se­gue Fas­sina -. La prima rispo­sta va data sul patto di sta­bi­lità interno: va allen­tato per finan­ziare gli inve­sti­menti. E’ neces­sa­rio un fondo per il con­tra­sto alla povertà, ridu­zione del tempo di lavoro e fles­si­bi­lità dell’accesso alla pen­sione per aumen­tare la fascia di occu­pati. Anche la par­tita sulla scuola non è chiusa».

Le ammi­ni­stra­tive sono un pezzo del ragio­na­mento non solo del governo ma anche di Fas­sina: «Faremo un gruppo unico alla Camera e al Senato per lavo­rare a cam­biare la legge si sta­bi­lità, il pros­simo mese (al mas­simo dicem­bre) vare­remo il sog­getto nuovo della sini­stra per radi­carci nei ter­ri­tori. Alle ele­zioni appog­ge­remo ammi­ni­stra­zioni di qua­lità, come quella de Magi­stris, nono­stante i ten­ta­tivi del governo di boicottarla».

L’affondo è su Renzi e lo Sblocca Ita­lia che ha sot­tratto la riqua­li­fi­ca­zione dell’ex area indu­striale di Bagnoli al comune per affi­dala a un com­mis­sa­rio (Salvo Nastasi) e al sog­getto attua­tore (Invi­ta­lia): «L’operazione del pre­mier viola la costi­tu­zione, appog­ge­remo tutti i ricorsi in sede giu­ri­dica». Sul dibat­tito intorno al ritorno di Anto­nio Bas­so­lino come pos­si­bile can­di­dato sin­daco dei demo­crat, è netto: «Il Pd a Napoli in quanto a capa­cità pro­get­tuale non c’è. Richia­mare in campo pro­ta­go­ni­sti di una sta­gione con­clusa è il segno di un par­tito in con­di­zioni cro­ni­che e cri­ti­che di salute».

Al dibat­tito par­te­ci­pano i ragazzi dei col­let­tivi di Bagnoli in lotta con­tro lo Sblocca Ita­lia. Tocca poi a de Magi­stris: «Il Master­plan per il Sud di Renzi si è tra­sfor­mato in com­mis­sa­ria­menti, ponte sullo Stretto e trivellazioni.

Pra­ti­ca­mente sono le mafie che brin­dano. Siamo un labo­ra­to­rio anti­ren­ziano». Il sin­daco ripro­pone lo schema con cui cin­que anni fa vinse: con­nes­sione diretta con i cit­ta­dini smar­can­dosi dai par­titi e pescando a sini­stra e al centro.

Oggi l’amministrazione pre­sen­terà a comi­tati e movi­menti un nuovo piano per Bagnoli, rea­liz­za­bile secondo il sin­daco anche con una rac­colta fondi diretta: «Il com­mis­sa­ria­mento nasce per­ché a dicem­bre 2013 abbiamo emesso un’ordinanza per inti­mare a chi ha inqui­nato di boni­fi­care e risar­cire, cioè Fin­tecna (con­trol­lata da Cdp cioè dello stato) e Cemen­tir che fa capo a Cal­ta­gi­rone. Il governo con lo Sblocca Ita­lia fa rien­trare dalla fine­stra quelli che ave­vamo fatto uscire dalla porta». Infine, l’affondo sulla mano­vra eco­no­mica: «Il taglio delle tasse sban­die­rato da Renzi è pro­pa­ganda: non ci sono i soldi e la mano­vra si sca­ri­cherà sui sindaci».

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