Giorgio Napolitano negli ultimi anni, è andato molto al di là del suo ruolo super partes e, prima, con improvvide decisioni, ha permesso a Berlusconi di rimontare e mantenere a galla i suoi discutibili governi in crisi. Ma da Monti in poi, si è reso protagonista di un vero e proprio golpe istituzionale.
Siamo passati infatti da una Repubblica parlamentare ad una di tipo presidenziale in maniera indolore, ma subdola e come operazione di potere, creando in tal modo un pericoloso e consolidato precedente.
Poi siamo passati da Monti a Letta, dopo convulse elezioni politiche e con la sua rielezione al Quirinale. Governo spurio, quello presieduto da Letta, oggetto dei perenni ricatti del partner Berlusconi. Spurio perché le due parti politiche in causa dovrebbero essere alternative, invece si rivelano più che mai complementari l'una all'altra.
Ieri il presidente della Repubblica dichiarava tale governo inamovibile per il bene del Paese. Quale bene? Nessun bene lambisce la collettività nazionale con questo tipo di esecutivo.
E questa favola del bene del paese viene ribadito di fronte ad un fatto gravissimo, accaduto in Italia, con responsabilità marchiana del ministro degli Interni Alfano: l'espulsione dall'Italia della mogle e della figlia di un dissidente del Kazakistan, repubblica retta da un dittatore, guarda caso amico personale di Berlusconi. Un fatto enorme, che ha violato ogni regola di diritto internazionale e visto che è stato diretto in prima persona dall'ambasciatore del Kazakistan in Italia, ha leso di molto la nostra sovranità nazionale. E pare che di tutto ciò Alfano, ministro degli Interni non sapesse alcunché.
C'é da chiedersi in quali mani siamo, perché ci potrebbe essere un golpe o un qualsiasi evento sciagurato per il nostro Paese, ma il ministro degli Interni ed il presidente del Consiglio, potrebbero ignorare del tutto l'avvenimento. Dal presidente della Repubblica non una presa di posizione chiara e netta: "caro presidente, già siamo esposti al ludibrio e alla derisione della collettività internazionale per il nostro comportamento amorale nel caso Kazakistan"!
Ed oggi al Senato questo indegno partito, il PD, salverà Alfano da una rimozione doverosa su mandato proprio di Giorgio Napolitano. Dire vergognatevi è davvero poco, ma in questo momento le armi della democrazia, qui da noi sono veramente molto, ma molto spuntite!