Era arrivato a Napoli agli inizi di agosto, dopo il varo del suo movimento politico Futuro a sinistra, ieri Stefano Fassina è tornato in città per presentare il piano economico alternativo al patto di stabilità, presenti in sala il sindaco Luigi de Magistris accanto ai colleghi dell’hinterland partenopeo, esponenti di Sel e Prc. «Renzi vanta i risultati economici dell’Italia — attacca Fassina — ma il paese cresce la metà della media europea. Il Jobs act dà risultati deludenti. Non deve per forza andare così».
Punto di partenza del ragionamento sulla manovra del governo è la foto drammatica del Mezzogiorno fatta dalla Svimez: «Il modello liberista dell’eurozona non funziona, soprattutto dove ci sono difficoltà economiche. La legge di stabilità che il governo porta in aula la prossima settimana è di stampo elettorale. Il taglio indiscriminato della Tasi, anche ai ricchi, serve solo a fare propaganda per le amministrative di primavera. Così non ce la fa il Mezzogiorno e non ce la fa l’Italia». Nemmeno un euro per politiche di contrasto alla povertà, i sindaci lasciati soli «con le mani legate per i tagli dell’esecutivo — prosegue Fassina -. La prima risposta va data sul patto di stabilità interno: va allentato per finanziare gli investimenti. E’ necessario un fondo per il contrasto alla povertà, riduzione del tempo di lavoro e flessibilità dell’accesso alla pensione per aumentare la fascia di occupati. Anche la partita sulla scuola non è chiusa».
Le amministrative sono un pezzo del ragionamento non solo del governo ma anche di Fassina: «Faremo un gruppo unico alla Camera e al Senato per lavorare a cambiare la legge si stabilità, il prossimo mese (al massimo dicembre) vareremo il soggetto nuovo della sinistra per radicarci nei territori. Alle elezioni appoggeremo amministrazioni di qualità, come quella de Magistris, nonostante i tentativi del governo di boicottarla».
L’affondo è su Renzi e lo Sblocca Italia che ha sottratto la riqualificazione dell’ex area industriale di Bagnoli al comune per affidala a un commissario (Salvo Nastasi) e al soggetto attuatore (Invitalia): «L’operazione del premier viola la costituzione, appoggeremo tutti i ricorsi in sede giuridica». Sul dibattito intorno al ritorno di Antonio Bassolino come possibile candidato sindaco dei democrat, è netto: «Il Pd a Napoli in quanto a capacità progettuale non c’è. Richiamare in campo protagonisti di una stagione conclusa è il segno di un partito in condizioni croniche e critiche di salute».
Al dibattito partecipano i ragazzi dei collettivi di Bagnoli in lotta contro lo Sblocca Italia. Tocca poi a de Magistris: «Il Masterplan per il Sud di Renzi si è trasformato in commissariamenti, ponte sullo Stretto e trivellazioni.
Praticamente sono le mafie che brindano. Siamo un laboratorio antirenziano». Il sindaco ripropone lo schema con cui cinque anni fa vinse: connessione diretta con i cittadini smarcandosi dai partiti e pescando a sinistra e al centro.
Oggi l’amministrazione presenterà a comitati e movimenti un nuovo piano per Bagnoli, realizzabile secondo il sindaco anche con una raccolta fondi diretta: «Il commissariamento nasce perché a dicembre 2013 abbiamo emesso un’ordinanza per intimare a chi ha inquinato di bonificare e risarcire, cioè Fintecna (controllata da Cdp cioè dello stato) e Cementir che fa capo a Caltagirone. Il governo con lo Sblocca Italia fa rientrare dalla finestra quelli che avevamo fatto uscire dalla porta». Infine, l’affondo sulla manovra economica: «Il taglio delle tasse sbandierato da Renzi è propaganda: non ci sono i soldi e la manovra si scaricherà sui sindaci».