Fiscal compact, Renzi tenterà il blitz ma la maggioranza è a rischio

di Fabio Sebastiani - Controlacrisi - 20/08/2014

Il Consiglio dei ministri del 29 agosto, dove Renzi proverà il blitz “fiscal compact” per andare sul sicuro il giorno dopo a Bruxelles, non sarà una “passeggiata di salute”. Insomma, non è detto che la maggioranza uscirà propriamente indenne. Ilricatto di Forza Italia è sempre lì al varco. La posta in ballo è alta. La tentazione di alzare il prezzo in un momento delicato anche. Intanto, Renzi, fa finta di niente e continua a twittare (#maddeche) su giustizia e scuola. Provvedimenti che a questo punto servono a nascondere la sostanza del fallimento del premier, la cui ancora di salvezza a questo punto è la Bce. Di fatto, la Troika. 

Il punto è semplice, di gravare ancora sulle tasche degli italiani non se ne parla. Con la deflazione alle porte potrebbe essere una delle tante micce accese sulla rivolta sociale trasversale, soprattutto di chi ha un qualche titolo di debito. L’unico spazio di manovra sono i tagli, i tagli e ancora i tagli. E con questa aria da elezioni anticipate, ogni partito difenderà il suo orticello. Il muro del debito, intanto, è troppo alto. E il Quantitative easing della Bce, in caso, non garantisce proprio niente se non un aumento della spesa per interessi, anche se a tassi inferiori rispetto al mercato!

Anche sui tagli, insomma, lo smembramento della maggioranza è in agguato. Stefano Fassina, ex viceministro all'Economia del governo Letta, intervistato dalla Stampa invita a fregarsene dei vincoli e a fare "una manovra espansiva per il 2015 di 16 miliardi per rendere strutturale il bonus degli 80 euro, esteso ad incapienti e partite Iva".

L'ex viceministro si sofferma anche sull'ipotesi di un prelievo sulle pensioni: "Per ottenere miliardi bisognerebbe tagliare in modo drastico la parte superiore a quel livello di 2500 euro e lo sconsiglio vivamente". La spending review? "L'obiettivo di 16 miliardi e' irraggiungibile nel 2015 e vorrebbe dire mutilare welfare, sanita', scuola, trasporto pubblico locale, quindi le condizioni di vita delle classi medie".

L’Ncd,che da un paio di settimane ha puntato tutto sulle elezioni anticipate, dopo aver visto sfumare l’ipotesi Art. 18 ecco che riparte alla carica con la diminuzione della pressione fiscale. Secondo Fabrizio Cicchitto (Ncd) la riduzione della pressione fiscale sulle imprese va finanziata attraverso un taglio incisivo della spesa pubblica secondo l'impostazione Cottarelli "partendo da quelle partecipate di regioni,comuni e dello stesso Stato che costituiscono oggi il cuore del sistema di potere di una parte del Pd che come vediamo resiste in tutti i modi". Ma su quel tesoretto le mani lunghe di Renzi sono ben posizionate con la replica del bonus.

A ricordare che con la deflazione “non si possono piu' chiedere sacrifici a lavoratori, disoccupati e imprese”. E che “il debito pubblico aumenta a prescindere” è Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera. "Siamo usciti dalla procedura d'infrazione durante il governo Letta dopo una serie di interventi cumulati – dice Boccia - che tutti gli italiani ricordano. Non si puo' dire che non abbiamo rispettato le regole comuni".
Anche Boccia, come Fassina, crede che il debito "ha piu' senso farlo aumentare consapevolmente per due anni a fronte di una maxi riduzione delle imposte per dare uno shock definitivo all'economia italiana in una legge di stabilita' triennale tutta proiettata sulla crescita".
Anche per Boccia la direzione è la diminuzione delle imposte.

A dare consigli alla Banca Centrale Europea, che non dovrebbe seguire l'esempio della Federal Reserve con un programma di acquisto di titoli di stato (quantitative easing) è sul Financial Times il vice-presidente di BlackRock ed ex governatore della banca centrale svizzera, Philipp Hildebrand. ''Italia e Francia sono messe talmente male – dice - che nessun piano di quantitative easing riuscirebbe a farle crescere''.
L'autore aggiunge che Roma e Parigi ''devono riformare il mercato del lavoro, ridurre le tasse che pesano sulle imprese, snellire la burocrazia e continuare a risanare i conti pubblici'' e ''non parlarne solamente, perche' non serve''.

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